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Teatro, danza, musica e residenze a Contemporanea di Prato.
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CONTEMPORANEA FESTIVAL 15 si svolgerà a Prato dal 25 settembre al 4 ottobre aprendo ufficialmente le attività del Teatro Metastasio Stabile della Toscana nella stagione 2015/2016.

Un festival sulle arti della scena contemporanea è per sua natura un luogo di costruzione, opportunità, incontro e sviluppo creativo. È il germe di una serie di processi di relazione e di progettazione teorica più che il frutto di una schematica direzione artistica. È uno spazio in cui si fondono i linguaggi e nascono composizioni imprevedibili che pongono questioni, producono disorientamenti e criticità, ‘spiazzano’ e allargano il concetto di visione e di coscienza critica.

CONTEMPORANEA FESTIVAL è un corpo vivo con tanti ‘organi’, un insieme di forze che si uniscono nel flusso di un processo di trasformazione che va di pari passo ai mutamenti del nostro tempo. È una zona franca dove lo spettatore consapevole diventa ad un tempo committente e parte dell’opera d’arte, pronto a recuperare una capacità critica personale che lo ricolloca autorevolmente nella comunità, come un greco antico nell’agorà. Questa tredicesima edizione prosegue questa linea progettuale sviluppata nel tempo da Edoardo Donatini, sostiene tantissime relazioni – artistiche, produttive, critiche, territoriali – e presenta artisti e compagnie italiane e straniere che trasformano ogni appuntamento in semplice esercizio di pensiero, propulsore di senso e sensibilità verso le arti della scena e la loro fruizione, strumento di consapevolezza imprescindibile per la formazione dell’individuo e della coscienza comunitaria. Con lo spettatore che pensa al centro. In particolare CONTEMPORANEA FESTIVAL 15 ha un’attenzione speciale per le ultime tendenze della coreografia italiana e internazionale.

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 Guardando prima di tutto alle relazioni internazionali, grazie al suo ruolo all’interno del network Finestate Festival (una rete di 6 festival, oltre a Contemporanea, B.motion/Operaestate Bassano, Castel dei Mondi Andria, Short Theatre di Roma, Terni Festival, Approdi Cagliari), quest’anno CONTEMPORANEA FESTIVAL 15 ha trovato collaborazioni sia con l’Institut Français e Nuovi Mecenati nell’ambito del progetto TransARTE, sia con Prohelvetia con il progetto Swiss Time, e presenta un focus speciale sulle ultime tendenze produttive francesi e svizzere che difficilmente trovano visibilità in Italia.

Quattro dunque gli artisti che arrivano dalla Francia: a rappresentare la danza c’è Christian Rizzo, accompagnato da otto danzatori e due musicisti, che riflette sulla memoria dei gesti con un lavoro che ha debuttato allo scorso Festival d’Avignone ed è poi stato ospitato con enorme successo all’ultima Biennale Danza (2 ottobre); e c’è una recente rivelazione, Mickaël Phelippeau, che indaga l’esperienza autobiografica di un giovanissimo ballerino per raccontare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Inoltre ci sono le proposte particolari, di esperienza partecipata, della Compagnie Tu t’attendais à quoi?, che invita il pubblico a realizzare un viaggio a bordo di una automobile trasformata in cinema (3 e 4 ottobre), e del performer Alex Cecchetti, che conduce in due tappe gli spettatori in un’immaginaria visita guidata del museo del Louvre (1 e 2 ottobre).

Dalla Svizzera arriva invece il primo lavoro da solista di Martin Zimmermann, artista del movimento, clown dal gelido umorismo di una delle più interessanti compagnie di teatro-circo del panorama internazionale (25 e 26 settembre); c’è poi una curiosa performance del coreografo Marco Berrettini che traduce in forma di battaglia danzata una sorta di disputa filosofica (30 settembre), e c’è il ‘concerto per corpo’ di Yasmine Hugonnet, anche lei consacrata all’ultima Biennale Danza per un laboratorio costruito proprio attorno a questo lavoro, che associa lo spettacolo coreografico con i processi della scultura (1 ottobre). A stimolare la partecipazione attiva, poi, arrivano l’allestimento sonoro e visivo costruito a tappe itineranti sul concetto di “parola liquida” di Officina Orsi/Rubidori Manshaft (1/3 ottobre), e un percorso sonoro a stanze attorno alla fiaba di Biancaneve ricostruito dalla compagnia Trickster-p (2/4 ottobre).

 Sempre guardando all’estero, in virtù della sintonia con il lavoro di Kinkaleri e con la loro funzione di residenza creativa nello SpazioK – uno dei luoghi del festival – CONTEMPORANEA FESTIVAL 15 collabora al loro progetto Body to be, (dedicato alla performance contemporanea e realizzato anche in collaborazione con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nell’ambito del progetto regionale Cantiere Toscana Contemporanea) e ospita alcuni artisti che mettono il corpo al centro delle loro riflessione. Con una pièce che racconta il “palco della danza” nel ventesimo secolo trasponendo pratiche coreografiche e visioni del corpo, dall’Inghilterra arriva dunque Tino Seghal, Leone d’Oro alla Biennale 2013, geniale artista che ha (re)introdotto nell’arte il concetto di immaterialità e unicità dell’opera in un modo assolutamente antimoderno che, proprio con questo spettacolo, ha clamorosamente fatto scandalo quest’estate (3 ottobre). E dalla Francia c’è Jérôme Bel, che firma l’assolo con cui il ballerino Cédric Andrieux esprime la sua esperienza d’artista e di uomo aprendo una prospettiva nuova sul suo maestro Merce Cunningham (27 settembre).

 Inoltre, da oltreoceano, tornano gli italo/australiani Cuocolo Bosetti con un lavoro che, a base di cinema, si interroga sull’identità e sulla natura artificiale di ogni autobiografia (30 settembre e 1°ottobre).

 Sul versante italiano, CONTEMPORANEA FESTIVAL 15 consolida alcune relazioni elettive e favorisce il ritorno di alcuni ‘compagni di viaggio’ delle passate edizioni. Ritrova quindi Claudio Morganti, che propone in prima nazionale il “ri-attraversamento” di un lavoro che debuttò 10 anni fa (1/4 ottobre); Massimiliano Civica che, assieme al critico Attilio Scarpellini, apre un varco di riflessione facendo un discorso sulla perdita di senso del teatro che inaugura un nuovo progetto di CONTEMPORANEA dal titolo, volutamente provocatorio, Tutta la verità nient’altro che la verità, che promuove occasioni di discussione e approfondimento (2 ottobre); Benno Steinegger che, dopo un’indagine cognitiva sul campo, coinvolge alcuniattori amatoriali’ del territorio in un performance/casting, un’audizione analitica sul loro rapporto con la vita e l’arte scenica (25 e 27 settembre); e Katia Giuliani che fa rompere dei cocci al pubblico in un’azione catartica e liberatoria (dal 25 settembre al 1 ottobre).

C’è poi spazio per nuovi incontri creativi, come quelli proposti da Fibre Parallele con l’ultima prova come regista e attrice di Licia Lanera – Premio Ubu come miglior interprete under 35 e Premio Duse per La Celestina di Ronconi – (29 settembre), o da Vincenzo Schino con una installazione-spettacolo che ricerca il segno di una vita nel movimento di una marionetta di fil di ferro (29 settembre).

Inoltre, CONTEMPORANEA FESTIVAL 15 riattiva la sua collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci e, in concomitanza con il Forum dell’Arte contemporanea italiana, organizza nei suoi nuovi spazi espositivi il progetto Time to move, un’intera giornata dedicata alla danza con performance da seguire in sequenza delle compagnie più rappresentative del panorama italiano: Compagnia Virgilio Sieni, Letizia Renzini & Marina Giovannini, Kinkaleri, Silvia Costa, Jacopo Jenna, Claudia Catarzi, MK (26 settembre).

E sempre a rappresentanza della danza c’è anche uno spettacolo di Collettivo Cinetico che analizza con nove teenager kamikaze il ruolo dello spettatore e il concetto d’indeterminazione (4 ottobre).

A segnare una novità assoluta nella storia di CONTEMPORANEA è una serata di musica, dedicata alla memoria del grande Ornette Coleman e declinata a ritmo di jazz dagli americani Mary Halvorson e Ches Smith, da Skinshout, con la voce di Gaia Mattiuzzi e la batteria di Francesco Cusa, e da Redshift, con il sassofonista Beppe Scardino, e l’inarrestabile batteria di Massimiliano Sorrentini (3 ottobre).

Quanto alle relazioni territoriali, a risvegliare la “sensibilità” del pubblico, c’è un percorso multisensoriale diviso in 5 performances e in 5 spazi di ZTT, cinque diverse compagnie cittadine – ZAPPA! Resistenze Creative, Sta, Progetto Aliremote Asd,The Loom Movement Factory, Kolam – che interpretano in brevi mini-spettacoli uno dei sensi dell’essere umano (28 settembre prenotazione obbligatoria a zttprato@gmail.com) e, per i più piccoli, c’è la prima nazionale di uno spettacolo di teatro ragazzi della compagnia TPO (25/27 settembre e 1/4 ottobre).

 Una sezione particolare è poi dedicata alla formazione, con una serie di laboratori che si rivolgono sia agli addetti ai lavori che al pubblico: per attori e danzatori ce ne sono due di Marco Berrettini; per gli adolescenti c’è quello di Collettivo Cinetico; per il pubblico ce ne sono due di Massimiliano, e uno di Fosca. Inoltre CONTEMPORANEA FESTIVAL 15 organizza in collaborazione con Altre Velocità un laboratorio redazionale che, con il coinvolgimento degli studenti del Progeas di Prato vedrà comporre una pagina giornaliera dedicata al festival sul quotidiano locale La Nazione (per tutte le info sui laboratori scrivere a mauro.morucci@metastasio.it).

 In tema di residenze creative, infine, nel vivo delle connessioni al sistema teatro, CONTEMPORANEA FESTIVAL 15  organizza la presentazione del 1° volume di Nobiltà e miseria – presente e futuro delle residenze creative in Italia, a resoconto della prima tappa del progetto di ricerca e analisi degli scenari italiani legato al pensiero e alle pratiche sulle e delle residenze creative, realizzato in collaborazione con l’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, ideato e organizzato da Edoardo Donatini e Fabio Biondi, con la collaborazione de Il Tamburo di Kattrin, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il sostegno di Regione Toscana e Regione Emilia Romagna e Regione Puglia (3 ottobre).

 Per tutta la durata del festival sarà attivo uno spazio di ristoro e relax presso l’ex Chiesino San Giovanni, in collaborazione con Fonderia Cultart a cura di Atipico.

 CONTEMPORANEA FESTIVAL15 è un progetto del Teatro Metastasio Stabile della Toscana organizzato con il contributo di Regione Toscana, Provincia di Prato, Comune di Prato.

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PRENOTAZIONI e BIGLIETTERIA – tel +39 0574 608533 – h 9.30-12.30 e 16-19

reception@contemporaneafestival.it – BIGLIETTERIA ON LINE http://ticka.metastasio.it

UFFICIO STAMPA Cristina Roncucci 0574 608504 – 347 1122817

RIMINI PROTOKOLL : LE THÉÂTRE EN MODE PARCOURS DOCUMENTAIRE
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Extract by: MCD.COM essay by Laurent Catala

Pionnier du théâtre expérimental et multimédia, le collectif berlinois Rimini Protokoll invite dans Situation Rooms le public du théâtre des Amandiers de Nanterre à une expérience scénographique à mi-chemin de l’immersion déambulatoire et du web-documentaire.

Médecin de MSF, gestionnaire international des systèmes de défense, ouvrier d’usine de minutions, réfugié syrien, ou encore enfant-soldat, le parcours imbriqué que constitue Situation Rooms et auquel le collectif berlinois Rimini Protokoll convie vingt spectateurs-usagers pour chacune de ses représentations au théâtre des Amandiers de Nanterre prend de multiples visages.

