FLUCTUS | 2018
Fluctus é una esibizione interdisciplinare il cui nucleo principale é costituito da una grande installazione che simboleggia la visione di
un mare che sta diventando sempre più inquinato a causa del nostro comportamento. Una grande onda che nelle fattezze e nella cromia rappresenta l’incombenza e la decadenza che stiamo vivendo, aleggia sulle nostre teste come un monito.
L’artista dopo anni di riflessione sull’argomento, giunge alla conclusione che il vero inquinamento risieda dentro di noi. Soltanto con un cambiamento collettivo, possiamo tentare di ricucire questa netta separazione dalla Natura, dalla nostra vera Natura.
“Avere intrapreso questo percorso significa avere anche un ruolo sociale, cercare di sintetizzare una traccia, fare dell’arte un’architettura sociale. Il termine Fluctus porta con sé nella sua fonetica due momenti, uno leggero quasi di sospensione, il fluire sussurrato di quello che arriva, di quello che ci lascia. Un momento pesante come l’impatto di un colpo assestato nello stomaco, così forte da farci fermare, frastornati dal riverbero.
Se alzo gli occhi, sento il peso di una massa nera sopra il mio capo, come se ci fosse improvvisamente qualcosa con cui fare i conti e paradossalmente lo sento dentro con empatia. Forse per noi umani é iniziata l’era delle conseguenze, l’era del comprendere le responsabilità dei nostri gesti passati.” Giuseppe La Spada
Beauty has always moved my research. An ancient Japanese saying declaims
“Beauty is the outcome of the right”, I’ve asked myself it it was still current, especially
by analysing one of the most “beautiful” and “functional” creations of man.
As a child, its form, its transparency, bewitched me through its usefulness, its colours. Nowadays I don’t know if this beauty, this element, Plastic, can also be right, at least about its management, as it is nearly always neglected after its use.
It feels like a paradox that it was born to hold water and today we find ourselves exactly
in front of the precise opposite.