Dopo aver cercato di “mappare” oggetti immobili, architetture e scenografie, gli artisti digitali si sono messi alla prova con il volto, cioè con la parte del corpo umano che contiene il maggior numero di muscoli: dalla motion capture al real time mapping. Di seguito alcuni esempi di video digitali interattivi con protagonista il volto umano; video installazioni con inserimenti digitali e sistema interattivo; videoclip con effetti sorprendenti; real time mapping e altre curiose sperimentazioni.
FACE SCAN
La scansione del volto nell’esempio che segue, viene eseguita con l’uso del sensore Kinect, che consente di acquisire nella programmazione dell’ambiente digitale i dati topografici e cromatici dei modelli. L’applicazione della scansione è stata scritta in Processing, collegato al Kinect tramite le librerie SimpleOpenNI libraries. Il software permette di disegnare tracce sui volti digitali dei modelli da cui si forma la maschera. Via Do the Mutation
Video interattivo
Reface [Portrait Sequencer] (2007: Golan Levin and Zachary Lieberman): una installazione video interattiva che mescola e compone insieme volti dei visitatori (occhi bocca naso). Reface usa il sistema di “face tracking” per permettere l’allineamento e la segmentazione dei volti dei visitatori. Muovendo bocca e occhi davanti alla telecamera i visitatori vengono registrati e si crea un data base di combinazioni infinite che vengono proposte davanti a chi guarda.
Attraverso l’interazione con l’immagine Reface gioca sul concetto di identità; il risultato è un ritratto “cinetico” composto da tutti gli sguardi dei visitatori. Come se il sistema ne rilasciasse memoria.
Appena sbarcata all’edizione 2015 di ARS electronica ecco BLINDAGE . La maschera digitale copre e nasconde il volto. Sono maschere naturali, organiche,fatte di fiori e piante. Questo video è ricco di metafore e richiami etnografici.
Kinect, proiettori a LED sono stati usati in precedenza ma l’attore camaleonte immerso nell’ambiente digitale è piuttosto nuovo. In questo progetto commissionato da Samsung in Portogallo il duo di artisti Oskar & Gaspar propone un sorprendente videomapping da un’idea dell’agenzia Excentric. Proponiamo video e making of.
https://www.youtube.com/watch?v=9wBxf-NIbbI
https://www.youtube.com/watch?v=9nK9fKFee0w
Klip Collective è un gruppo specializzato ella produzione di ambienti digitali anche per scopi commerciali (videogames per esempio). Qua i link klip.tv youtube.com/TheKlipCollective
L’artista giapponese e programmatore Daito Manabe creatore di spettacoli multimedia di grande impatto visivo, spesso presentati a Ars Electronica, a Sonar e in vari Festival di arte elettronica, ha prodotto nel 2008 “electric stimulus to face-test” nelquale usò inizialmente la sua faccia come strumento. Elettrodi applicati in varie zone del viso stimolano i muscoli che si contraggono e collegati con un sistema computerizzato, producono suoni.
Manabe dice: ” Sono stato ispirato dalla frase di MR TERUOKA mio collaboratore: Possiamo fare un sorriso falso mandando segnali elettrici dal computer al volto ma NESSUNO può fare un sorriso reale senza vere emozioni”. E la performance che usa questo sistema fu influenzata dal libro del ricercatore francese G.B. Duchenne “Mecanisme de la physionomie humain”, dall’opera di Stelar “Ping body”. Da questi pensieri ho cominciato a sperimentare i sensori myoelettrici e generatori a bassa frequenza”
Real time projection mapping
Questa spettacolare realizzazione digitale è il risultato della collaborazione tra l’artista digitale giapponese Nobumichi Asai, il make up artist Hiroto Kuwahara e l’ingegnere digitale Paul Lacroix. Si chiama OMOTE e ha ricevuto il premio ad Ars electronica 2015. Omote è la parola giapponese per faccia o maschera. Dice l’autore: Il volto è considerato lo specchio che riflette l’anima, una soglia tra l’esteriore e l’interiore; nello spettacolo giapponese classico di musica, il NOgaku i performer usano le maschere per esprimere una moltitudine di emozioni drammatiche. Siamo consapevoli della somiglianza con le maschere Omote del Nogaku e esploriamo ulteriori possibilità di integrazione tra la tecnologia e l’arte classica giapponese. L’ Omote project usa la tecnica di projection mapping per mettere un make up ed effetti digitali sul volt della modella e il tutto in tempo reale.
Tecnicamente complicatissimo proiettare in tempo reale tracciando con massima precisione il volto con sensori, processando i dati, creando rendering e usando i proiettori. E’ stato ridotto al minimo il ritardo per ciascuno di questi processi. Nessuno lo aveva fatto prima. SOno stati usati sensori OptiTrack per una risposta veloce al sistema e successivamente sviluppati programmi originali. Possiamo solo immaginare quale straordinario effetto potrebbe generare nelle performance dal vivo.