Si ceux-ci tournent tous autour la guerre [le terme de Situation Room lui-même a été emprunté à la célèbre photo où l’on voit Barack Obama dans son bureau entouré de ses collaborateurs au moment de la traque ultime d’Oussama Ben Laden], de l’armement et des dommages collatéraux humains, réels ou programmés (le cynisme du pilote de l’Indian Air Force quand il vante les valeurs de progrès qu’incarne l’utilisation en devenir des drones de combat), ils ne cèdent jamais complètement au pathos que la vision brusque de tels portraits pourrait induire. Il n’y a pas de temps pour cela.

Car muni de votre iPad et de votre casque audio, lâché dans un décor coulissant et interchangeable de bureaux, de laboratoires, de salles de conférences ou de zones de conflit, où les différentes notions de perspectives et d’espaces ne cessent de changer, vous n’avez finalement ni le choix des armes, ni celui de la réflexion. Par période de sept minutes, vous allez incarner successivement dix avatars sur les vingt que compte au total ce dispositif aux allures de jeu vidéo en mode réalité augmentée lo-fi. Et vous confrontez en quelque sorte à la double sensation d’être à la fois la victime et le bourreau, quand vous passez de la compassion du chirurgien pour les blessés qu’il soigne à la morgue morbide du trafiquant de drogue mexicain quand il énumère ces chers disparus.

(continua su MCD.COM)

LE CHÂTEAU EPHÉMÈRE LANCE UN APPEL À PROJETS/ ARTS NUMÉRIQUES ET NOUVELLES ÉCRITURES
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Le Château Éphémère est un lieu récemment ouvert dédié à la création numérique, spécialisé dans l’innovation sonore sous toutes ses formes, implanté dans un lieu patrimonial à Carrières-sous-Poissy dans les Yvelines (78).

Le projet soutenu par l’Agglomération 2 Rives de Seine et la Région Ile-de-France est piloté par les associations Usines Éphémères et Musiques et Cultures Digitales.

Il se donne trois objectifs principaux :
– Proposer aux artistes, développeurs, collectifs… français et internationaux des résidences de création numérique.
– Promouvoir et partager avec le grand public les nouveaux usages créatifs des technologies à travers une programmation artistique et une gamme d’ateliers ouverts à tous sans exclusive d’âge ou de compétences préalables.
– Ouvrir un lieu convivial autour d’un café, d’un restaurant et de la culture libre numérique.

 Dans le cadre de son programme de résidences, le Château Éphémère lance un appel à projet, dont le but est de soutenir la création artistique et numérique en lien avec un territoire.

Vous trouverez tous les détails de cet appel en cliquant sur le lien ici

Le dossier est à envoyer au plus tard le 1er octobre 2015, par courrier et par email à : + Par mail : charly@chateauephemere.org (préciser dans l’objet « appel à projets ») + Par courrier : Château Éphémère Appels à projets Fabrique sonore et numérique 2 Chemin des Grandes Terres 78955 Carrières-sous-Poissy (F)

Water Light Graffiti by Antonin Fourneau
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Antonin Fourneau’s artist residency in the Digitalarti Artlab resulted in the Water Light Graffiti project: an LED wall that reacts to contact with water. After several months of tests, prototypes and material improvements, the project finally saw the light for a few days in a public space in Poitiers, France (end of July 2012).

Since then, Water Light Graffiti has been exhibited in Paris, Las Vegas, Abu Dhabi, Barcelona, Rotterdam, New York, The Hague, Chicago, Amsterdam…

All the construction photographs : at this link
The prototypes period video : at this link (in french, translation by hackaday members here)
All the photographs of public exhibitions: at this link

Water Light Graffiti is a project of Antonin Fourneau
Engineer : Jordan McRae
Design Structure : Guillaume Stagnaro
Graffiti performance : Collectif Painthouse
Assistant team: Clement Ducerf and all the ArtLab volunteers
ArtLab Manager: Jason Cook

Filming: Sarah Taurinya & Quentin Chevrier
Photographs: Quentin Chevrier
Music: Jankenpopp (soundcloud.com/jankenpopp)
Editing and titles: Formidable Studio and Maïa Bompoutou

Support : Ville de Poitiers and Centre Culturel Saint Exupéry

Contact : services@digitalarti.com

La città accelerata. Fotografia, video, musica e conferenze alla Galleria Alfredo Foresta di Lecce
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Caucaso è un gruppo di autori attivi nel cinema di ricerca dal 2004. Per la prima volta a Lecce alla Galleria Alfredo Foresta viene presentata una retrospettiva del lavoro di Enrico Masi come regista e Stefano Migliore come autore. The Golden Temple, documentario lungometraggio è il primo capitolo della trilogia dei mega eventi, che si occupa dell’impatto olimpico sulla metropoli di Londra, durante i giochi del 2012.

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Presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia 2012, miglior colonna sonora a Sulmona Cinema e successivamente proiettato in tutto il mondo. Oggi è il tempo del Brasile. La megalopoli che subisce l’invasione della sovrastruttura olimpionica. La resistenza abitativa brasiliana è protagonista del secondo capitolo della trilogia e diventa mostra fotografica in movimento, presentata a Kling Klang Atelier Berlino e Fotografia Europea di Reggio Emilia, in forma di performance cinematografica, sonorizzata dal vivo da Zende Music.
L’Associazione Culturale Galleria Francesco Foresta, nell’ambito del proprio programma per Lecce Capitale Italiana della Cultura 2015, in collaborazione con l’Associazione Culturale Caucaso di Bologna, presenta la rassegna “La città accelerata”, una mostra confronto, articolata tra video, fotografia e musica, che propone una riflessione sulle città e i loro abitanti, interessate dai grandi eventi.

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Galleria Foresta, Lecce

“La rassegna, diviene occasione di un inusuale percorso articolato tra le stanze di un museo pubblico, il MUST e la galleria Francesco Foresta, un contenitore privato aperto alla città, che materializza, nel cuore barocco un nuova modalità con la quale l’arte contemporanea dialoga con il rispetto della storia”. A. Foresta

Impronte digitali: festival di teatro e tecnologia tra Inzago e Melzo a cura di ILINXARIUM
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Laboratori spettacoli e incontri su teatro e tecnologie: un momento di riflessione sulle tecnologie aumentate e interattive applicate alla scena teatrale. Dal 1
14-17 settembre dalle ore 20:00 alle 23:30, Residenza Artistica ILINXARIUM | via Besana 11 – Inzago. 
Homo Faber: l’attore artigiano di Mario Barzaghi 
Laboratorio teatrale sul Ritmo e sulla Voce
Dal musicista al falegname, dallo scultore al muratore tutti debbono possedere  un’ ars, una tecnica: conoscere gli strumenti di lavoro, i materiali con cui e su cui lavorare. Come il pittore deve conoscere i pennelli, le spatole, le tele, i colori…, così l’attore i suoi particolari strumenti, che sono il corpo e la voce, nelle loro infinite possibilità e potenzialità. L’attore, allora, prima ancora di essere artista, creatore, deve diventare artigiano: apprendere un mestiere, una tecnica, riconoscere e sperimentare i suoi strumenti, decifrare e possedere il loro linguaggio. Attraverso un lungo lavoro di apprendistato l’attore potrà affinare i suoi strumenti, acquisire sapere attoriale, calarsi nello spazio scenico del “teatro”.
 
19-20 settembre ore 10:00-18:00
Residenza Artistica ILINXARIUM |via Besana 11 – Inzago
Laboratorio multimediale di Augmented Theater
di Michele Cremaschi
Laboratorio per attori, registi e programmatori multimediali
E’ possibile utilizzare il digitale in modo creativo e poetico, smentendo i puristi dell’antica arte della scena? Un laboratorio di sperimentazione per lavorare sul connubio tra i due mondi. Il “teatro aumentato” è un genere in cui l’antica arte del palcoscenico si fonde con contenuti multimediali interattivi generati e modificati dal movimento degli attori. Sensori di movimento invisibili al pubblico riconoscono posizioni e spostamenti degli attori. Computer programmati con appositi software generano effetti visivi e scenografie virtuali a partire da tali dati. Software di videomapping calibrati con I videoproiettori colorano le superfici della scenografia, e il corpo degli attori. Quali possibilità artistiche dà un sistema come questo? Come cambia il modo di raccontare, e quali effetti ha per la percezione dello spettatore?  Un laboratorio aperto ad attori, registi, tecnici multimediali. E a programmatori, digital performer. Chi ha competenze e strumenti nel settore li porti: torneranno utili. Chi ha come strumenti “solo” la propria fisicità, la propria arte attoriale, li porti: saranno altrettanto necessari. Chi è solo curioso, porti la sua curiosità. Che è il motore principale per sperimentare e, forse, inventare un nuovo linguaggio.
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21-24 settembre ore 20:00-23:00
Teatro Trivulzio | piazza Risorgimento 19 – Melzo

Laboratorio produttivo “Incontri digitali”
di Nicolas Ceruti/ILINX Teatro
Aperto ad artisti e pubblico
Un palcoscenico, un proiettore, una lavagna digitale, un fondale, luci, oggetti scenici, un conduttore per affrontare un percorso condiviso. Incontri Digitali è un laboratorio creativo. Uno spazio per dar vita a percorsi produttivi. Un viaggio all’interno dell’arte contemporanea. Uno spazio multidiscipnare aperto ad attori, danzatori, musicisti, scenografi, artisti visuali, performer, pubblico partecipe o testimone.
21-26 settembre
Residenza Artistica ILINXARIUM | via Besana 11 – Inzago
Residenza produttiva di Michele Cremaschi su NERD Cabaret 
26 settembre ore 19:00
Teatro Trivulzio | piazza Risorgimento 19 – Melzo
Le Nuove performance digitali tra videomappinge interaction design.
Aperitivo digitale di Anna Maria Monteverdi e Simone Arcagni
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26 settembre ore 21:00
Residenza Artistica ILINXARIUM | via Besana 11 – Inzago

NERD Cabaret di Michele Cremaschi

di e con Michele Cremaschi | regia di Gaetano Ruocco Guadagno e Michele Cremaschi | scenografie di Silvio Motta
multimedia design di Antonio Castellano oggetti di scena Yuri Plebani | videomapping di FramedVision | riprese video Nico Cutugno
Uno spettacolo comico che racconta il cambiamento subito dall’uomo negli ultimi trent’anni, per la presenza sempre più invasiva dei dispositivi digitali. Un Nerd assiste speranzoso alle promesse che tali invenzioni portano con loro, e alle immancabili delusioni che suscitano. Una divertente farsa sulla solitudine digitale che queste invenzioni hanno introdotto nelle nostre vite. Una messa in scena che al tempo stesso fa largo uso di tecnologie digitali al servizio del racconto, in chiave comica e regalando un pizzico di magia. Fino alla catarsi finale: il Nerd dimostrerà che la promessa della tecnologia – farci lavorare meno – può essere esaudita: egli è qui infatti per presentarci due spettacoli… nel tempo di uno soltanto.
26-27settembre ore 10:00-13:00 e 14:00-17:00
Sala Vallaperti | via Dante 2 – Melzo

Laboratorio di Video Mapping di Rajan Craveri
Principale software utilizzato: MadMapper
Il laboratorio è rivolto a coloro che intendono utilizzare le proiezioni per installazioni o performance. Lo scopo è quello di imparare ad adattare un contenuto visivo ad una  superficie o ad un oggetto   entrando quindi in relazione con le sue forme e con il suo materiale. La prima parte del workshop sarà dedicata all’apprendimento degli aspetti tecnici legati al software e ai videoproiettori, la seconda parte sarà dedicata alla sperimentazione  su supporti di materiale e forma differente per arrivare a creare una piccola personale installazione site-specific con il supporto tecnico ed artistico del docente.
PREREQUISITI: Non ci sono prerequisiti particolari
REQUISITI TECNICI: MadMapper è un software per Intel Mac la versione demo è scaricabile dal sito  http://www.madmapper.com
ATTREZZATURE TECNICHE: Ogni allievo dovrà portare il suo portatile, e se possibile un videoproiettore. Alcuni videoproiettori saranno comunque resi disponibili  dall’organizzazione.
 
