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Peter Sellars dirige la Iolanta di Chaikovskij ad Aix en Provence
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Aix en Provence, Iolanta

Al festival di Aix-en-Provence  Iolanta è in scena abbinata alla rara Perséphone di Igor Stravinski, in un percorso ideale dall’ombra alla luce ideato nel 2012 per il Teatro Real di Madrid da Peter Sellars e Theodor Currentzis. L’impianto scenico di Georg Tsypin è unico per entrambe le opere e vede una scena fissa e vuota costituita da quattro intelaiature squadrate sormontate da steli asimmetriche e petrose che inseriscono la rappresentazione in una prospettiva mitologica e atemporale. Il porticato evoca  interno ed esterno, il palazzo e il giardino proibito, ma sono soprattutto le luci, davvero  incredibili, di James F. Ingalls a creare un’atmosfera di sensibilità rarefatta che è un tutt’uno con drammaturgia e musica. Il gioco di chiaroscuri illumina i volti delle amiche scolpendone il dolore per le sorti della cieca Iolanta, isolata in una zona d’ombra sensibile che ne esalta delicatezza e fragilità. Proiezioni sfuocate e cangianti, spesso virate nei toni del blu,viola e seppia, creano sullo sfondo un regno dell’ombra (che non a caso istituisce un sistema di corrispondenze col mondo degli inferi di Perséphone) e rendono palpabile allo spettatore la percezione della luce e/o della sua assenza. Sullo schermo le sagome e (soprattutto) le mani dei protagonisti si dilatano in spettri evanescenti, acquisiscono i contorni sfumati di ala d’angelo o colomba dando alla favola una connotazione sacra. Da notare che la presente edizione, per scelta di regista e direttore, inserisce un lungo coro liturgico ortodosso, possente e angelicato, che conferisce all’opera un’inedita chiave mistica. Si apprezza la delicatezza discreta con cui  Peter Sellars dà vita ai personaggi e al loro mondo interiore con un rispetto “insolito” per il  regista, enfant terrible  che qui preferisce  annullarsi e restare nell’ombra. Il lavoro sulla recitazione è immenso e ogni inflessione, gesto, movimento (bellissimo il delicato fremere delle mani per afferrare la luce nell’aria) genera nello spettatore una rara empatia e si esce dalla sala in preda alla commozione e verrebbe voglia di piangere lacrime di bellezza. (….continua su http://www.teatro.it/rubriche/spettacoli_estero/aix_en_provence_iolanta_43892)