DIGITAL STORYTELLING E RACCONTO NON LINEARE. SPAZIALIZZAZIONE E FINE DEL DRAMMA, pubblicato da Meltemi Editore, è un’opera partecipata, un progetto editoriale multimediale che nei prossimi anni diventerà uno spunto per approfondire temi dal vivo, con storici, artisti e ricercatori.La prefazione è di Adolfo Fattori, il libro è interamente dedicato al nostro amico Vincenzo Del Gaudio.Il volume è in tutte le librerie già dal 22 Novembre e su tutti gli store online.
https://www.lafeltrinelli.it/digital…/e/9791256150946
Gli autoriAnna Maria Monteverdi professoressa associata alla Statale di Milano,
Adolfo Fattori sociologo, docente all’Accademia delle Belle Arti di Napoli,
Giacomo Ravesi, professore associato presso Romatre,
Matilde De Feo docente ordinario
Accademia di Belle Arti Reggio Calabria ,Alessio Chierico docente ordinario Accademia Belle Arti di Frosinone,
Marianna Carbone docente ordinario Accademia Belle Arti di Napoli,
Grazia D’Arienzo ricercatrice presso l’Università degli studi di Salerno,
Sofia Pirandello ricercatrice presso La Statale di Milano,
Doriana Bruccoleri ricercatrice presso l’Università degli Studi di Palermo, Salvatore Margiotta professore associato presso l’Università di Napoli L’Orientale, Fabrizio Matarese ricercatore presso l’Università di Torino,
Lucia Bergamaschi ricercatore presso Università di Brno, Mimma Valentino ricercatrice presso l’Università di Napoli L’Orientale,
MetaBreracollettivo dell’Accademia di Belle Arti di Brera
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Sinossi
Pensato come un manuale accademico, ma anche come l’esito di un percorso di ricerca che, fra teoria e pratica, esplora i confini al margine tra video, scena e interattività, il presente volume ha lo scopo di ricostruire la storia delle narrazioni contemporanee, dalle sue premesse storiche alle visionarie teorie di Antonin Artaud, passando per la Gesamtkunstwerk wagneriana, la nascita del cinema e l’invenzione del montaggio non lineare da parte di Sergej Ėjzenštejn. Com’è cambiato il modo di raccontare le storie rispetto alle origini del dramma? E dove ha avuto origine la simbiosi con lo spazio, questa esplosione del video dallo schermo, che ruba alla scena il concetto classico di platea, generando nuovi linguaggi e nuove forme spettacolari? Nel 1970, Gene Youngblood parlava già di un cinema in modalità sinestetica: come nuovo paradigma del linguaggio, la tecnologia crea autentiche esperienze cinematografiche in cui film, spazio e struttura architettonica ospitante sono in stretta relazione tra loro. Oggi, i nuovi linguaggi digitali e post-digitali, la logica del prompt, l’Extended Reality (XR) e i concetti di ubiquitous computing e pervasive computing ci permettono, attraverso l’utilizzo di dispositivi come tablet e altri smart device, di scrivere storie che esplodono dallo schermo e diventano superficie, occupando lo spazio reale dello spettatore in un processo condiviso, interattivo e partecipato.
Copertina Multimediale