27 settembre dalle ore 16:00
Teatro Trivulzio | piazza Risorgimento 19 – Melzo
ADATTO A BAMBINI E ADULTI
ore 16:00
Ho un punto tra le mani di Tam TeatroMusica
libero gioco multisensoriale a partire dalla pittura di Kandinsky
di e con Flavia Bussolotto | creazioni digitali dal vivo Alessandro Martinello | musiche Michele Sambin
Il nuovo percorso di ricerca pensato per la prima infanzia parte da alcune suggestioni contenute nei testi Lo spirituale nell’arte e Punto linea superficie di Wassily Kandinsky. In scena 1 corpo dialoga con il silenzio di un punto nello spazio, con la poesia di una linea retta che evoca spazi da abitare, immerso nell’esplosione di un colore, che è anche cibo, profumo, il suono di uno strumento musicale, ogni colore una nota e nell’immersione sensoriale dell’attrice il bambino si specchia, vivendo le proprie percezioni presenti e ritrovando la memoria dei propri sensi come immagini nella mente. In un gioco di videoproiezioni gli elementi propri della pittura evocano mondi che toccano fisicamente il corpi vivo dell’attrice.
ore 16:45
Dipingere con la luce
Laboratorio digitale di Tam TeatroMusica per bambini e adulti
il ‘Dipingere con la luce’ è parte dalla visione dello spettacolo ‘Ho un punto fra le mani’ (35 minuti), per dare una dimostrazione pratica delle potenzialità della pittura di luce, la pittura digitale. Dopodichè inizia l’esperienza pratica per sperimentare il dispositivo. Ai partecipanti viene data la possibilità di mettersi in gioco sia come ‘artisti’ utilizzando la tavoletta grafica, che come ‘performer’ stando in scena. E’ importantissima la relazione fra le due parti, l’ascolto reciproco, la collaborazione.

 

27 settembre dalle ore 20:00
Teatro Trivulzio | piazza Risorgimento 19 – Melzo
 
Siggraph e Magna Grecia. Dagli artigiani digitali a Emir Kusturica.
Aperitivo/conversazione sperimentale con Chiara Boeri, Paolo Atzori & friends

presentazione del sito periaktoi.eu di Michele Cremaschi

BIGLIETTI | TICKETS
spettacoli 6 euro Intero
Costo Laboratori
Homo Faber | Michele Cremaschi | Video Mapping 100,00 € + 15,00 (tessera ILINX)
Incontri Digitali 15,00 (tessera ILINX)
Aperitivi Digitali INGRESSO LIBERO
 
DOVE | WHERE
Residenza Aristica ILINXARIUM via Besana 11 Inzago | Mi
Teatro Trivulzio piazza Risorgimento 19 melzo | Mi
Sala Vallaperti via Dante 2 melzo | Mi
 
INFO
0039 0291091181 |   0039 3342432376
Facebook/ twitter
ilinxTeatro www.ilinx.org
Direzione Artistica: Nicolas Ceruti
Direzione Organizzativa: Luca Marchiori, Lucia Mantegazza

Eventi realizzati con il contributo di Innovacultura – Regione Lombardia, Camere di Commercio lombarde e Fondazione Cariplo

inserito nel progetto “Augmented Stage: progetto per la creazione di un network finalizzato all’affermazione di un inedito genere teatrale”
 
Media Partner PaneAcqua Culture | www.periaktoi.eu

Residenza teatrale ILINXARIUM è partner di Cresco | Associazione Etre | IETM

Second Body interactive performance, Ars electronica
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Second Body by Chieh-hua Hsieh (TW)

“The concept of Second Body comes from the experience of driving cars. If I want to steer the wheel, to brake, to step on the gas, I don’t need to consciously think, yet the car can still go ahead, turn, and park at the correct spot according to my will. Moreover, when I am driving, I know how big my car is when I weave through narrow alleys, and I know where the four wheels are as the car proceeds in its tracks. Maneuvering a car is an experience done almost entirely out of reflex, without the need for the brain to actively think.

This reminds me of the way we move our hands and feet, which move naturally without the need for us to think. When we are infants, we learn how to use our own bodies: we learn to stand on our feet, move, and run, and gradually learn to exercise our bodies as we want. We even learn how to use our bodies to the max in certain sports and exercises. In sum, the accumulation of knowledge, concepts and training allows us to use our bodies without conscious thought, making the use of our bodies an extension of the natural, physical body itself. The same happens when learning to drive, so that driving becomes a process achieved without thinking, with the car becoming an extension of the body.

The present work starts from establishing the presence of the body, while learning the structure of the natural body through setting up knowledge of the body itself. In addition, the knowledge of the structure of exercise is used to represent what we know of our own first bodies in the moment. Afterwards, a fully functional body starts to build up, then change the environment for itself. Gradually, the environment starts to change the body as well. The following section is a 360º full body-length projection that enters the picture to create a non-natural second body, which creates an experience of movement distinct from the movements of the first body. We are re-learning this new body. Adaptation? Conflict? Do we, during the conversion between these two, produce new knowledge to define our bodies with the change in our viewing perspective? Furthermore, how does the second body replace the definition and existence of the first body in the process?”

https://www.youtube.com/watch?v=WFsaTMakWUg

Concept, Choreography: Chieh-hua Hsieh (TW)
Software Architecture, Video Design, Music Design: Ultra Combos (TW)
Music Design: Yannick Dauby (FR)
Lighting Design: We Do Group (TW)
Custom Design: Yu-teh Yang (TW)
Visual Operator: Hsiang-ting Teng (TW)
Dancer: Shao-chin Hung (TW)
Project Support: QA Ring (TW)
Project Mentor: Justine Beaujouan (CH)

Project Consultant: Kevin Cunningham (US)

Commissioned by the Ministry of Culture, Taiwan and Quanta Arts Foundation (TW)

A DanzEstate il Balletto di Sardegna COME LAME DI LUCE
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Prosegue il Festival DanzEstate organizzato dall’ASMED.

Domani 10 settembre al Parco della Musica, alle ore 21, andrà in scena lo spettacolo dell’ASMED-Balletto di Sardegna COME LAME DI LUCE, ideato e diretto da Senio G. B. Dattena.

In un teatro, forse girone infernale degli artisti, un gruppo di marionettisti è costretto a mettere in scena sempre lo stesso spettacolo “Il combattimento di Tancredi e Clorinda”, la straordinaria opera di Monteverdi. Ma se lo spettacolo è sempre lo stesso, sono i ruoli che di volta in volta cambiano. È questa l’unica variante che, se in apparenza sembra dare un minimo di respiro ai condannati alternandone le pene, in realtà è solo un’ulteriore perfidia e aggiunge dolore al dolore. Infatti, il combattimento delle marionette, come una peste, un contagio, si propaga agli stessi marionettisti in una totale confusione dei ruoli.

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Il combattimento non è quindi solo tra le marionette di Tancredi e Clorinda, ma tra tutti i condannati allo stesso modo. Un tutti contro tutti con momenti di stasi inutilmente riflessiva. Un tutti contro tutti violentissimo che porterà ad una conclusione estrema.

Un inferno molto simile al nostro quotidiano che ci riporta alle parole conclusive di Calvino nelle sue città invisibili: “l’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme …”.

Le coreografie sono di Matteo Corso, i costumi di  Cinzia Moro e Uwe Endler. In scena i danzatori Matteo Corso, Cristina Locci, Rachele Montis, Simona Pinna, Matteo Viola e il percussionista Marco Caredda.

Lo spettacolo BIANCA E ROSSA, previsto per il 9 presso i Giardini Pubblici è stato posticipato, a causa delle sfavorevoli condizioni meteo, a SABATO 12 settembre, ORE 18, sempre presso i Giardini Pubblici.

La partecipazione è gratuita.

INFO: asmedmail@gmail.com – tel. 070/8568719 (dal lun. al ven. h 9-13) – www.asmed.it

Open call to new media artists for creative videos, generative videos
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From Digitalarti.com

After the initial success of our previous call with international artists signed for exclusive videos for airports and airlines around the world, Digitalarti is currently curating new media video artworks for additional clients to be exhibited in hotel lobbies, corporate headquarters and more.

The theme of this call is open. We currently have requests for (but the call is not limited to those themes) generative videos using company data, creative videos around the themes of the sea and water, videos with a quiet or smooth atmosphere, etc.

We welcome submissions of sample artworks, you foresee as providing a great experience in these exhibition conditions. These artworks can in HD or be already in UHD/4K format. The first step of this call is closing on October 15th.

Videos may have a duration around 2 to 5 minutes. Videos can be generative. These artworks will be exhibited around the world, Europe, US, Asia, Middle-East depending on clients location. Also depending on clients needs (and budgets)

Contracts can be on exclusive or non-exclusive bases, thanks to specify available rights.
Artist fees will be negotiated and paid for each diffusion. They may be projected for evenings diffusion for a corporate evening or an exclusive and permanent installation ( not the same amounts of course).

If you need any informations and to submit, feel free to contact us at info@digitalarti.com

VIDEO TALENT AWARD
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Milano Film Festival e Nastro Azzurro, special project partner di questa ventesima edizione, lanciano NASTRO AZZURRO VIDEO TALENT AWARD, un evento dedicato ai nuovi talenti dei media digitali e ai nuovi protagonisti del web e del cinema 2.0 italiani, in programma il 19 settembre al Teatro Strehler.

 Milano è la capitale del settore e Milano Film Festival, da sempre attenta alla scoperta di nuovi talenti e di linguaggi e contenuti inediti, spinge la propria ricerca anche nel campo del web e dei nuovi media, invitando autori, registi, videomaker, youtuber, scuole, case di produzione e appassionati a immergersi in una giornata interamente dedicata al tema. L’evento del 19 settembre si divide in due momenti: il Video Talent Talk con interventi e presentazioni di case history in presenza di ospiti e il Video Talent Award, dove i nuovi protagonisti del settore possono incontrarsi, discutere, presentare i propri lavori e iniziare nuove collaborazioni. Il progetto ritenuto più d’impatto e innovativo riceverà un premio di € 1500 da una giuria speciale.

Per partecipare al Video Talent Award è necessario inviare una mail a vta@milanofilmfestival.it, indicando nome, cognome, breve descrizione del progetto e link video.

Alcuni esempi di progetti che possono partecipare al bando:

– Webserie

– Cortometraggi interattivi

– Prodotti video-spaziali site specific

– Video mapping e video architettura

– Prodotti ad alto tasso di ricerca sull’immagine

– Proiezioni multisensoriali

– Progetti gaming / storytelling

– Progetti multimediali

 http://www.milanofilmfestival.it/box.php?id=2066

 

IMAGO FLORIS Interactive video mapping performance by Urban screen
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IMAGO FLORIS is a collaboration project between URBANSCREEN, Stelzen-Art, Oakleaf and Raummaschine. Four creative collectives from Bremen teamed up to create a realtime kinetic mapping performance for the Fleurop-Interflora World Cup 2015. In this site-specific performance, three stilt walkers in floral-inspired, partly self-illuminating inflatable costumes become moving projection surfaces. With a little help of Kinect-based motion tracking, vivid graphic animations are mapped onto the performers while they move about the monumental hall freely.

Team URBANSCREEN:
Art director: Julian Hölscher
Dramatic adviser. Till Botterweck
Project Manager: Janna Schmidt

Team Stelzen-Art:
Art directors: Janine Jaeggi, Martin Sasse
Stilt- Performer: Janine Jaeggi
Technical manager: Martin Sasse
Costume: Light- Flower

Team Oakleaf:
Art director: Bettina Eichblatt
Stilt-performers: Bettina Eichblatt, Sabine Bechle
Technical manager: Piet Koenekoop
Costumes: Moon & Universe

Team Raummaschine:
Technical directors: Moritz Richartz, Simon Ulbricht, Hendrik Lüdders

Sound Composition: Beckmann (cinesong.de)

Documentation Director: Moritz Richartz

Stelzen-Art stelzen-art.de
Oakleaf Stelzenkunst oakleaf.eu
LZRK // Raummaschine raummaschine.com

IMAGO FLORIS is based on a performance concept by Raummaschine, Stelzen-Art and Oakleaf.

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RO_map, Festival di videomapping a Roma 9-12 settembre
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RO_map trasforma il cuore di Roma in un museo a cielo aperto, esplorando le più innovative frontiere dell’arte digitale applicata alle architetture e agli spazi urbani. Dal 9 al 12 settembre il Circo Massimo e Piazza Navona diventano protagonisti di una straordinaria magia.

