VIAREGGIO – Da un’ idea di Gabriele Marangoni, Lino Strangis e Alessandro Giannetti, una imperdibile jam session noise in cui tutto può accadere, giovedì 4 settembre dalle ore 19, a Viareggio presso l’Officina Dada Boom (Via Minghetti 12).
Tutt* musicist* possono partecipare e suonare qualsiasi cosa emetta un suono, non c’è alcun limite alla fantasia. Alla performance viareggina si uniranno via skype l’artista e musicista Lino Strangis in collegamento da Roma e la cantante/videomaker Claudia Garrocini da San Paolo, Brasile. Il progetto intende proseguire la “tradizione” avanguardista della free improvisation intesa come performance sonora in cui la musica e la sua concezione divengono azione libera e totalmente spontanea (come molto plausibilmente si pensa che originariamente essa fosse e quindi ricercandone l’essenza).
In questo “surfare” i suoni e gli eventi in cui ogni fonte sonora modulabile (o non modulabile) può rientrare nel processo a “guidare”, a fare da bussola, è solo la “sensibilità fono-relazionale” tra i musicisti ed ogni possibile evento sonoro (ma anche non sonoro) si presenti nel contesto/ambiente del fenomeno performativo. Ma se la free improvisation classica, nata in prevalenza dal free jazz e dalla musica contemporanea del Novecento (da quando si è provato a pensare di andare oltre anche al concetto di alea) si è basata principalmente sulla produzione di suoni che portassero al limite le possibilità degli strumenti musicali (come di varie altre fonti di suono) proponendo quindi una gamma di possibilità in gran parte rivolta alla produzione di suoni-rumori che cercavano anche il “limite dell’ ascoltabilità”, questo progetto intende re-integrare tra le possibilità (sempre estemporaneamente “trovate”) anche qualche momento prettamente “melodico” (pur senza per questo rinunciare alla totale libertà e senza scrivere ne stabilire nulla) rivisto e “attualizzato” prendendo spunto anche dalle esperienze di un certo rock e certa musica elettronica che pur proponendo innovazioni linguistiche sono state capaci di “penetrare” l’attenzione di un pubblico variegato e ampio . Una situazione del tutto aperta, in cui nessuna possibilità è esclusa e in cui le escursioni formali possono essere concretamente infinite nel tentativo di proporre una musica d’avanguardia che sappia anche trovare l’interesse di un pubblico non specializzato, oltre che un modo di fare ricerca che non rinunci totalmente a risultare anche perfino a tratti puramente “piacevole” a qualunque tipo di ascoltatore (che sia almeno vagamente “aperto”) oltre che ad acquisire una dimensione totalmente non idiomatica… Aperta a tutto quindi, senza alcun filtro, alcun riferimento prestabilito, nessuna scelta stilistica preordinata, aperta quindi al libero fluire dei suoni, dal dialogo tra i musicisti con i loro strumenti e con l’accadere delle cose. Ulteriore particolarità del progetto è la presenza di alcuni performer non fisicamente presenti ma collegati via skype.