Gabriele Arruzzo, Valentina D’Amaro, Francesco De Grandi, Fulvio Di Piazza, Daniele Galliano, Federico Guida, Giovanni Manfredini, Davide Nido, AlessandroPapetti, Luca Pignatelli, Pierluigi Pusole, Velasco, Gehard Demetz, LucaAndreoni, Carlo Benvenuto, Botto/Bruno, Paola De Pietri, Gianni Ferrero Merlino, Luisa Lambri, Walter Niedermayr, Francesca Rivetti, Paolo Ventura.
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“La profondità è fatalmente condannata a convertirsi in super cie se vuole manifestarsi”
Ortega y Gasset
La parola super ciale indica nell’accezione comune qualcosa di fatuo, leggero, privo di interiorità, viene utilizzata per dare un giudizio estremamente negativo su una situazione o una persona.
Ma davvero non è importante e intensa la super cie delle cose?
La nostra società assegna all’estetica, alla super cie, un’importanza indubbia. Attraverso il colore di un abito, gli accessori, la scelta di una automobile o della fotogra a che pubblichiamo su un social network non stiamo forse esprimendo qualcosa di profondo su noi stessi?
Non stiamo tentando di costruire e condividere la nostra identità sociale?
Il rapporto tra forma e sostanza diventa dunque una condizione necessaria per comunicare qualcosa; un contenuto può essere da noi percepito e compreso solo attraverso la forma che assume.
Dopo le avanguardie del Novecento e l’inizio di questo secolo, parlare di estetica o di bellezza di un’opera d’arte è diventata un’operazione per nostalgici e, appunto, super ciali; è però certo che un contenuto, per quanto valido, se non è sostenuto da una forma adeguata non è riconoscibile.
Nelle opere d’arte, soprattutto in quelle bidimensionali, la forma che ci mette in relazione con il contenuto è la super cie.
Le super ci delle tele o delle fotogra e sono uno spazio di con ne sul quale il mondo interno dell’artista e il mondo esterno riescono a relazionarsi, trovando punti d’incontro per dimensioni altrimenti distanti.
Osservando un segno sulla super cie di una tela vediamo il movimento della mano che l’ha lasciato, l’idea che diventa immagine oppure la forma mentis necessaria a stendere una texture ossessiva o uniforme; guardando attraverso l’obiettivo del fotografo riusciamo a sentire il silenzio freddo della neve, il suono degli ambienti desolati di un uf cio vuoto.
Veicolando informazioni visive, tattili, olfattive, la super cie stimola la nostra memoria sensoriale e le nostre emozioni, mettendoci quindi in contatto con noi stessi.
La mostra, composta da 24 opere tra pittura e fotogra a, affronta temi intimi e ri essivi grazie a opere di grande forza evocativa. Benché in maggioranza quasi monocrome, come se luce ed il colore fossero interamente assorbiti dalla super cie, le opere non hanno una narrazione univoca ma consentono ad ognuno di iniziare un proprio personalissimo percorso.
Corrado Zeni
7 dicembre 2017 – 20 gennaio 2018
da martedì a sabato ore 10.00-12.30 | 16.00-19.00
avvicinandosi Natale, avremmo il piacere di farvi gli auguri invitandovi all’ Inaugurazione della Collettiva SURFACE – la profondità della superficie,
Giovedì 7 Dicembre 2017 dalle ore 18.00