Naples three of three (scheda a cura di Alessandra Troncone) la video installazione di Matilde De Feo al Madre
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Naples three of three è un’ipotesi di storytelling digitale, una trilogia che trasforma le storie in visioni raccontando, attraverso uno sguardo unico e al contempo sempre diverso, la realtà metropolitana di Napoli: tre racconti che entrano in relazione tra loro, ciascuno con la propria autonomia di linguaggio, pensati come tre soglie sulla città, tre capitoli di una ricognizione poetica e visiva sul concetto di comunità ed ecosistema, di trasformazione e resistenza, che si produce attraverso la documentazione, l’incontro e la relazione con l’altro. Per il MADRE l’artista MATILDE DE FEO allestisce, in un’unica stanza, il primo capitolo della trilogia, dal titolo Desert Flower, e una traccia progettuale del secondo capitolo, Ramondino’s Apologue, storyboard di un ritratto animato dedicato alla scrittrice Fabrizia Ramondino, co-sceneggiato con Marina Dammacco, anteprima che sarà sviluppata in forma completa nel 2018.
Tutta questa trilogia è costruita sull’idea della cross-medialità e sul coinvolgimento degli abitanti della città nel processo di costruzione di una storia comune composta di tante storie individuali, a metà tra documentario e finzione. Nello specifico Desert Flower prende spunto dalla storia della ginestra etnea, pianta particolarmente invasiva che, nell’estate del 2016, ha aggredito il Vesuvio minacciando di renderne completamente giallo il profilo. Nella videoinstallazione De Feo mette in relazione il fenomeno della “giallificazione” con l’intervento dell’uomo, e in particolare con la costruzione di edifici che parimenti alterano il paesaggio urbano. Attraverso il coinvolgimento di cinque abitanti della città, dal centro alla periferia, l’artista documenta il loro vivere la casa e le reazioni emozionali provocate dall’invasione cromatica in atto. Gli stessi abitanti sono protagonisti di interviste pubblicate sul sito web del MADRE a completamento del progetto, grazie alle quali l’artista raccoglie testimonianze dal vivo sul processo di urbanizzazione e sulle dinamiche abitative della città stessa. Il documentario è anche un viaggio attraverso l’architettura modernista: alle immagini intime e private delle case fanno da contraltare quelle pubbliche, ovvero le opere architettoniche di Aldo Loris Rossi, Davide Pacanowski, Franz di Salvo, Luigi Cosenza, Stefania Filo Speziale, Franco Purini. L’elemento cromatico ritorna nello storyboard dedicato a Fabrizia Ramondino, dove ad ogni capitolo è associato un colore. La partitura per immagini è costruita a partire dalla lettura delle opere di Ramondino, in particolare Il libro dei sogni, e da spunti derivati dall’inedita intervista a Mario Martone, che sarà fruibile in forma audio nella stessa sala