Assurda accusa di “appropriazione culturale” per due spettacoli firmati dal regista franco-canadese Robert Lepage, uno dei nomi “stellari” del teatro mondiale. Un finale degno della peggior censura: gli spettacoli dopo forti pressioni, sono stati cancellati su decisione dello stesso Lepage.
Era previsto per dicembre 2018 a Parigi lo spettacolo sugli indiani d’America “KANATA” con la firma di Robert Lepage e gli attori della compagnia del Theatre du soleil eccezionalmente non diretti da Ariane Mnouchkine. Un cambio di guardia alla regia che ha avuto i peggiori auspici, scontrandosi con la politica, con il pressapochismo, con la superficialità intellettuale. Lo spettacolo è stato cancellato ieri dal palinsesto del Festival.
Lepage era già stato contestato qualche mese fa molto aspramente nel suo Paese per aver firmato la regia del concerto blues della cantante canadese bianca BETTI BONIFASSI SLAV cancellato al Montréal Festival del Jazz
L’accusa abbastanza ridicola da parte di numerosi contestatori che hanno manifestato davanti al teatro in occasione della prima, era quella di appropriarsi in modo inopportuno (“leggi “da bianchi”) dei canti degli schiavi, considerati parte della cultura “nera”. Lepage e Bonifassi rilasciarono una dichiarazione piuttosto chiara in risposta: “The history of slavery, in all its various forms, belongs first and foremost to those who have been oppressed and to the descendants of those people. Diversity and its artistic potential are at the heart of SLAV as much as the legacy of slavery. Do we have the right to tell these stories? “.
Persino il Parti Québécois ha appoggiato Lepage con il leader Jean-François Lisée che ha paragonato la cancellazione dello spettacolo al Festival del Jazz alla censura e altri lo hanno definito un gesto da “terrorismo intellettuale”
IN modo simile Lepage in queste settimane era stato attaccato per il processo di creazione dello spettacolo KANATA, opera teatrale sul rapporto tra bianchi e indiani d’America. Lo spettacolo non verrà rappresentato a Parigi a dicembre, come previsto dopo che i co-produttori americani hanno ritirato il loro interesse (e i finanziamenti) per il progetto.
Lepage e la sua compagnia di produzione Ex Machina hanno dichiarato che lo spettacolo verrà cancellato. Questo annuncio è arrivato dopo l’incontro di sei ore con circa 30 membri della comunità indigena che avevano firmato una lettera aperta sul quotidiano Le Devoir denunciando la produzione quale “esempio di appropriazione culturale”.
Sul giornale si legge che i delegati erano “sconvolti dal fatto che lo spettacolo non prevedesse attori indigeni e ci fossero pochi spunti provenienti dalla loro comunità.
Il giornale The globe and mail scrive; “The controversy surrounding the two theatre performances sparked a debate in Quebec society over the rights of white people to tell stories about minority groups. Lepage and his entourage have said they are the victims of an attack on artistic freedom”.