Nella settimana delle Residenze Digitali, Pau Palacios di Agrupacion Senor Serrano ha presentato in forma di Work in Progress, uno straordinario racconto teatrale on line per bambini sul mito di Prometeo che guarda alla modernità e ai miti attuali mostrando i “resistenti” dei giorni d’oggi.
Insomma quello che venne definito “il mitologema dell’esistenza umana”, ossia Prometeo, tiene banco durante il lock down: del resto come non definire Moderni Prometeo proprio i nostri artisti di teatro che stanno facendo di tutto per resistere, per non soccombere alla chiusura degli spazi scenici, con la cancellazione dei loro spettacoli a tempo indeterminato?
I catalani Agrupación Señor Serrano ci hanno abituato a capire che nei loro spettacoli con tecnologia video, anche in questo PROMETEUS per bambini , l’immagine è tutt’uno col racconto, anzi la drammaturgia è costruita proprio sulle immagini create, modificate sul momento, e il contenuto di questo live cinema è sempre di natura politica, dal tema dell’immigrazione in Birdie alla gestione dell’informazione nel più recente e acclamatissimo The Mountain.
In questo caso è stata usata la piattaforma Zoom per i partecipanti e OBS Studio, un sistema open per gestire sia lo streaming sia il video proveniente da una videocamera e passare poi velocemente al proprio computer
PROMETEUS comincia con Pau Palacios che spiega ai bambini i meccanismi di creazione della storia, l’uso della telecamera dei microfoni, il collegamento on line, insomma un po’ di regole: bisogna spiegare ai piccoli spettatori on line che questo è proprio un teatro, solo un po’ diverso, ma pur sempre un teatro dove bisogna interagire e soprattutto essere attenti.
Pau Palacios: “Era necessario riprodurre l’idea di andare a teatro, la sensazione di essere veramente a teatro; riprodurre il rituale del teatro, sedersi, ascoltare.. Prometeus è uno spettacolo per bambini senza le loro famiglie perché il racconto è tutto espressamente per loro, per entrare in sintonia con loro e parlare di alcuni temi anche “etici” adattati dai miti ma senza filtri”.
Quali sono gli strumenti usati? La telecamera, i video, immagini e iconografie trovate sul momento tramite una ricerca su Internet, Google Earth per conoscere i luoghi dove il mito è ambientato…E soprattutto i LEGO. Che rappresentano i personaggi, mostrano gli oggetti della storia e definiscono anche i ruoli, incarnano simboli.
Naturalmente è fondamentale il narratore che è in video in diretta, dialoga con i bambini ma è anche colui che crea qui e ora, il legame tra l’oggetto e ciò che l’oggetto deve diventare nel racconto mitologico.
In fondo i poteri di Prometeo e del fratello Epimeteo sono da “supereroi”: uno anticipa il futuro e l’altro guarda il passato. Zeus-Batman è il dio dell’Olimpo, ed è riconoscibile perché ha un’aquila e un fulmine in mano con cui controlla il fuoco. …
Ma come spiegare ai bambini che Prometeo è il benefattore della comunità umana proprio perché andò contro i divieti di Zeus rubando il fuoco e facendone dono agli uomini? Come raccontare che l’atto di rubare il fuoco era sì una “trasgressione alle regole” ma che serviva per concedere alla razza umana un’esistenza liberata? Come dirlo in parole semplici?
Poi Pau Palacios comincia con l’interazione col giovane pubblico: cosa si può fare col fuoco? “Avere luce” (Emile), “puoi spaventare le bestie, puoi scaldarti” (Zeno). E poi: chi sono i Prometeo di oggi? E viene mostrata la foto di Julian Assange che naturalmente i piccoli non conoscono: a loro viene spiegato in breve come sia anche lui una “specie” di Prometeo perché ha lottato contro manipolazione dell’individuo da parte della società e dei media, “Assange ha rubato i dati e le informazioni alle multinazionali per darle a tutti e per questo è stato arrestato”. Ed esorta ad andare a cercarlo su Internet e a chiedere ai genitori di raccontar loro la sua storia.
Il racconto continua con il moderno Prometeo, Frankenstein scritto da Mary Shelley, che disobbedisce alle leggi della natura ma che mette in campo l’idea di una “nuova vita”, della trasformazione dell’individuo, diremo “liberato” dal capitalismo e dalle catene delle costrizioni sociali.
Tema già indagato a teatro dal Living Theatre in un famoso Frankenstein-Prometeo del 1964 che ha fatto scuola. In fondo il tema, cinquant’anni dopo, è lo stesso e ha radici antiche e profonde: nel teatro che trasforma chi lo guarda, lo spettatore- anche il piccolo spettatore – diventa “creatura”, portata a nuova vita dal teatro che lo ha rivitalizzato attraverso la presa di coscienza della possibilità concreta di agire attivamente nel mondo.
Applausi speciali per questo ambizioso e prezioso progetto teatrale a cui auguriamo numerose repliche on line e soprattutto in presenza.
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