Archivi categoria: FOCUS

Tony Servillo su RAI5 dal 7 novembre: 5 appuntamenti col suo teatro
398

RAI CULTURA: TONI SERVILLO A TEATRO. RITRATTO DI UN ATTORE DA OSCAR

Cinque appuntamenti teatrali per riscoprire la grande drammaturgia  europea, ma anche il teatro napoletano, in compagnia di un grande attore. Da sabato 7 novembre alle 21.15 su Rai5.

 Un viaggio nella storia della drammaturgia europea e nel teatro napoletano di tradizione e contemporaneo, riletto attraverso uno straordinario vissuto artistico e personale, quello di Toni Servillo. Un incontro insieme teatrale e televisivo realizzato da Rai5 che presenta per la prima volta una rassegna monografica dedicata al teatro del grande attore, in onda da sabato 7 novembre in prima serata. Sei sabati e cinque titoli in cui Toni Servillo presta corpo e voce a Marivaux (Le false confidenze), Goldoni (in Trilogia della villeggiatura rappresentata in tutto il mondo), Eduardo (in Sabato, domenica e lunedì con la regia televisiva di Sorrentino) con l’ausilio della compagnia di Teatri Uniti e omaggia con due assoli –  Bagatelle Teatrali e Servillo legge Napoli – la bellezza disperata e vivissima della città partenopea da cui ha preso avvio per poi farvi ritorno la sua vocazione teatrale.

Toni Servillo è uno degli attori più noti al pubblico, nazionale ed internazionale. Figura di spicco del teatro napoletano, Servillo ha alle spalle una carriera più che trentennale sulle scene italiane ed un ruolo di primo piano nella fondazione di Teatri Uniti, di cui è oggi direttore artistico. Al suo profilo di uomo di teatro si è da sempre affiancata l’attività di pluripremiato attore cinematografico, diretto, tra gli altri, da Mario Martone e Paolo Sorrentino. Proprio dal sodalizio artistico con quest’ultimo ha preso vita La grande bellezza (2013), pellicola premiata con l’Oscar come miglior film straniero nel 2014.

Ph: Francesco Maria Colombo
Ph: Francesco Maria Colombo

 TONI SERVILLO A TEATRO

 Sabato 7 novembre  BAGATELLE TEATRALI

Toni Servillo “compone” un collage di ritagli di oltre 15 anni del “suo” teatro: da Rasoi di Enzo Moscato a Tartufo di Molière, da Sconcerto di Marcoaldi-Battistelli a vari recital di poesie. Regia e interpretazione di Toni Servillo.

 

Sabato 14 novembre  LE FALSE CONFIDENZE

L’amore ostacolato dall’interesse e soffocato dalla brama di denaro è l’argomento delle False confidenze in cui i personaggi trattano il matrimonio alla stregua di “un titolo zoppicante in una concitata sessione di Wall Street o di Piazza Affari”. Scritta da Marivaux nel 1737, disarmante nella sua attualità, la commedia  – nella traduzione di Cesare Garboli – cattura e diverte con dialoghi semplici e limpidi che celano un sottotesto torbido e ambiguo. Dorante, un giovane dall’animo onesto e generoso ma poverissimo, è perdutamente innamorato della ricca vedova Araminte, promessa ad un conte. Dubois,ex servo di Dorante ora alle dipendenze della donna, decide di aiutare il precedente padrone e dapprima lo fa assumere dalla ricca vedova come segretario, poi, con una serie di stratagemmi, inganni e giochi psicologici, accende l’attrazione l’interesse della donna nei confronti del giovane spasimante. Il piano riesce talmente bene che Araminte finisce per innamorarsi di Dorante, mandare all’aria il suo matrimonio con il conte attirandosi le ire della madre e promettere al suo uomo di renderlo ricco e felice. Con questo spettacolo prosegue la ricerca di Toni Servillo attraverso testi teatrali che mostrano uomini colti nell’intimità della propria vita familiare, nel ruolo di inconsapevoli simulacri della profonda rivoluzione sociale in atto nel momento storico descritto dall’azione.