In prima nazionale il collettivo francese Coin reinterpreta la suggestiva cornice del Circo Massimo con l’installazione monumentale Globoscope: 256 sfere luminose che, disposte su più di 3000 metri quadrati e controllate da un sistema wireless, trasformeranno l’arena in un paesaggio digitale. Matematica, suono e luce sono utilizzate dall’artista digitale Maxime Houot, del collettivo Coin, per riprodurre, trasformare e incrementare lo spazio urbano e per offrire agli spettatori una passeggiata surreale nelle serate del 9 e 10 settembre.

Il festival continuerà nelle serate dell’11 e 12 settembre a Piazza Navona. La facciata rinascimentale della Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore verrà trasformata dalle proiezioni in 3d degli artisti bolognesi Apparati Effimeri, che giocheranno con l’estetica delle architetture creando una sinergia di colori, suoni, luci e immagini dall’alta spettacolarità. Saranno distribuiti gli occhialini 3d nella piazza e romani e turisti potranno immergersi nel primo mapping in 3d mai presentato nella capitale. Il mapping architettonico è un’arte digitale che attraverso proiezioni in 2d e 3d trasforma le architetture che ospitano la performance in veri e propri stage o schermi di proiezione. La musica si coniuga con gli straordinari, giganteschi effetti visivi del mapping, contribuendo a creare una piattaforma pluri-sensoriale di grande suggestione.


Dalle ore 21 di Venerdì 11 ci sarà il primo grande evento di mapping: in collaborazione LPM – live performers meeting, la facciata della Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore a Piazza Navona prenderà nuova vita grazie alle proiezioni in 3d del collettivo artistico degli Apparati Effimeri. Per la prima volta a Roma RO_map propone un mapping stereoscopico. Grazie all’utilizzo di appositi occhialini 3D, che saranno distribuiti nella piazza, gli spettatori potranno ammirare la trasformazione delle architetture della chiesa ed esserne completamente avvolti.

Rodrigo Garcia, FESTIVAL D’AUTOMNE À PARIS
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Rodrigo García “4” aime à représenter les villes et ceux qui les habitent, les empreintes de l’homme sur la ville, mais aussi les transformations de l’homme par celle-ci : les espaces urbains, qui ont du mal à être des espaces humains et qui, parfois, engloutissent ceux qui s’y laissent prendre.

Rappelons-nous le corps statufié de la comédienne qui, dans Jardinage humain (2003), était recouvert de béton et de tessons de bouteilles, comme un mur d’enceinte. « On taille les arbres pour que les branches repoussent plus fortes, mais la taille des femmes et des hommes ne donne pas les mêmes résultats », pouvait-on lire dans cette pièce.
C’est à un jardinage urbain que nous convie Rodrigo García dans sa dernière création.

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À l’instar de l’architecte Rem Koolhaas et de sa réflexion sur les junkspaces, ces espaces créés par une modernité à bout de souffle, il interroge la ville moderne, les espaces que l’homme façonne autant qu’il est façonné par eux. Garcia s’intéresse aux lézardes, aux fissures, aux espaces de jeu, de liberté, aux interstices à travers lesquels l’instinct et la sauvagerie refont surface. Ils sont 4 comédiens à s’aventurer dans cette ville : Núria Lloansi, Juan Loriente, Gonzalo Cunill et Juan Navarro, 4 êtres urbains en quête d’humanité.

Nanterre-Amandiers, centre dramatique national

Conception, espace scénique et mise en scène, Rodrigo Garcia
Avec Gonzalo Cunill, Núria Lloansi, Juan Loriente, Juan Navarro
Vidéo et son, Daniel Romero
Scénographie, lumière, Sylvie Mélis
Assistant à la mise en scène, John Romão
Costumes,  Marie Delphin
Directeur technique, Gérard Espinosa

Production déléguée Humain trop humain – Centre Dramatique National de Montpellier // Coproduction Nanterre-Amandiers, centre dramatique national ; Festival d’Automne à Paris ; La Maison de la Culture d’Amiens – Centre européen de création et de production, Théâtre de Liège ; Bonlieu, scène nationale d’Annecy // Coréalisation Nanterre-Amandiers, centre dramatique national ; Festival d’Automne à Paris
En partenariat avec France Culture
création le 5 novembre 2015 à hTh CDN Montpellier

Pattern composition, workshop con Massimiliano Viel, Milano 26 e 27 settembre
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Pattern composition, Workshop sulla produzione di musica basata su pattern con Massimiliano Viel, Milano 26 e 27 settembre 2015

Se pensiamo al pattern come a un frammento musicale che si ripete costantemente, allora mai come oggi in tutta la storia della musica occidentale, l’uso di pattern nella composizione e produzione musicale è stato così omnipresente, a partire dalla musica dance e pop, ma anche nella musica finalizzata al cinema e al video, fino alla musica di derivazione “classica”, dove ha dato origine al movimento “minimalista”.
È quindi importante sviluppare una tecnica del pattern per non doversi rassegnare alla logica dai software di produzione musicale, ma per poter pensare la composizione ed essere in grado di applicare l’uso dei pattern al maggior numero di contesti possibili.
Il workshop è dunque finalizzato a fornire una tecnica con cui produrre e scrivere musica utilizzando i pattern in modo non solo da poter inventare frammenti adeguati da ripetere, ma anche da poter costruire con essi una forma musicale e complicarne gli intrercci fino a creare polifonie complesse.
Lo strumento privilegiato per la produzione musicale durante il workshop sarà il computer.
Per questo verrà dato in dotazione ai partecipanti un software appositamente realizzato
(per Os X e Windows) che simula una batteria elettronica personalizzabile e che verrà lasciato gratuitamente ai partecipanti dopo il corso.
Allo stesso tempo verranno anche introdotte possibilità di performance dei brani composti dai partecipanti, sia con body percussion che con la voce, e verrano ascoltati brani significativi che hanno segnato l’evoluzione della composizione a pattern.

Info e iscrizioni: otolabdidattica.wordpress.com

otolab
associazione culturale

otolab.net
vimeo.com/otolab
otolabdidattica.wordpress.com
soundcloud.com/otolab
otolab.bandcamp.com

LCF Live Cinema Festival, Roma
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Al via la seconda edizione di LCF Live Cinema Festival, che si svolge dal 4 al 12 Settembre 2015 a Piazza dell’Immacolata, nel cuore del quartiere San Lorenzo Roma.

LCF – Live Cinema Festival 
04 – 12 Settembre 2015
Piazza dell’Immacolata – San Lorenzo  | Roma
www.livecinemafestival.com

INGRESSO GRATUITO
SPETTACOLI A PARTIRE DALLE 21.00

Live Cinema Festival è una rassegna di cinema dal vivo che indaga tutti i fenomeni artistici cui si attribuisce il termine “Live Cinema”, attraverso le esibizioni di 32 artistiprovenienti da Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Turchia, Regno Unito, Belgio, Spagna, Grecia, Austria che hanno fatto di questa tecnica narrativa la loro cifra stilistica.

Le performance proposte esplorano temi legati al sociale, ai nuovi media, ma anche a concetti più introspettivi,che emergono sullo schermo in una veste nuova, permeata di nuovi linguaggi e nuovi significati.
Il programma giornaliero:

Venerdì 4 Settembre
21.00 Mannheim AV Kollektiv | M1 | Mannheim (GE)
22.00 Teatrino Elettrico | Ceci n’est pas une musique | Bologna (IT)

Sabato 5 Settembre
21.00 Susan van Dongen | Decode | Nijmegen (Olanda)
22.00 Fire at Work | Extreme Chillout Cinema | Roma (IT)
23.00 AMENcrew | Digital Organics | Roma (IT)

Domenica 6 Settembre
21.00 Kasia Justka | Electr­cute | Varsavia / Berlino (Polonia)
22.00 Marco Mendeni | r_lightTweakSunlight | Milano / Berlino (IT/GE)

Lunedì 7 Settembre
21.00 Space Love | LCF Space Love | Praga (Repubblica Ceca)
22.00 Nikky & Trix | Aporia | Roma (Italia)

Martedì 8 Settembre
21.00 Klabrus (Emre Kula) | LCF Klabrus | Bursa (Turchia)
22.00 MLC [MutechLabCrew] | Ind Field Test VI | Roma (IT)

Mercoledì 9 Settembre
21.00 Ogino:knauss with 1Kpieces | EX – Exercises in Urban Reconnaissance| Fi/ Be (IT/GE)
22.00 Matteo Bennici | Shestaya | Bologna/Bruxelles ( IT/BE)

Giovedì 10 Settembre
21.00 Dubit + Didif | Balanced | Firenze/Berlino (IT/GE)
22.00 Ryo Ikeshiro | Construction in Kneading | Londra (UK)

Venerdì 11 Settembre
17.00 Culture Action Europe | AV Audience Development | Bruxelles (BE)

Sapienza | Università di Roma Facolta di Lettere e Filosofia  – Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo – Aula Levi
(Ex Vetrerie Sciarra | Via dei Volsci, 122)

22.00 DIE! GOLDSTEIN | Dystopia Utopia | Madrid (SP)
23.00 VJ Kinomatic (The Erasers) | Manifesto, a statement of failures | Atene (GR)

Sabato 12 Settembre
21.00 dORNwITTCHEN & Holzhouse | dORNwITTCHEN in Holzhouse | Vienna (AU)
22.00 Addictive Tv | Orchestra of Samples | Londra (UK)

AGGIORNAMENTI SU ORARI E PROGRAMMA
SCOPRI DI PIU’ SUGLI ARTISTI 

Live Cinema Festival è parte del progetto di cooperazione LPM 2015 > 2018 co-finanziato dal Programma Cultura Creative Europe dell’Unione Europea, che coinvolge 13 partners che contribuiscono alla realizzazione dell’evento, promuovendo artisti provenienti da diversi paesi che hanno così la possibilità di farsi conoscere e di aumentare la loro popolarità a livello internazionale.

Live Cinema Festival 2015 è stato selezionato come progetto ufficiale di “Estate Romana 2015” finanziato da Roma Capitale ed ha lo scopo di valorizzare, attraverso l’esibizione di 31 artisti, una delle aree della città, che, grazie a un programma che unisce artisti emergenti e artisti già noti, ha la possibilità di divenire un nuovo centro di aggregazione culturale.

Live Cinema Festival è promosso da Flyer communication in co-produzione con LPM – Live Performers MeetingFLxER.net, Linux Club, Free Hardware Foundation ed Improvearts e con il patrocinio di AVnode.

LCF Team

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SAVE THE DATE:
Il prossimo 9 settembre, dalle 9.30 alle 13.30, presso l’ Aula Magna del Rettorato Università degli Studi Roma Tre, si terrà No partner, no party vol 2, l’infoday del Creative Europe Desk Italia – Ufficio Cultura dedicato ai progetti di cooperazione di Europa Creativa, a cui parteciperemo come special guest per presentare LPM 2015 – 2018.
L’infoday è gratuito ed è rivolto a tutti gli operatori del settore culturale e creativo.Iscrizioni fino a esaurimento posti entro le ore 13:00 dell’8 Settembre.

 

La neo oralità di “887” di Robert Lepage inaugura ROMAEUROPA Festival.
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Robert Lepage apre il 23 settembre RomaEuropa Festival. Una scelta straordinariamente felice quella di inaugurare un Festival così prestigioso, che propone i migliori spettacoli internazionali e nazionali,  con quello che è considerato a giusta ragione l’artista che ha raggiunto ormai da almeno un decennio, la vetta dell’Olimpo dei grandissimi registi (e interpreti) del teatro.

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Locandina della conferenza stampa di Robert Lepage

Scrollatosi di dosso la definizione di “enfant prodige della scena mondiale” “l’erede di Bob Wilson” che gli fu etichettata al suo apparire da Franco Quadri e da Renate Klett, Robert Lepage ha bruciato le tappe e ora la sua società Ex machina realizza spettacoli di portata mondiale. Basti pensare che la Tetralogia di Wagner capolavoro di ingegneria scenotecnica firmata da Lepage e Robert Fillion (il suo storico stage designer) è stata prodotta dal Metropolitan di New York e 887 ha inaugurato le Pan Am Games quest’estate.

