Tommaso Rinaldi, aka High Files, visual artist, techno performer, vj, al Pomezia Light Festival ha presentato l’installazione Marea, nella fontana di Piazza San Benedetto da Norcia, non più funzionante.
Un’installazione in un luogo che ha perso la sua funzione materiale per cui nella fontana non scorre nulla ed è rimasto solo il cemento con alcune canaline dove un tempo c’era l’acqua. La materia liquida ritorna in forma di video a raccontare storie di giochi d’acqua, memoria di un elemento che è stato sottratto a uno spazio pubblico e che adesso giace silenzioso ingombrante e inutile.
L’asciutto piano inclinato viene utilizzato come un vero e proprio schermo sul quale si proiettano in mapping una serie di video a tema acquatico. L’attivazione dei video dipende da un’azione dello spettatore. Un’azione insolita, curiosa, semplice: Il meccanismo è attivato da un circuito elettrico collegato a una tastiera esterna. Chiudendo il circuito il segnale arrivava a diversi tasti che davano l’avvio dei video.
L’azione della mano dello spettatore (o meglio degli spettatori, fino a sei contemporaneamente) ognuno su una ciotola d’acqua, chiude un circuito elettrico che avvia la proiezione. L’azione combinata e casuale dei sei circuiti offe una proiezione sempre diversa.I contenuti sono tutte riprese video in macro, di forti flussi e acque correnti. Quasi tutti i video hanno un movimento a cascata per rendere quasi verosimile la riattivazione della fontana,
Abbiamo fatto un paio di domande al giovane artista, già attivo in vari Festival, sulla sua attività e nello specifico sull’installazione per #PomeziaLightFestival
Qual è il tuo percorso artistico?
TOMMASO RINALDI/HIGHFILES: Durante gli anni dell’Accademia di Belle Arti a Torino ho iniziato a intraprendere un percorso legato alla visual art ma slegata dal consueto ambito; interessandomi principalmente l’atto performativo mi sono lanciato nel mondo del vjing e del video mapping. Avendo fatto però studi in scenografia spesso i miei video mapping vengono concepiti come sculture mappate. Questo mi ha permesso di lavorare in più ambiti, dai club ai festival di arte indipendente ad esempio Nesxt festival di Torino. In più trovo fondamentale l’ interdisciplinarietà, così spesso collaboro con musicisti, ballerini, coreografi ed altri artisti visivi.
Per quanto riguarda la mia attività come High Files è difficile da definire… Mi occupo un po’ di tutto… Dalla realizzazione di contenuti visivi alla messa in atto live. pazio dalla realizzazione di strutture alla loro mappatura.. Installazioni… Visual e vj set.. Performance… Vado in crisi al pensiero di dovermi definire mi piace essere libero e non categorizzarmi!
Com’è nata l’idea dell’installazione Marea?
TOMMASO RINALDI/HIGHFILES L’idea nasce dal’intento di ridare vita ad una architettura di Pomezia che nel tempo ha perso la sua funzione originaria. Essendo lo spazio una fontana ho voluto mettere in rapporto il pubblico con l’elemento acqua direttamente e in modo da coinvolgere più sensi, Passando dal tatto per arrivare a vista e udito. Ma l’idea nasce anche e soprattutto dal concetto che gli spazi in disuso possano tornare a vivere solo se la cittadinanza abbia il reale desiderio di relazionarsi e rapportarsi attivamente con questi. L’installazione fondamentalmente vuole creare uno stimolo ad andare verso questa direzione.
Qual è il significato del gesto dello spettatore che attiva il video tramite una baccinella d’acqua e dei circuiti?
