Christian Boustani e la pittura nel video Di Sabina Caponi su My media |
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Incontro con un autore che ha fatto del rapporto tra pittura e video una delle costanti del suo lavoro Siena, primo capitolo della trilogia, risente dell’approccio diretto e sperimentale alla pittura, che compare in tutta la sua evidenza statica e corposa al tempo stesso; gli estratti pittorici riguardano sia particolari architettonici che dettagli figurativi di corpi e volti: archi, finestre, terrazzi, tetti… come pure volti, busti e figure intere sono accostati a riprese dalla realtà, in raffigurazioni che riescono ancora a comunicare una prospettiva plausibile. Il principio di integrazione dell’iconografia nell’immagine reale è stato il compositing, la giustapposizione di diverse immagini seguita da una ricomposizione ottenuta con sofisticati elaboratori, ma realizzabile oggi anche con Photoshop e AfterEffects; l’unico elaboratore digitale al tempo fu Harry (sviluppato dalla Quantel), e in Siena compaiono al massimo sette, otto fonti diverse. Anche in questo caso l’artista ha operato grazie alcompositing, ma i mezzi utilizzati sono stati decisamente diversi: i piani complessi, come la carrellata del porto, sono stati realizzati con Flame (software concepito dalla Discret Logic), mentre le altre inquadrature sono state realizzate conHenry, elaboratore dalle grandi capacità; ciò ha permesso di riprendere singolarmente vari elementi del paesaggio che poi sono stati ricomposti, tra cui anche i personaggi ripresi su uno sfondo blu-screen prima di esser integrati (l’inquadratura del porto, la più complessa, conta 200 inserti diversi. |
Le commissioni Un video che mostra uno sviluppo tecnologico e creativo: oltre a riprendere il blu-screen e il compositing, è sicuramente più vicino al cinema d’animazione per l’importanza assunta dalla computer grafica: i limiti che fino ad ora intrappolavano le immagini vicino alla dimensione statica della pittura non esistono più. Il primo lavoro, realizzato per far immergere il visitatore nella storia di un centro culturale, ha preceduto delle installazioni creando un ambiente sonoro e un dispositivo scenico multi-schermo per la proiezione di immagini; quest’ultimo è stato realizzato da Boustani: la storia di alcuni saltimbanchi si volge in tragedia all’arrivo della guerra, della carestia e della peste. L’installazione audiovisiva Permis de costruire è una riflessione sul tema della casa come territorio fisico, mentale e immaginario: le vibrazioni del corpo danzante dei ballerini vengono trasmesse nell’universo dell’abitazione, una dimensione domestica ambigua all’interno della quale il pubblico deambula e crea i propri percorsi attraverso pareti traslucide o opache, schermi, specchi e fonti sonore più o meno familiari. LINK A VIDEO_PITTURA: EVE RAMBOZ E CHRISTIANE BOUSTANI |
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