La redazione di Connessioni Remote invita i suoi lettori alla lettura del numero 5.
Il numero, nello specifico, si apre con due speciali interviste a due importantissime figure della ricerca teatrale e scientifica internazionale.
Nella prima, Vincenzo Sansone intervista uno dei massimi maestri della ricerca tea- trale contemporanea, Eugenio Barba, regista, pedagogo, studioso, fondatore dell’Odin Teatret, dell’Antropologia Teatrale, dell’ISTA, figura cardine del Terzo Teatro. Sansone si confronta con il Maestro Barba sulla relazione tra video e teatro e sulla odierna e scottante questione degli archivi, in particolare quelli teatrali, e delle pratiche di archiviazione, par- tendo da uno sguardo al “passato” e cercando risposte per il “futuro” o i “futuri possibili”, attraverso il nuovo progetto di Barba chiamato “Archivio Vivente”.
Nella seconda, Anna Maria Monteverdi e Antonio Pizzo dialogano con Luciano Floridi, Professore Ordinario di Sociologia della cultura e della comunicazione all’Uni- versità di Bologna e direttore del Digital Ethics Center dell’Università di Yale, sul virtuale e sull’annosa questione dell’Intelligenza Artificiale che sta mettendo in crisi tutti i campi dell’attività umana.
La sezione sottoposta a double-blind peer review ospita cinque importanti con- tributi che, sotto vari punti di vista, si occupano di performance, spazi e tecnologie.
Nel primo saggio, Desirée Sabatini traccia le esperienze di utilizzo artistico dello spa-zio urbano nella città di Roma dalla fine degli anni Novanta ad oggi. Lo spazio, osserva la studiosa, è stato oggetto di eventi realizzati attraverso l’impiego di due pratiche performative specifiche: da una parte, la nascita di spazi non convenzionali in zone periferiche della città; dall’altra, la pianificazione del paesaggio umano con azioni performative che coinvolgono attivamente il pubblico con l’esplorazione e la riscoperta collettiva dei luoghi.
Dallo spazio urbano di Roma a quello di Venezia. Nel secondo saggio, infatti, Emanuele Rinaldo Meschini, analizza il rapporto tra pratica artistica e spazio urbano attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali, nello specifico quelle di VR/AR e gaming. Meschini osserva il caso specifico di Venezia, divisa tra processo di over touristification da una parte e svuo- tamento dei suoi residenti. I casi studio che lo studioso tratta analizzano il rapporto tra pratica artistica ed ecologia della città, ecologia di Venezia intesa nello sviluppo complesso del suo rapporto sociale e ambientale.
Il terzo saggio, degli studiosi Belisa Zoehler Giorgis e Tiago Ricciardi Correa Lopes, si occupa di musiciste indipendenti di Porto Alegre (Brasile) e di Milano (Italia) e delle loro pratiche e strategie di resistenza durante il periodo del COVID. Gli studiosi indagano il con- cetto di platformed audiovisualities in queste strategie, rintracciando pratiche di artivismo nelle azioni delle musiciste osservate e studiate.
Nel quarto saggio, Antonio Ianniello estende la nozione di “gray zone” (C. Bishop, 2018) attraverso quella di “skilled intentionality,” (Rietveld, Denys, Van Westen, 2018) nel campo delle scienze cognitive incarnate. Lo studioso presenta la nozione di “skilled co- presence” attraverso la quale cerca di spiegare la modalità per estendere le nostre abilità e ibridarci con gli altri, con i materiali e con le tecnologie.
Nel quinto saggio, Alessio Arena, attraverso la figura di un giovane scenografo, Mattia Pi- randello, indaga la nozione di “ingegneria drammatica”. Nel lavoro di Pirandello, infatti, come osserva lo studioso, la scenografia costituisce il principale strumento di codifica e decodifica del dramma, poiché lo scenografo paragona la scenografia a una partitura o a uno spartito.
La sezione “L’arte è inutile come una cannuccia annodata”, come di consueto, raccoglie articoli, recensioni a spettacoli, interventi critici e omaggi d’artista fuori peer-review ma selezionati dal comitato editoriale.
In questo numero ospitiamo un importantissimo contributo di Andrea Balzola che omaggia l’artista Piero Gilardi, uno dei protagonisti dell’avanguardia artistica internazio- nale tra gli anni ’60 e oggi, scomparso nel marzo 2023. Come nota Balzola, la sperimenta- zione artistica di nuove forme, tecniche e materiali di Gilardi, si è sempre intrecciata con un impegno attivo in ambito etico-politico per favorire spirito critico e creatività collettiva, e con un’elaborazione teorica originale sull’innovazione dei modelli sociali e culturali.
Segue una riflessione e un racconto fotografico di Anna Moretti Conti sul progetto Proiectura-Lovere la città illuminata, un architectural mapping realizzato nel maggio 2023 nella cittadina di Lovere, in provincia di Bergamo, dal Liceo Artistico Decio Celeri, con il supporto di esperti esterni, per coinvolgere gli studenti nella realizzazione di un progetto artistico concreto e professionale.
Segue un saggio a firma di Martina Raponi intitolato Psofotopias, che osserva come diversi media, artefatti culturali e narrazioni descrivano i sogni e l’atto del sognare. Raponi collega questi popolari esempi mediali alla critica sulla tecnologia contemporanea e alla teoria dei media, alla scienza del cervello e alla filosofia e conclude con un commento su una delle sue recenti installazioni artistiche.
Chiude la sezione un intervento di Viviana Miele sulla figura di un memorabile artista della scena del Novecento, Franco Dragone, che racchiude in sé le sperimentazioni che afferiscono al campo dello spettacolo digitale. Miele racconta della sua personale espe- rienza con il regista e si sofferma in particolare su una importante produzione del regista: The House of Dancing Water.
Link al numero 5: https://riviste.unimi.it/index.php/connessioniremote/issue/view/1977
Buona lettura