TOMMASO RINALDI/HIGHFILES Il gesto vuole ribaltare in un certo senso il rapporto che si ha con le acque delle nostre fontane, ritenute quasi “sacre” ed intoccabili, e la cui fruizione è per lo più passiva. Tramite il contatto diretto con l’acqua e l’interattivita questa fruizione diventa esclusivamente attiva. Poi visto che non sono un tecnico ho pensato che potesse essere un metodo semplice ma comunque efficace per lo scopo che volevo ottenere, una semplice attivazione, senza dovermi inoltrare in complesse scritture di programmi, essendo quello un ambito assolutamente da me incompreso
C’è un’ispirazione anche legata al contenuto? Qualche artista di riferimento?
TOMMASO RINALDI/HIGHFILES: In realtà l’ispirazione nasce da una specie di sogno avuto in quei leggeri dormiveglia.. sai..quando i sogni sono quasi tangibili. Sicuramente son stato influenzato da altri artisti ma non sarei in grado di individuarli. Sicuramente il periodo impressionista mi ha fornito spunti su come trattare il tema acqua nonostante la mia fosse una rielaborazione video.
Che software hai utilizzato?
TOMMASO RINALDI/HIGHFILES: Il software utilizzato è Resolume arena e un video ( quello della goccia per intenderci) è stato realizzato digitalmente in after effect mentre tutto il resto sono registrazioni da campo audio e video. La parte interattiva era controllata da una tastiera esterna interfacciata in Resolume
Ti occupi anche di videoperformance. Ci vuoi raccontare come sei approdato a questo genere live?
TOMMASO RINALDI/HIGHFILES Le video performance nascono come naturale sviluppo di un percorso parallelo che ho seguito negli ultimi anni che è quello della performance artistiche. questo percorso è iniziato con un workshop tenuto da Francesca Arri e da lì ho iniziato a performare per lei (tra l’altro recentemente abbiamo lavorato assieme alla performance “Anomala” in cui per la prima volta il mio contributo non è più stato fisico, bensì visivo). Da qui è nata la necessità di slegarmi dalla solita condizione in cui lavoro, ossia solitamente nascosto e relegato in una regia, e aggiungere all’apparato visivo anche la mia presenza e mostrare il processo creativo live al pubblico per renderlo più partecipe anche attivamente.
Questa è la foto della performance realizzata per nesxt festival. la performance consisteva nella realizzazione di video di oggetti a mia disposizione raccolti da me nel tempo, e poi nel convertirli, e modificarli live. Questo comportava un notevole carico sulle prestazioni del mio computer che generava anomalie di frame rate. Fondamentale è stata l collaborazione del pubblico per la realizzazione dei contenuti
Hai realizzato anche dei graffiti videomapping, un format molto “indie”
TOMMASO RINALDI/HIGHFILES Il graffito è un lavoro di videomapping live per l’organizzazione di eventi musicali Genau di Torino. Il dipinto che è stato realizzato realizzato da Btoy è stato rielaborato prima in formato video (realizzazione di una cinquantina di loop) tramite azioni di motion graphic e uso di fotografie per rendere il videomapping iperrealistico, poi gestito live per le 7 ore di concerto.
L’ospite della serata era Rebekah, una famosissima dj berlinese. e in realtà questo è un lavoro che nasce per puro divertimento, ho sempre pensato frequentando il Bunker, locale dove si è svolta la serata, che fosse una superficie perfetta per un videomapping, e collaborando spesso con Genau abbiamo approfittato dell’occasione per fare qualcosa di nuovo e a cui il pubblico non fosse abituato.
https://www.facebook.com/ProjectionMappingCentral/videos/727087180827675/
Ti sei occupato anche di teatro o danza?
TOMMASO RINALDI/HIGHFILES: Sempre tramite genau sono entrato in contatto con un corpo di danza, le Ephimera con cui stiamo realizzando spettacoli di visual danza
Invece “Incubus, è una installazione video realizzata durante la residenza artistica “Una Diversa Geografia” in collaborazione con Globster, artista che lavora con il suono. questo è un estratto perchè i video venivano gestiti ed elaborati, dopo essere stati preparati in precedenza, totalmente a caso, dal software, sempre Resolume.
Tommaso Rinaldi
HIGH FILES
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