Il flauto magico (Die Zauberflöte)
opera tedesca in due atti su libretto di Emanuel Schikaneder
musica di WOLFGANG AMADEUS MOZART
Editore Bärenreiter. Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano
opera in lingua originale, sovratitoli in italiano realizzati dalla Fondazione Teatro Goldoni
direttore Dejan Savić
regia, scene e costumi Lindsay Kemp
regista assistente Daniela Maccari
luci Lindsay Kemp e David Haughton
progetto scenografico Sergio Seghettini
Orchestra della Toscana
nuovo allestimento del Teatro Goldoni di Livorno
coproduzione Teatro Goldoni di Livorno, Teatro del Giglio di Lucca, Teatro di Pisa
in collaborazione con Luglio Musicale Trapanese
Novembre 2016: venerdì 11 (h. 20,30) domenica 13 (h. 16,30)
Il flauto magico, opera geniale ed ultima di Mozart che scomparve prematuramente appena due mesi dopo averne finito la composizione, ritornerà a novembre al Teatro Goldoni a quasi venti anni dalla sua ultima apparizione a Livorno con tutto il suo intreccio di passioni, magia, favola e poesia, nella nuova produzione che la Fondazione Teatro Goldoni cura insieme al Teatro del Giglio di Lucca e il Teatro di Pisa. Il nuovo allestimento, reca la firma di uno dei più prestigiosi uomini di teatro della scene europea, il regista, mimo, danzatore e pittore Lindsay Kemp, che tornerà al Teatro Goldoni di Livorno – da qualche anno sua città di adozione – nelle vesti di regista d’opera, oltre che scenografo e costumista, dopo oltre un decennio di assenza.
Con un soggetto che trascende con spontanea scioltezza tutte le categorie ortodosse, miscelando sacro e profano, serietà e comicità, fantastico e quotidiano, quest’ “Opera tedesca in due atti” fino dal suo primo apparire alla fine del 1791 non era indirizzata esclusivamente ad un pubblico aristocratico e raffinato ma anche, e soprattutto, al popolo in cerca di divertimento spettacolare. Ed anche il teatro di Kemp è sempre stato popolare e colto allo stesso tempo, un teatro che vuole divertire e che riesce a parlare a tutti, perché usa un linguaggio poetico e magico.
Mozart diede ad una simbologia narrativa alquanto naif (l’amore fra un principe e una principessa, draghi e strumenti musicali magici, complotti cosmici e commedia contadina) una risonanza archetipica universale, investendola con una profondità e brillantezza irresistibile. Per permettere che questo avvenga anche nella messa in scena (e non soltanto nell’ascolto ad occhi chiusi), il regista deve saper dare ai personaggi ed alle situazioni del racconto un’ampiezza di significato insieme ad una nitidezza di forma, un respiro ed insieme una semplicità che lascia all’immaginazione dello spettatore lo spazio per rendere tutto ciò credibile, creando una logica da mito fiabesco nel quale gli eventi più improbabili abbiano l’inevitabilità di un sogno… e questo è da sempre l’approccio di Kemp alle sue creazioni teatrali.
L’opera sarà rappresentata in lingua originale con sottotitoli in italiano.