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Ho visto 887 a febbraio nell’avant-prémiere a Nantes, spettacolo con Lepage solo in scena come attore che non esito a definire un vero prodigio teatrale di naturalezza e sofisticazione (ne ho scritto una dettagliata recensione su Teatro e critica); mi sono commossa in quel teatro pieno all’inverosimile, ho riso, mi sono emozionata come non mi capitava da anni. Lepage da solo con una scenografia mobile e tecnologica a forma di edificio in miniatura, raccontava, aiutato dalle immagini,  le memorie della sua famiglia e contemporaneamente, le memorie del Québec.

Ma cosa possono interessare a un pubblico europeo, le vicende drammatiche e lontane della “Rivoluzione Tranquilla” negli anni Settanta in Québec? E qua sta la grandezza di Lepage, nel riuscire a trascinarci, con una leggerezza e insieme profondità straordinarie, nelle piccole e apparentemente insignificanti  vicende di persone a noi distanti per cultura, lingua, continenti, a tal punto da farle nostre.

Questo accade nella saga cinese de La trilogie des dragons, in quella giapponese di Les sept branches de la riviére Ota e  nelle vicende algerine di Jeux de cartes #coeurs ). La sua originale drammaturgia gioca su più livelli narrativi: in un’architettura stratificata si intrecciano storie di esplorazioni simboliche, di perdite e di riconciliazioni; vicende lontane nel tempo e nello spazio si incastrano come scatole cinesi offrendo storie speculari, percorsi obliqui di memoria, investigazioni introspettive che relazionano la Storia al quotidiano.

Tutte le storie che Lepage racconta sono storie che per quanto intime e personali, ci riguardano e ci toccano nel profondo (da La face cachée de la lune a Elsinore a Les aguilles et l’opium); in 887 la memoria è tutto quello che rimane, confuso e a brandelli, del nostro passato ma è anche ciò che fa capire noi a noi stessi; e così l’attore si mette a nudo, rinuncia alla maschera ma anche al ruolo di rapsodo, perché il coinvolgimento emotivo è totale, c’è una sorta di fusione partecipativa tra chi recita e chi ascolta.

Il teatro qua dà lingua a ciò che non ha lingua, voce e suono al sotterraneo groviglio di pensieri e flussi di emozioni che l’attore non può e non vuole controllare interamente. La drammaturgia di 887 è viva e dinamica, poetica e profonda, intima e universale, così come è tragica e comica insieme.

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La neo oralità di Lepage, se così possiamo definirla, fa affidamento a immagine, suono, parola in una dimensione multimediale che offre una possibilità di storia aperta a più sfaccettature visionarie e immaginative: non conosce per dirla con Ong “una trama lineare che tende al climax” ma organizza la propria narrazione secondo una struttura libera e frammentata per episodi raccordati tra loro tramite flashback, flussi di associazioni visive e altre tecniche narrative. Questo spettacolo è evidentemente, ampiamente influenzato dalla cultura elettronica e l’osservazione che questa cultura riprenda elementi dell’oralità venne già formulata, a suo tempo, da McLuhan in Galassia Gutemberg.

Se non vogliamo configurare questa prova di Lepage come un ritorno all’oralità tout court, è chiaro che comunque la scrittura perde il suo carattere strutturante, diremo di “brainframe” dominante. La neo-oralità elettronica a cui sembra appartenere questo spettacolo di Lepage è inevitabilmente un ibrido di oralità, scrittura e iconicità elettronica ma che denuncia al tempo stesso, anche uno scetticismo di fondo sui possibili usi distorti dei new media.

I video in scena, le fotografie, le animazioni sono un folgorante bagaglio di vissuto che svela ciò che non può essere visto a occhio nudo, sono la memoria più intima del personaggio,il suo vissuto, il suo inconscio. Tutto è contenuto nell’edificio, tutti i luoghi, tutti i tempi: sta all’attore aprirne le finestre e scoprirne le verità.  Equivalenza tra vita interiore e mondo tecnologico: più che protesi, le tecnologie dell’universo di Lepage anche in 887 sono creature addomesticate, le loro forme rassicuranti e familiari.

La macchina a teatro, invece di togliere umanità all’uomo, è ciò che gli permette di riconquistare la dimensione perduta nell’uso inconsulto e maniacale delle macchine del vivere quotidiano, che isolano ma non radunano, che distruggono memoria e narcotizzano.

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Ogni spettacolo “solo” di Lepage ha a che fare con la solitudine del personaggio. Solitudine che si mostra nel dolore e nella ricerca di una via di uscita attraverso l’altro o l’autoanalisi. Il motivo di partenza è sempre una rottura, di natura affettiva, psicologica o morale; il dramma sociale – ricordava Victor Turner – inizia da una perdita: il dramma, letto in senso rituale e antropologico, è infatti secondo Turner, “un’unità di processo anarmonico o disarmonico che nasce in situazioni di conflitto” . In Dal rito al teatro e in Antropologia della performance, Turner espone il tema del dramma sociale, che ha luogo quando nell’ambito della vita quotidiana di una comunità si crea una frattura nelle tradizionali norme del vivere che genera un’opposizione, la quale a sua volta si trasforma in conflitto. Questo, per essere risolto, necessita di una rivisitazione critica dei particolari aspetti dell’assetto socio-culturale fino ad allora legittimato. Una rottura inaugura, quindi, il “social drama”, la crisi apre il momento della “fase drammaturgica”.

Tutti gli spettacoli “solo” di Lepage iniziano da una mancanza, uno squilibrio, (l’hamartia greca), da un lutto (in Vinci Philippe è spinto all’idea del viaggio dalla morte per suicidio dell’amico Marc; in La face cachée de la lune i due protagonisti si incontrano in occasione della morte della loro madre; in Les aiguilles et l’opium il protagonista vive l’angoscia dell’abbandono da parte del suo amore), da un delitto (Polygraphe), da una crisi matrimoniale (Andersen’s project); in alcuni casi tale dramma sarebbe rivelatore di episodi autobiografici estremi e dolorosi. La face cachée de la lune è stato ideato all’indomani della morte della stessa madre del regista associata, scenicamente, all’immagine della luna, simbolo del femminile in tutte le tradizioni. Elseneur è stato ispirato, prima ancora che dall’Amleto di Shakespeare, dalla morte del padre.

Come non riconoscere in questo spettacolo 887, l’espressione di una crisi e contemporaneamente, un appello sincero di Lepage a ricostruire un ethos che non si basi più su grandi e illusorie narrazioni, ma su vite, esperienze, utopie e sogni concreti?

Di seguito link ad articoli on line su Lepage in questo sito

Biografia e teatrografia

Intervista a Lepage

Macchine della visione

Cinema e teatro

Lepage e la pittura

SHAMANS OF DIGITAL ERA, Festival di arti digitali a ROMA
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C.A.R.M.A.Centro d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate presentano “SHAMANS OF DIGITAL ERA” 4 e 5 settembre 2015 – Largo di Pietralata (Roma). Apertura ore 17:00, Mostra di videoarte 19:30.  Performance dalle 21:30 alle 00:00

 Il 4 e 5 settembre in Largo di Pietralata (Roma) si terrà, nel contesto dell’Estate Romana, la prima edizione di SHAMANS OF DIGITAL ERA, il nuovo festival interamente dedicato ad alcune delle più intense esperienze di sperimentazione nel campo delle ricerche musicali/sonore in sinergia con quelle nel contesto delle arti audiovisive (videoarte, video-scenografie, video-installazioni). Organizzata dall’associazione IMPULSI Onlus insieme a C.A.R.M.A.- Centro d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate, la manifestazione prende forma da un’idea dell’artista intermediale Lino Strangis, direttore artistico dell’evento, che ha interpretato la piazzetta, situata nella zona est della capitale, “come un ambiente in cui intervenire con una installazione site specific”: “abbiamo scelto quella piazza per la sua forma che sembra ricordare vagamente un mancato anfiteatro  che attende una scena

E quale miglior luogo per ambientare un rituale urbano di audiovisioni dal vivo come SHAMANS OF DIGITAL ERA Festival? 11053471_1673881929512300_353838746509717861_o (1)

In un’epoca come la nostra in cui tutta una serie di strumenti e di prodotti altamente tecnologici sono quotidianamente e ampiamente fruibili, si rende ulteriormente importante e fondamentale la diffusione di un uso critico e creativo, la presenza di esperienze capaci di congiungere l’evoluzione tecnologica della specie umana senza che questa perda il suo rapporto di appartenenza alla terra.

“E’ importante che SHAMANS OF DIGITAL ERA si svolga a Pietralata,” nel Municipio IV di Roma, dove IMPULSI Onlus lavora da anni “che per due giorni diventerà teatro di quell’arte solitamente patrimonio di musei e gallerie. Così, immersa nell’architettura popolare, la piazza diventa protagonista. Questa, secondo noi, è riqualificazione.

L’intero allestimento, attrezzature comprese, sarà concepito come uno scenario in cui accogliere le performance dei 4 progetti di ricerca musicale, sonora ed intermediale selezionate: ACRE, ANGELINA YERSHOVA, E.T.E.R.E. Project e MY CAT IS AN ALIEN. Nella selezione molta attenzione è stata rivolta a quelle esperienze di ricerca linguistica nel campo della musica elettronica e digitale e/o dell’improvvisazione libera, le quali dedicano un’attenzione particolare anche all’impatto sensoriale dello spettacolo sul pubblico. “Abbiamo cercato di offrire un piccolo ma selezionatissimo scorcio degli attuali filoni della nuova scena indipendente della performance sonora e audiovisiva romana tenuta a battesimo dalla ormai storica formazione torinese MY CAT IS AN ALIEN (uno dei più prolifici gruppi dediti all’improvvisazione nel mondo) artisti di fama internazionale con alle spalle collaborazioni con alcune delle band sperimentali più note tra cui i celebri Sonic Youth. In programma precedentemente alle due serate di spettacoli dal vivo sarà esposta sugli schermi all’aperto una piccola antologia di opere di videoarte in digitale dall’archivio di C.A.R.M.A. il quale conta attualmente più di 200 opere (selezionate tra migliaia da una equipe di esperti) da tutto il mondo.

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Artisti in mostra: Alessandro Amaducci, Valeria Del Vacchio, Igor Imhoff, Ivan Gasbarrini, Igor Krasik, Francesco Lettieri, Artem Ludiankov, Lino Strangis, Tian Xiaolei, Zhou Yi 

Inserita nella programmazione ESTATE ROMANA 2015, la manifestazione Shamans of Digital Era è realizzata con il sostegno di Roma Capitale in collaborazione con la Siae.

 SHAMANS OF DIGITAL ERA _ Estate Romana

4 e 5 settembre – Largo di Pietralata (Roma) – Apertura ore 17:00, Mostra di videoarte 19:30,

Performance 21:30-00:00

4 settembre   ACRE, ANGELINA YERSHOVA

5 settembre   E.T.E.R.E. Project, MY CAT IS AN ALIEN

LeoPad: Leonardo ai tempi dell’iPad al GAMC, Viareggio
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 Nell’ambito dell’esposizione Leo Ex Machina – ingegni leonardeschi nell’arte contemporanea, si svolgerà Domenica 6 Settembre alle ore 17.30 con ingresso libero presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani” di
Viareggio (Piazza Mazzini, Palazzo delle Muse) l’incontro dal titolo leoPad: Leonardo ai tempi dell’iPad a cura di Maurizio Marco Tozzi.
Nel corso dell’incontro verranno proiettate opere di video arte di celebri autori internazionali (tra cui Christian Boustani coi due video sul Rinascimento “Siena” e “Brugge” e Alain Escalle con il suo ultimo “Da Vinci Project”): verranno evidenziate le strepitose assonanze tra queste immagini elettroniche del nostro tempo, che hanno preso ispirazione dalle grandi opere di Leonardo, e le originali creazioni del genio di Vinci.
La mostra Leo Ex Machina, curata dall’associazione culturale BAU di Viareggio in collaborazione con la GAMC, propone opere di oltre cento artisti internazionali chiamati a ideare, muovendosi tra funzionalità e immaginazione, nuove “macchine leonardesche” ispirate al mito e alla contemporaneità di Leonardo Da Vinci. L’esposizione, che ha coinciso con la pubblicazione del numero Dodici della rivista BAU Contenitore di Cultura Contemporanea, include lavori provenienti dal Museo Ideale Leonardo Da Vinci di Vinci e dalla Collezione Carlo Palli di Prato, con protagonisti di primo piano dell’arte contemporanea quali Joseph Beuys, Nam June Paik, Eugenio Miccini, Hermann Nitsch, Orlan, Daniel Spoerri, Stelarc, Ben Vautier.
Pagina facebook dell’evento:
GAMC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani”
Palazzo delle Muse – Piazza Mazzini – Viareggio
orario settembre – ottobre: dal martedì alla domenica 15.30 – 19.00

Remedi-Action, il videoteatro torna alla ribalta nel volume di Jennifer Malvezzi
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Mi rendo conto che una mia recensione di un libro in cui io compaio come citazione nella prima pagina dell’editore Postmedia rischia di non essere credibile. Ma non ci sono dubbi sul fatto che questo libro Remedi-Action. Dieci anni di videoteatro italiano scritto dalla giovane e ben documentata Jennifer Malvezzi, borsista di ricerca all’Università di Parma, sia un ottimo strumento di studio e di ricerca per chiunque voglia ancora addentrarsi in quel “paesaggio elettronico” che componeva la gloriosa arte teatrale degli anni Ottanta. Insomma un libro da consigliare a studenti e docenti e a tutti coloro che vogliono conoscere quel teatro italiano che ha avuto una brillante stagione di sperimentazione e in cui la tecnologia era uno dei linguaggi chiave da sperimentare in una generale e generazionale euforia di contaminazione.

