“Box” è un insieme di studi sul projection mapping dinamico. Due robot a 6 assi (tipo quelli industriali) montati su dolly permettono alle proiezioni di ruotare e levitare e perfino di interagire.
(articolo tratto da : http://www.backstagenews.it/2013/10/24/bot-dolly-box/ di LORENZO MOZ ORTOLANI)
Ogni elemento base della performance è familiare ai più, lo è meno la tecnologia di controllo. Oltre alla perfetta sincronizzazione tra proiezione e movimento dei pannelli, ci sono vari effetti di parallasse particolarmente efficaci che non sarebbero possibili senza una perfetta sincronia con i movimenti camera (anch’essa montata su robot). Naturalmente, questo ultimo concetto significa che non è possibile raggiungere lo stesso effetto ad occhio nudo, perché è relativo alla posizione dello spettatore.
Descrivono il progetto così:
“Box esplora la sintesi dello spazio reale e digitale, attraverso la proiezione mappata su superfici in movimento. Il video documenta una performance dal vivo, catturata interamente a porte chiuse. Bot & Dolly hanno prodotto questo lavoro per utilizzarlo sia come una dichiarazione artistica che come dimostrazione tecnica . È la collimazione di diverse tecnologie , tra cui la robotica industriale, la projection mapping, e l’ingegneria del software . Crediamo che questa metodologia abbia l’enorme potenziale di trasformare radicalmente le performance teatrali e definire nuovi generi di espressione.”
Nella pagina web di Derivative, gli sviluppatori del software usato per l’opera, TouchDesigner, commentano: