Un documento video raro e bellissimo a firma di Giacomo Verde: lo spettacolo di Marcel.lì Antunez Roca Transpermia nato a seguito dell’esperienza a gravità zero alla Città delle stelle commentato da Antonio Caronia che intervista l’autore.
Marcel.lì Antunez Roca-Giacomo Verde- Antonio Caronia, una triade perfetta!
“Nel 2003 ho avuto la fortuna di essere invitato da Catalyst, un’organizzazione nata in Inghilterra per fare esperienze in gravità zero. Questa associazione è specializzata nel far progetti sull’arte e la scienza e dal 2000 al 2003 hanno fatto tre campagne in cui hanno portato artisti alla Città delle stelle in Russia e li hanno messi in un aeroplano per sperimentare la gravità zero e la doppia gravità. C’è una macchina preparata per fare un volo di parabola a gravità zero.
La parabola serve per istruire i cosmonauti, ed è stata disegnata e inventata per i sovietici e oggi è usata dalla Nasa e dall’Agenzia europea dell’ Aereonautica.
Là c’era la replica della Mir che serviva per le prove di fluttuabililtà, per le prove dell’attività extra veicolare. Ho portato il mio staff, esoscheletro, schermi; siamo stati due giorni.Siamo stati invitati a partecipare a questa storia incredibile. Ci siamo visti all’inizio di aprile del 2003. Io ho avuto la fortuna di fare due voli diversi, 6 parabole nel primo e 19 nel secondo e mettere dentro tutta la mia esperienza più recente, il dresskeleton sviluppato per Pol e Requiem; abbiamo avuto l’idea di usare il movimento involontario del corpo che rimaneva collegato con lo schermo che è dietro. Abbiamo fatto questa esperienza due volte. Il primo giorno abbiamo realizzato microperformance di 30° ognuno con esoscheletro e schermo con immagini. Mi muovevo ma non aveva senso il movimento perché quando il corpo va in gravità zero prende una nuova dimensione di movimento senza bisogno di muovere niente; così abbiamo seguito unaltra strategia il secondo giorno. Abbiamo deciso di usare gli strumenti in modo diverso. Lesperimento con dresskeleton questa volta prevedeva la presenza di uno degli istruttori, Boris che mi faceva muovere. Il periodo della gravità zero comincia dall’aereoporto militare con un volo che dura un’ora e mezza; l’aereo va a 6000 metri di altezza, fa una parabola di trenta secondi fino a 8000 metri e si lascia cadere poi va di nuovo a 6000 metri, tutto in un minuto e mezzo
Nei trenta secondi di doppia gravità senti i polmoni e il fegato che si comprimono e dopo c’è la gravità zero che significa perdita della autopercezione con cambio della pressione sanguigna, una nuova realtà dimensionale per tornare alla microgravità. In questa città delle stelle hanno sviluppato l’idea assurda di portare la vita fuori della biosfera e dopo queste esperienza ho pensato alla costruzione di un progetto che parlasse del portare la vita all’esterno attraverso un mezzo artificiale.
TRANSPERMIA-PANSPERMIA INVERSA
Portare la vita nello spazio mi ha fatto ricordare un’idea che spiega l’’inizio, l’origine della vita nel nostro pianeta: la teoria della panspermia. Probabilmente comete e asteroidi sono venuti dalla stelle con materia biologiche batteri e spore hanno fatto crash sulla terra ed è uscita la vita 3600 milioni di anni fa e così ha inizio l’evoluzione biologica. La cultura in questo processo biologico fabbrica gli astronauti che ritornano allo spazio, all’esterno una nuova volta. La panspermia che ha portato la vita ritorna allo spazio attraverso una nuova panspermia inversa che io chiamo transpermia. L’utopia per me è di permettere a tutti, non solo ai cosmonauti e ai militari di andare nello spazio.
Il mio progetto Transpermia è dove abita questo prototipo dell’utopia.