Il mio ragionamento sulla “bontà” di questo libro si basa sul fatto che chiunque abbia scritto su questo argomento ovvero il videoteatro, a meno di non averlo vissuto personalmente come spettatore, ha sempre fatto riferimento sostanzialmente, al libro di Andrea Balzola (La nuova ricerca elettronica), a quelli di Valentina Valentini (Teatro in immagine, Camera astratta), a Bruno di Marino (il catalogo Elettroshock) e (of course) agli scritti sparsi di Carlo Infante. Sembrava non ci fosse più nulla da dire sul fenomeno, visto anche che quegli anni erano stati letti nelle recensioni straordinarie (e analiticissime) di critici come Beppe Bartolucci e Franco Quadri.

Quello che ha forse confuso la critica (me compresa) e molti di coloro che hanno tentato di fare una storiografia di  questo fenomeno già tramontato alla fine del decennio Ottanta e consegnato alla memoria e alla fortuna (nel senso latino del termine…), sono proprio questi validissimi scritti di studiosi e teorici tra il 1990 e il 1995 che hanno avuto  sicuramente il merito di portare alla ribalta un fenomeno artistico italiano degno attenzione ma che limitavano (per ragioni editoriali o di scelte personali) la ricerca a un ambito circoscritto di autori e opere.

Evidentemente molto rimaneva ancora da raccontare, e non certo tra i minori: il lavoro pionieristico di Michele Sambin, per esempio, performer video solitario e in seguito col Tam Teatromusica, è stato ingiustamente emarginato o solo parzialmente studiato, per poi essere riscoperto successivamente grazie al Festival Invideo che digitalizzò nel 2004 l’intero archivio di Sambin.pm143dpi300

Non a caso la copertina del libro della Malvezzi è una foto di scena del Tam Teatromusica che anticipa al lettore in qualche modo che il contenuto va nella direzione di una “riscoperta” di un sommerso di qualità.

In sostanza, la visione del videoteatro italiano anche nel percorso di studio di generazioni di studenti, si è sempre limitata ad alcuni esempi-faro (Camera astratta di Studio azzurro e Giorgio Barberio Corsetti/Gaia scienza; Crollo nervoso dei Magazzini; Tango Glaciale di Falso Movimento, Eneide di Krypton). Questo libro ha il pregio di raccontare un videoteatro diverso, certo anche con quegli esempi famosi e con quei protagonisti indiscussi della scena su cui forse era stato già detto quasi tutto, ma attingendo a un universo più ampio, che si apre al videoclip per esempio e alla cultura pop a cui molti autori si richiamavano. E così ecco spuntare le coppie Taroni/Cividin, Dal Bosco/Varesco ecco riemergere Antonio Syxty e le esperienze pionieristiche di distribuzione come Tape connection dell’attivissima Maia Borelli o Soft video (vedi ampia sezione di interviste ai protagonisti).

Il capitolo dedicato ai Magazzini di Tiezzi riporta alla luce, come da archeologia del postmodern, lavori sperimentali del gruppo e materiali inediti frutto di un’accurata ricerca d’archivio come si faceva una volta. Così la distanza cronologica dal fenomeno (per ragioni diciamo generazionali) in realtà, permette all’autrice di inquadrare il fenomeno nella giusta prospettiva critica attuale. La Malvezzi rielabora sulla base di molti testi pubblicati in questi anni sulla videoarte e sul teatro digitale, il videoteatro storico rintracciandone il valore non solo nella memoria ma nella “remediation” come occhieggia il titolo, ovvero ciò che un linguaggio esercita e elabora per riadattarsi a un nuovo ambiente (nel caso specifico al digitale). Quale sarà il volto del videoteatro attuale trasformato? Un discorso che apre scenari importanti considerata l’ampia produzione di performance tecnologiche contemporanee, ormai dimentiche di pionieri e affini.

Ma come non riconsiderare, per esempio, le scene prospettiche fatte di luce e diapositive di Ritorno ad Alphaville e in generale i lavori di Martone come le fondamenta dell’ampia (e spesso poco creativa) produzione di scenografia in videomapping?

Ritorno ad Alphaville, Martone. Foto di Cesare Accetta.
Ritorno ad Alphaville, Martone. Foto di Cesare Accetta.

Ci limitiamo a sottolineare che ben pochi lavori teatrali allo stato attuale delle tecnologie hanno avuto l’impatto e la forza eversiva di Camera astratta che a dirla tutta, fu presentato a Kassel (chissà che ne avrebbe detto Vila-Matas); ed oggi mostrare le testimonianze video a studenti d’accademia e persino a convegni internazionali (come quest’anno alla Sorbonne Nouvelle dove Vincenzo Sansone in un commosso omaggio a Paolo Rosa, ha presentato attività videteatrale di Studio azzurro) ha ancora un impatto tale che sembra giustificare l’affermazione di Rosalind Krauss: Reinventare un medium.

Ottime le schede finali (tratte da video opere ispirate agli spettacoli) che sintetizzano anche a vantaggio della nuova didattica, artisti e tendenze e dove forse, una scheda sul lavoro di Giacomo Verde ci stava bene. Un libro veloce dove come nella valigetta di Duchamp, ci sta dentro tutto. Anche le nostre memorie.

Ars Electronica Festival | Linz, September 3-7, 2015
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The Ars Electronica Festival that takes place from September 3 to 7, 2015, in Linz is an inquiry into how cities of the future will have to be configured when there are more robots than people working in factories, everything is intelligently interlinked, autos drive autonomously and drones deliver the mail. And what does it mean for future megacities—above all, those on seacoasts—when climate change really does shift into high gear?

The rethinking of urban living spaces has already begun—all over the world, people are coming up with exciting ideas for new architectures and forms of social organization that are able to keep up with the changes the next few decades will bring. 2,889 entries from 75 countries were submitted for prize consideration to the 2015 Prix Ars Electronica. This year’s grand prizewinners are from Japan (Nelo Akamatsu), Mexico (Gilberto Esparza), Indonesia (XXLab), Belgium (Alex Verhaest), Australia (Jeffrey Shaw) and Austria (Gabriel Radwan). The recipients of the Golden Nicas and [the next idea] voestalpine Art & Technology Grant will be honored at the Prix Ars Electronica Gala on September 4, 2015 at the Brucknerhaus in Linz.

Un parco giochi firmato Bansky ovvero l’altra Disneyland
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Ci voleva un artista come BANSKY a sovvertire le regole dei terribili parchi giochi di cui Disneyland è l’emblema assoluto: e così a Weston-super-Mare, una spiaggia non di grande attrattiva dell’Inghilterra, nasce Dismaland, luogo di divertimento artistico che trasforma il castello del logo disneyano in una location degna di un film horror. Inaugurato il 22 agosto durerà solo 5 settimane e consiste in vari padiglioni d’arte con esposizioni di artisti provenienti dall’Iran, da Israele, dall’Inghilterra, dall’Egitto, dall’Australia, dagli Stati Uniti. Nessun italiano, peccato.  Ma sono previsti concerti (con i Massive Attack) dj session, e dentro i tendoni da circo teatro da marionette e cinema. Ovviamente tutti sotto il segno dell’hacking, della guerrilla art e della street art.

Tre sterline l’ingresso per entrare all’anti-parco, il tetra park, e vedere installazioni di grandi artisti che cambiano il segno alla favola, con sirenette deformate e cenerentole moderne, novelle principesse Diana, reduci da incidenti stradali e colpite da flash di fotografi d’assalto.  o-DISMALAND-570

GIF Artist: Erdal Inci.
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Il formato animato GIF – Graphics Interchange Format –  è stato introdotto da Compu Serve nel 1987 e inventato da Steve Wilhite; la Rete l’ha riportato in auge e oggi spopola su siti e social di tutto il mondo. Usa un formato compresso LZW per immagini digitali di tipo bitmap, che consente di memorizzare in un unico file più immagini cui sono associate delle informazioni di temporizzazione.

Questo permette di costruire semplici animazioni ripetute, istantanee, con pochi colori costituite da più immagini statiche che vengono presentate in successione creando l’illusione del movimento e leggere, dunque ideali per il web. Si tratta esattamente della stessa tecnica utilizzata nell’animazione a fotogrammi. Alle origini del web e dei primi browser, le grafiche animate GIF introducevano dinamicità in un ambiente statico come il Web 1.0 e vennero poi subito surclassate da FLASH, programma di animazione vettoriale di Macromedia che era il modulo più usato per i siti negli anni 2000-2005.

Ma nulla viene abbandonato e nulla è davvero “obsoleto” per sempre; come ci ricordano gli autori di Remediation e tutto può tornare in auge: così il formato GIF risorge nel generale revival del vintage. In veste questa volta più che creativa, generando addirittura un filone definito “gif art” che usa le caratteristiche del formato e che sta dentro le sue limitazioni tecniche (le immagini GIF sono in scala di colore, la profondità dei colori è di 8 bit, che consente di usare una tavolozza di soli 256 colori).

Si passa così dal Cinemagraphs, una gif che ha una resa fotografica eccellente e un breve tocco di vitalità animata di frame multipli, quasi cinematografica (applicata dai suoi inventori Kevin Burg e Jamie Beck alla pubblicità nel campo soprattutto della moda, e sbarcata viralmente sulle piattaforme Twitter e Tumblr) alle GIF  collegate con le applicazioni della Realtà Aumentata (per musei e libri). Come dice giustamente Nicola Serafini:

“Le GIF possono oramai essere considerate un vero e proprio medium a sé stante, utilizzate come linguaggio artistico, ma anche a scopi giornalistici (le infografiche animate), per comunicare via smartphone, o addirittura da indossare…() L’anno ufficiale del ritorno della GIF è sicuramente il 2012, il 25esimo anniversario del formato. La parola GIF viene inserita come sostantivo e verbo nelle nuove edizioni di diversi dizionari, diventando anche parola dell’anno, il Museum of the Moving Image di New York dedica ad alcune di queste immagini una mostra, e lo fa anche Art Basel a Miami Beach, Moving the Still: A GIF Festival!, rassegna-retrospettiva dedicata al formato” (Nicola Serafini su Panebarco.it)

L’evoluzione del genere è dimostrata dall’opera del GIF artist turco ERDAL INCI  creatore nel 2012 di uno straordinario CLONE SERIES in GIF. L’effetto, moltiplicato all’infinito, è quello di una suggestiva processione di una sola persona (l’artista medesimo) che percorre ambienti urbani, boschi e spiagge. Qua di seguito alcune opere tratte da  The Mass Ornament create con il classico tema del video loop per trasformare il movimento in pattern ripetuti.

