Ci hanno provato a firmare esilaranti Manifesti di Teatro digitale live con tentativi fallimentari di categorizzare un settore produttivo che sfugge a ogni incasellamento; al momento gli autori e teorici più attivi e accademicamente più credibili, si sono radunati in un network importante come ARTI DIGITALI dal VIVO fondato da Anna MOnteverdi (UNIMI) e Antonio Pizzo (Unito) che ha supportato con grande entusiasmo il “Libro bianco sullo Spettacolo dal Vivo” a cura di SImone Arcagni e Lui Argano che offre uno spaccato sulla produzione italiana.
Edito dalla LUISS il volume è un’antologia che raduna interventi critici di autori, saggisti, professori universtari, giovani ricercatori e anche giornalisti e testimoni di lungo corso come O.Ponte de Pino e Carlo Infante che, a partire dall’anagrafe, possono raccontare, poiché c’erano, gli eventi degli anni Settanta-Ottanta che sono la matrice da cui la scena digitale ha attinto.
Due sono gli obiettivi di questo “libro bianco”, promosso all’interno del progetto onLive di Piemonte dal Vivo: il primo è quello di restituire un quadro critico di conoscenza attorno allo spettacolo digitale dal vivo in Italia, nelle sue diverse declinazioni, forme, caratteristiche. Il secondo consiste nel tentativo di tracciare delle possibili strategie per valorizzare questi spettacoli, affrontando sfide, vincoli e cercando di delineare delle prospettive per il futuro. Simone Arcagni e Lucio Argano, affiancati dal gruppo Arti Digitali dal Vivo, si sono avvalsi del contributo di più di venti studiosi e professionisti e hanno raccolto materiali, schede e riflessioni in grado di affrontare da più punti di vista lo spettacolo digitale dal vivo in Italia così da tracciare una mappa dello stato dell’arte. Una fotografia dinamica sulla storia dello spettacolo digitale e un’inchiesta sulle implicazioni sul piano delle norme, della formazione, della produzione e delle relazioni con festival.