Il riferimento a un classico della cinematografia mondiale Entr’Acte di René Clair e Erik Satie (1924) è d’obbligo. Nella scena del funerale mentre la musica è costruita a partire dalla ripetizione di brevi cellule ritmiche derivate dalla “Marcia funebre” di Chopin, nel film il carro funebre procede prima normalmente, quindi accelera, poi il cammello che tirava il carro si libera dalle stanghe e il carro corre sempre più veloce, aprendo la strada a un corteo di invitati all’inseguimento, accelerato o “au ralenti” condito di gags. La ripetizione della scena visiva si associa alla musica; può essere interessante ricordare che la musica di SATIE crea appositamente “segmenti motivici sottoposti a reiterazioni, ovvero successione di ostinati più o meno monotoni, comunque “inespressivi”. Ciascuna cellula di 8 battute, generalmente uniforme e priva di connotati melodici, è autonoma e al tempo stesso collegata alla successiva, direttamente o tramite ponti di 4 battute, per cui i segmenti che sono alla base di ciascuna cellula possono generare ripetizioni di 4, 8, 12 o 16 ricorrenze” (Tratto dal gruppo Facebook “Musica per film”).

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La cosa straordinaria è anche l’applicazione del formato agli effetti di luce, creando opere di light designing, scenografia elettronica e videomapping artigianale nonchè installazioni urbane e umane davvero d’impatto. 

Ecco un ritratto dell’artista:

Chas Llewellyn explores the form and function of a large-scale light sculpture using Moog Music’s Animoog app as the control source.
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Un articolo interessante di PETER KIRN su Chas Llewellyn nel sito Createdigitalmusic 

 Chas traduce con Max/MSP la musica in luce. 

Full description:

Sculptor / programmer / interactive interface designer, Chas Llewellyn, explores the form and function of a large-scale light sculpture he designed using Moog Music’s Animoog app as the control source. From his former Wedge Studios workspace in Asheville’s River Arts District, Chas details the multiple electronic communication protocols that he integrated into the final working installation.

 

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ALSAXY interactive installation by Marcel·lí Antúnez
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Alsaxy is something extraordinary in Hautepierre in Strasbourg, France. It is a CORTEGE, a large procession, a parade, a walk around the neighborhood with parts of a great body. These parts are called Karine, Catherine, Eleonore, Brigitte and Jacqueline, as the urban meshes of Hautepierre. Everyone goes to the Cortege and there we discover the secrets of the neighborhood such as: who is inside the MEGAFISH, what are the wishes and desires of KIOSK, what is ARKIGNOL and end the tour with BATAMAILLE.

Technically, the installation displays a screen 8 meters wide by 2’75 meters high, allowing users interaction varied with different interfaces such as Boxcam, tapestries sensors or Fembrana. The installation will be presented for the first time at Le Shadok in Strasbourg, from 15 October until the end of December, 2015. Alsaxy is completed by the exhibition Systematurgie, a collection of devices and installations made by the artist Marcel.lì Antunez Roca.

Light and nature are inseparable: interview to Alexander Gritsenko, video mapping artist
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Interview to Alexander Gritsenko, russian technological artist founder of Viewmaker (Russian) specialized in videomapping on nature and techno scenography. Mapping on nature and mapping forms as animals. He loves Clement Brien’s mapping works and like him, uses trees as support for projection with 20.000 Ansi lumen projector

Anna Monteverdi: Which are the focus of your research as technological artist and as a group Viewmaker?

Alexander Gritsenko: We were looking for new forms of expression by means of projections. Projections on buildings widespread and did not cause us interest. We saw a projection into the trees from our colleagues, potential of these projections was not discovered and we decided to experiment. We used the forms and volumes that will change the perception of the familiar things.

 Anna Monteverdi: What is the topics of Surreal trees?

Alexander Gritsenko,This is a completely new design that is unparalleled in the world, in the format in which it is presented. This project is developed by two Russian artist Andrey Kulvarsky and me. 

“The Surreal Trees” project is a 3D transformation of the common tree branches volume which drastically changes its initial shape by painting it and enriching with new essence during the night hours when the natural beauty is concealed.

They  have a prototype for a new idea for projection on mannequin: here the photos:

 

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Alexander Gritsenko
Andrey Kulvarsky
Andrey Kulvarsky

 http://viewmaker.ru/?page_id=56

Underwater: i paesaggi digitali ai margini del mondo sensibile di Giuseppe La Spada
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Le fotografie digitali di Giuseppe La Spada fissano paesaggi ancestrali e amniotici che riportano a luoghi di passaggio estremo –l’inizio della vita, la fine della vita- e le creature che li abitano sono divinità ctonie, avvolte da un impenetrabile mistero: spinte nelle profondità marine danzano, come direbbe Nietzsche, con “il massimo appagamento estatico dell’unità originaria”. In questo inoltrarsi al di là dei confini destinati all’uomo, la figura femminile, non più prigioniera di un corpo stretto nelle anchilosate posture del quotidiano, divenuta metamorficamente e sensuosamente parte armonica di un elemento naturale primario come l’acqua, si fa leggera. Come una menade volteggiante, o creatura marina mitologica, crea nella sua danza priva di gravità fissata nell’obiettivo dell’artista, figure e forme, e apre agli iniziati-spettatori, la visione del ritorno a “prima del tempo” come liberazione dalla catena fatalmente ricorrente, della miseria umana condannata a nascere e morire.

La materia fotografica si fa impalpabile, e insieme con la sua sorella gemella, il video digitale, non si limita a fissare la natura ma vi aderisce, la occupa, vi è ingoiata, la divora. Nella raffinatezza di una fotografia che si fa pittura barocca e di un video che ha rubato le sue atmosfere oniriche e surreali ai film di Maja Deren e di Jean Vigo, siamo immersi nell’elemento a noi più familiare: l’acqua, e ne entriamo magicamente in simbiosi. Le rocce laviche e la spuma che si genera dal mare immortalate in condizioni rarissime, riportano all’origine del mondo e sono quel magma indistinto prima del respiro generatore dove ogni forma sconfina nell’altra, diventa impasto di incessanti mutazioni e attrae per il mistero che annoda.

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La videoinstallazione monocanale Afleur (musiche di con_cetta, Giuseppe Cordaro) ritrae una donna con una veste bianca e un fiore (un tulipano, simbolo orientale di perfezione); il ritmo lentissimo delle immagini accompagna questa danza sotto il mare dove l’attenzione è tutta rivolta alle piccole cose, alla pietra bianca levigata, al respiro, al silenzio. Atmosfere alla Bill Viola fanno di questo progetto video digitale di La Spada un prezioso compagno per la musica live. Insieme al video e alle fotografie La Spada ha creato per Afleur un particolarissimo libro da collezione creato con speciali materiali ecologici.

I progetti da cui abbiamo attinto per la galleria fotografica sono tratte da A VISION -Tjutčev hommage 2012; SILENTIUM 2011; BLACK WAVE (2015).giuseppelaspada_heartdive_slow

Tutti i progetti artistici di La Spada hanno a che fare con l’acqua e la sua espressione visiva si lega anche a un generoso impegno ecologico che va dalla ricerca del materiale alla comunicazione di progetti sostenibili, di consumo consapevole e di valorizzazione dell’ambiente marino. Parte del ricavato dalle vendite delle fotografie (ordinabili on line) viene devoluto a Worldrise associazione che si occupa della tutela del mondo marino e dei paesaggi naturalistici, scenario principale delle sue opere.

Biografia:

Laspada Sakamoto

 Giuseppe La Spada. Artista digitale, fotografo e videomaker è nato a Palermo nel 1974, vive e lavora a Milano. E’ membro dell’International Academy of Digital Arts and Sciences (New York); nel 2006 l’Istituto Europeo Di Design Roma gli conferisce il premio come miglior carriera nelle Arti Visive, nello stesso anno incontra Ryuichi Sakamoto con cui realizza il progetto ecologico per il web Mono no aware, che vince il Webby (L’Oscar della Rete) e nel 2008 consolida la collaborazione con Sakamoto e Fennesz, realizzando i visual live per la tournèe Cendre terminata con un grandioso concerto a Ground zero a New York.  Nella sua attività di consulente di comunicazione visiva ha lavorato per Autogrill, Pirelli, Telecom Italia, Volkswagen, H3G, Ca’ del Bosco, Luca Carboni, Marco Mengoni, Philips, Telecom Italia, Grandi Stazioni, Graniti Fiandre, Ca’ del Bosco, Bulgari,Versace, Rai. Il suo impegno in progetti di salvaguardia dell’ecologia e dell’ambiente, con riferimento soprattutto all’acqua, lo collocano tra gli artisti italiani più sensibili alle tematiche ambientali. Una delle sue caratteristiche è l’abilità a usare diversi media nei progetti artistici (dalla fotografia al video alla rete). glsdesign.it

images Giuseppe La Spada, digital artist was born in Palermo in 1974, he live and works in Milan. In 2006 Istituto Europeo di Design, Rome conferred him the prize for best carrier in Visual Arts. Member of The International Academy of Digital Arts and Sciences (New York), he won the prestigious Webby Award, thanks to an ecological web project:  the website “Mono No Aware” in support of the project “Stop Rokkasho” founded  by Oscar winner Ryuichi Sakamoto. In 2008 he worked with Sakamoto and Fennesz creating visual live for the tournèe “Cendre”, which ended with the unforgettable show at Ground Zero in New York. The exclusive use of natural elements (water in the first place) positions him as one of the italian artists most sensitive to environmental issues. One of his peculiar characteristics is the ability to translate communication needs and raw ideas into 360° creative projects, making skillful use of all the different media available today. glsdesign.it

MOSTRE/ EXHIBITION:

Tate Loud Collective, 8.11.2014, Tate Britain, London
Between VISUAL and SPATIAL | 10.2 to 11.2.2012 | Tokyo Japan
Underwater | 3.12.2011 to 31.3.2012 | 7.24×0.26 Gallery – Milano Italy
Digital Life 2 | 26.10 to 11.12 2011 | Ex Gil – Roma Italy
Sicily goes by | 1.10 to 31.10 2007 | Trump Taj Mahal – Atlantic City USA

Ci ha lasciato Ezio Cuoghi, artista intermediale, già direttore della Scuola di Tecnologie di BRERA
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Un altro artista, collega, amico, persona di valore della Scuola di Nuove tecnologie di Brera ci ha lasciato: Ezio Cuoghi, 58 anni, regista teatrale e cinematografico, autore, pioniere della videoarte, creatore dell’etichetta artistica Lime Art (con Daniele Paolin, Daniele Suffritti e Carlo Ansaloni) con cui creava installazioni e spettacoli interattivi. La sua attività artistica inizia nel 1989, collaborando con il Centro Video Arte delle Civiche Gallerie del Palazzo dei Diamanti di Ferrara.Dal 1994 inizia una ricerca drammaturgia, performativa ed artistica, che coniuga i linguaggi dell’Arte e della Scienza, collaborando con diverse Università italiane. Da questa ricerca nascono lavori come‘L’Orizzonte degli Eventi’ (sul concetto di Tempo) in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università di Ferrara; e‘L’Elica Flessibile’ (sull’ingegneria genetica) con più Dipartimenti di Biologia Molecolare e Genetica di diverse Università italiane.

Ancora, sulla medesima traccia di ricerca, produce con il CentroVideoArte di Ferrara e le Università di Ferrara e Bologna, in collaborazione con la compagnia di danza Virgilio Sieni, e il DIST di Genova, ‘L’Ala dei Sensi’ (sul tema della percezione); e successivamente, nel 2004, per la produzione de ITeatri di Reggio Emilia e in collaborazione con l’Aterballetto, ‘Azione simultanea’, riprendendo l’indagine sul concetto di Tempo.

Nel 2007, per la produzione del Festival delle Meraviglie di Dolo, e in collaborazione con la compagnia di danza di Roberto Castello, realizza Open rehearsal #3’.

Sono davvero senza parole, ci ha lasciato negli stessi giorni in cui due anni fa ci lasciava Paolo Rosa e ancora prima Antonio Caronia. Compagni di lavoro, studiosi e artisti raffinati, intellettuali con cui generazioni di giovani artisti hanno studiato. Ezio è stato l’amico che mi ha accompagnato nel mio primo apparire nell’aula di Brera, il direttore che faceva battaglie per i contrattisti.

Caro Ezio, in quel giardino borgesiano dei sentieri che si biforcano, sicuramente pieno di cavi, sensori e monitor ci troveremo tutti un giorno. So che ti sarai portato dietro quel gilet di pelle da cui non ti separavi mai e che ti faceva motobiker d’assalto. Che cos’è la vita…..Sono felice di aver fatto un bel cammino della mia vita professionale insieme a te. Brera ti deve tantissimo.

Intervista a Cuoghi, 2008.

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Anna Monteverdi: Quale sono a tuo avviso le proposte più innovative apparse ultimamente sul piano della tecnodrammaturgia a livello nazionale e internazionale e in che modo si può configurare, dalla tua esperienza di tecnoartista, una progettazione proficua e alla pari tra sistemi interattivi, drammaturgia e scrittura scenica?

Ezio Cuoghi: Beh, le ricerche in corso sono molte, e molte di queste sono davvero degne di attenzione. In particolare direi che quelle che mi appaiono più interessanti sono quelle che affrontano il problema dell’interazione multilocata e multimodale. A mio avviso questo è un nodo di interesse particolarmente significativo oggi. La questione del rapporto tra sistemi interattivi, drammaturgia, e scrittura scenica è una questione che chi opera probabilmente non si pone più. L’interazione è una forma di processo che sottintende una sorta di fenomenologia emergente insita nell’opera. E un ‘fenomeno emergente’ è un risultato non sempre prevedibile e certo. Il progetto drammaturgico è dunque una formula quasi alchemica, che contiene gli elementi e le condizioni di una possibile ‘risonanza estetica’.

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Anna Monteverdi: Come concili la tua attività di artista “intermediale” con quella di docente e di direttore ?

Ezio Cuoghi: Nell’unico modo possibile: con la passione. La passione dell’operare come artista, e la passione per la ricerca e la formazione. Lavorare ad un progetto artistico e vederlo realizzato spesso entusiasma tanto quanto coordinare questo nostro dipartimento. La mia carriera professionale nasce in teatro, prima come attore e poi come regista. E forse da qui nascono i miei interessi maggiori: da un lato i linguaggi che ho sempre vissuto nel loro interagire, soprattutto interessandomi del rapporto fra Arte e Scienza, e a cui ho dedicato molti dei miei lavori; e dall’altro l’interazione, appunto, che secondo me rappresenta la modalità e la forma dell’opera che più di ogni altra ha la forza di offrire (…o soffrire…) la relazionalità. Muoversi e lavorare con colleghi che amano il loro lavoro, e vedere crescere giovani artisti che si dedicano alle loro ricerche artistiche con entusiasmo e intelligenza non è male …Non tutti i giorni, naturalmente…

Ezio Cuoghi: Nato a Mantova nel 1957, si laurea in Istituzioni di Regia con Luigi Squarzina al D.A.M.S. di Bologna nel 1985, con una tesi, poi successivamente pubblicata, sulla figura del ‘grande attore’ ottocentesco. Già dal 1981 inizia l’attività di attore professionista lavorando principalmente con la compagnia bolognese dei Teatro Nuova Edizione, e partecipando a diverse produzioni in collaborazione con teatri, televisione e radio, in particolare con la Biennale Teatro di Venezia e la RAI. Nel 1999 organizza e produce per conto della Regione Marche e del Comune di Macerata uno dei primi Festivals italiani sulle applicazioni performative delle nuove tecnologie mediatiche dal titolo‘Internet City Works’. Dal 1998 partecipa a diverse mostre espositive con opere istallative interattive.

Lepage e Berlioz: un saggio accademico analizza Lepage all’opera per La damnation de Faust
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Nicoletta Armentano affida alla rete in un bel saggio accademico, la sua riflessione sul lavoro registico legato all’imagine video, di Lepage per l’opera di Hector Berlioz La damnation de Faust di cui pubblichiamo un breve stralcio e lasciamo ai lettori il piacere di leggere l’integrale:

Lepage si avvicina al lavoro di Berlioz con molto rigore: filologico, quasi. Non ci sono tagli né interpolazioni. Persino i cori finali di bambini i quali, come sostiene Henry Barraud, spesso «brillent parleur absence» sono presenti. Lepage debutta come regista d’opera nel 1993 con l’allestimento de Il Castello del Duca Barbablù di Béla Bartók e di Erwartung di Arnold Schönberg. Un debutto che nel misurarsi con i vari codiciche interagiscono nel genere operistico lasciava trasparire un en-tusiasmo tale da portare Lepage, già nel 1999, a un altro allesti-mento: proprio de La Damnation de Faust  di Berlioz. Inserita nella programmazione del Festival Saïto Kinen di Tokyo, la messinscena dell’opera berlioziana viene accolta con plauso dalla critica che, da un lato, apprezza l’audacia delle scelte drammaturgiche, in pienostile Lepage”; e dall’altro, sottolinea un ascolto puntuale della par-titura musicale e una lettura attenta di quei versi liberamente ispirati al primo  Fausdi Goethe.Nel rispetto di un processo creativo che Lepage vive come workin progress, occorre precisare che già un anno dopo l’allestimento diTokyo egli realizza un primo rimaneggiamento de La  Damnation. 
E nel 2008 ne opera un secondo, per il Metropolitan Opera di New  York. Perciò quell’insieme frammentato, giocato su disequilibri chequasi sfiorano il crollo e allo stesso tempo sorreggono, informando,la leggenda drammatica di Berlioz, diventa – soprattutto in questa versione newyorkese – un attributo ideale al lavoro del quebecche-se. Oltre a una forma dell’espressione a lui consona, Lepage intra- vede nella possibilità offertagli l’occasione di mettere in piedi un vero e proprio laboratorio. Sostanzialmente perché la realizzazionescenica de La Damnation di Berlioz, che egli concepisce per il MET, eche sarà di seguito esaminata, figura come una sorta di prova gene-rale per l’allestimento della Tetralogia di Wagner che il quebecchese prevedeva di realizzare nel 2011, sempre per il MET.
Ciò che s’indicava con “stile Lepage” comprende l’utilizzo di undispositivo scenico che assume l’aspetto imponente e tutto giocato sulla verticalità di una struttura metallica, composta da sei colonne articolate su quattro livelli, che rappresenta lo spazio agito dai can-tanti (dai ballerini, dagli acrobati). Questa struttura, «à la fois cadreunique et multitude de cases» , impressionante «mur d’écrans», è chiusa sullo sfondo da un doppio ordine di schermi. Essendo translucidi, questi permettono a Lepage di proiettarvi delle immaginiche, per fornire un esempio, riguardano le tante ambientazioni pensate da Berlioz e che, da sempre, erano ritenute difficilmente realizzabili a teatro.

La bidimensionalità della struttura, grazie al doppio strato dischermi, non solo è utile a illustrare visivamente le informazionidi natura drammaturgica fornite da Berlioz, ma è anche funzionalealla poetica stessa della messinscena di Lepage: fare «image à par-tir d’un mot, d’une phrase».

Entrando nel merito dell’opera, l’aria D’amour l’ardente flamme  viene resa da Lepage attraverso un primo piano del soprano che proiettato sul muro di schermi lentamente prende fuoco sino a consumarsi letteralmente. Ciò per mezzo di sensori che, posti sui cantanti, sui ballerini, sulla struttura metallica, funzionano con un sistema d’infrarossi e intercettano ogni movimento, così come il più piccolo contorno melodico-ritmico, dinamico, della voce e della musica, e lo trasmettono in diretta a un computer che ne mostra gli effetti. Cosicché l’immagine (proiettata)del soprano si accende in coincidenza dei grandi salti ascendenti edei rapidi crescendo sino a spegnersi, sul finale dell’aria, in un completo abbandono guidato dagli archi. (…continua)

Concorso video Il tempo sospeso
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Davvero una bella idea questa del tempo sospeso come tema per la prima edizione del concorso video ideato da Emy Petrini -floral designer e Beatrice Speranza – fotografa che inaugurerà il 4 settembre 2015 presso la Chiesina di San Quirico in Petrojo a Valgiano di Lucca. Iscrizioni dal 6 di agosto al 1 settembre 2015.
Il concorso è aperto a tutti coloro che hanno un’idea sul tema e che utilizzano il video come strumento di comunicazione, indagine e riflessione, non occorre che il video presentato sia inedito.

Spesso non siamo consapevoli di quanto sia prezioso il tempo e come esso debba essere usato in modo da vivere veramente fino in fondo ogni secondo. Quale è il modo per vivere bene, in modo positivo e costruttivo la vita?

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Requisiti di partecipazione:
-durata massima del video 5 min.
-la partecipazione può essere individuale o di gruppo
-non occorre che il video sia inedito
-inviare tramite link all’email iltemposospeso@libero.it indicando autori, anno di realizzazione, breve presentazione del video (max 2000 battute), un curriculum vitae in formato digitale (doc) nel quale siano specificati dati personali e recapiti, percorso formativo, principali esperienze di curatela ed eventuali pubblicazioni.

Le iscrizioni per invio dei progetti sono aperte dal 6 di agosto 2015 al 1 settembre 2015.
Il materiale deve essere inviato via mail a iltemposospeso@libero.it , il video deve essere inviato alla medesima mail caricandolo sul canale vimeo con password di accesso privata da indicare via mail.
La proclamazione del vincitore sarà il 19 settembre durante la mostra Il tempo sospeso.
Il vincitore sarà avvertito preventivamente tramite mail e contatto telefonico.
Il video vincitore verrà decretato da una giuria di professionisti nel settore delle arti visive e delle tecniche di narrazione.

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Composizione giuria:
Anna Maria Monteverdi, esperta di digital arts e docente di Drammaturgia multimediale alla Scuola di Nuove tecnologie, Accademia di Belle Arti di Brera.
Margherita Loy, scrittrice ed esperta d’arte. L’amore per l’arte l’ha ereditato dalla madre, la scrittrice Rosetta Loy, si impegna da anni per sensibilizzare non solo gli adulti, ma anche i bambini con un approccio istintivo e intuitivo.
Sarah Binotto, artista e collaboratrice della Gallerianumero 38, galleria di arte contemporanea della città di Lucca.

Premi
Saranno assegnati tre riconoscimenti, tutti e tre i video saranno presentati nell’ultimo fine settimana della mostra Il tempo sospeso in data 19 settembre 2015:


Primo Premio per il video con maggior pregio artistico e fotografico.

Premio per la migliore idea video. 

Premio della stampa Laspeziaoggi per il video tecnicamente meglio realizzato. Il premio Laspeziaoggi verrà assegnato da Paola Settimini(editore) e Daniele Ceccarini (Videomaker e collaboratore di Laspeziaoggi)

Il progetto vincitore sarà ospitato e proiettato negli spazi dellaGallerianumero 38 di Lucca per una settimana in data da stabilire. Tutti i vincitori compariranno nel portale di Laspeziaoggi con interviste dedicate.

Call for artists
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PAKS Gallery invite artists participate

in the contemporary and modern Art Fair in Carrousel du Louvre, Paris on 23 – 25 October 2015
Submission Deadline: 15 August 2015


in the Contemporary Art Fair Montreux – MAG in the charmant city Montreux in Switzerland on 4-8 November 2015
Submition Deadline: 15 September:

in the Exhibition “Contemporary Art Salon” from from 3 october till 18 october 2015
Submission deadline: 20 July 2015

Exhibition “Fine Art Masters Peaces” from 17 December till 24 January 2016 in MAMAG Modern Art Museum.

Central Europe Fine Art Biennale organized from MAMAG Modern Art Museum.

Central Europe Fine Art Prize 2015 organized from MAMAG Modern Art Museum.
Submission deadline: 10 December 2015

Artbook “Relevance in the art. Fine art masters of the 21.st century”
Submission deadline: 10 December 2015

“International Fine Art Cannes Biennale 2016” during the Cannes Film Festival 2016
Deadline: 15 January 2016

International Fine Art Cannes Prize”
Deadline: 15 january 2016

Artists can submit their biography and 3 pictures from artworks in JPEG (please no more than 2 Mb per picture).
We accept no Zip or rar for submission.

We accept for submission:

Original artworks (drawings, mixed media, oil and acryl original artworks, lithograph, screen prints, photography)
Giclee Limited Editions on artpaper or canvas.

We accept NO Poster.

Please send your submission at:

management@paks-gallery.com

Our Curator will contact you.