Regia Toni Servillo con Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Andrea Renzi, Mario Scarpetta, Signora, Annamaria Ackermann, Tony Laudadio, Monica Nappo, Francesco Silvestri, Enrico Ianniello

 Sabato 21 novembre LA TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA – I PARTE

Sabato 28 novembre  LA TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA – II PARTE

Ad oltre sessant’anni dalla regia di Strehler (la Trilogia andò in scena al Piccolo di Milano il 23 novembre 1954), i tre testi Le smanie per la villeggiatura, Le avventure della villeggiatura e Il ritorno dalla villeggiatura, concepiti da Goldoni come un’unica opera, rivivono in uno stesso spettacolo con un originalissimo allestimento che rappresenta un affresco “a puntate” della società settecentesca. Tra i massimi capolavori della maturità goldoniana, La trilogia della villeggiatura è anche una macchina teatrale di eccezionale ampiezza e complessità. Toni Servillo affronta Goldoni e lo confronta con Eduardo De Filippo, autore molto caro e a lungo frequentato dal regista campano. Tanto Goldoni quanto Eduardo pongono al centro della propria esperienza teatrale l’indagine spietata dell’uomo, le cui manchevolezze e miserie costituiscono il tessuto di una classe da sempre latitante nel nostro paese, la borghesia. La Trilogia racconta una vacanza dalla vita che si rivela essere nient’altro che il contenitore di tutto l’orrore, le noie e le isterie della vita stessa.

Regia di Toni Servillo con Toni Servillo, Andrea Renzi, Francesco Paglino, Rocco Giordano, Eva Cambiale, Paolo Graziosi, Tommaso Ragno, Anna Della Rosa, Chiara Baffi, Gigio Morra, Salvatore Cantalupo, Fiorenzo Madonna, Alessandro Errico, Betti Pedrazzi, Mariella Lo Sardo, Giulia Pica, Marco D’Amore

 

Sabato 5 dicembre SABATO DOMENICA E LUNEDÌ

Regia di Paolo Sorrentino con Toni Servillo e Anna Bonaiuto

La commedia di Eduardo De Filippo, scritta nel 1959, viene riproposta nella versione curata da Toni Servillo nelle vesti di regista teatrale e interprete affiancato da una  superba Anna Bonaiuto. Ambientata in una Napoli non più affamata del primo dopoguerra, ma in quella borghese ormai alla vigilia del boom economico, in essa vengono rappresentati tre giorni di tragicommedia domestica che ha per protagonista una grande famiglia in cui convivono tre diverse generazioni. Un banale ragù è al centro del dramma: eppure su questo fragile pretesto Eduardo ha costruito una tragedia dell’incomprensione e della paura della solitudine, delle verità celate e dei terremoti emotivi che sconvolgono in profondità l’esistenza. Lo spettacolo è stato registrato nel 2004 al Teatro Mercadante di Napoli con la regia televisiva di Paolo Sorrentino.

 

Sabato 12 dicembre SERVILLO LEGGE NAPOLI

Napoli, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni nella quale da sempre convivono vitalità e disperazione, prende vita nella voce di Toni Servillo. Un viaggio nelle parole di Napoli, attraverso i testi di Salvatore Di Giacomo, Eduardo de Filippo, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Mimmo Borrelli, Enzo Moscato, Maurizio De Giovanni, Giuseppe Montesano, Antonio De Curtis, Michele Sovente. Ne emerge una fuga dalle icone più obsolete della napoletanità ed insieme un bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di poesia.
Regia ed interpretazione di Toni Servillo.

 

Interview to Xavi Bové, artistic director of FIMG, International Mapping Festival in Girona
397

My interview in Girona to the musician, engeneer and artistic director Xavi Bové. Xavi Bové’s career has been focused on the relationship between visual and musical disciplines, specialized in live events.

Born in Lleida (Spain) in 1978, he is an image and sound engineer, and widened his studies with a video direction postgraduate and a master on digital audiovisual creation. Along his seven years as an OPERA VIDEO DIRECTOR of more than 30 titles in Gran Teatre del Liceu Opera House in Barcelona, he has been exploring different ways to show the opera drama in audiovisual language, giving the audience the chance to enjoy opera in a cinematographic way, and acquiring big international opera panorama knowledge. He has directed live broadcastings for TV, Internet and Cinemas worldwide in High Definition, and also the first 3D opera live broadcasting in Spain. Several titles are available on DVD worldwide under high quality labels such as Virgin Classics, DECCA, Arthaus-Musik, C-Major, Opus Arte, Unitel, TDK and Euroarts.

Xavi has directed VIDEO MAPPING projects, applied over different kind of surfaces, such as buildings, trees, planes, balloons or bodies, and is the ARTISTIC DIRECTOR of FIMG, International Mapping Festival in Girona (www.fimg.cat).

He has been commissioned for creating ARTISTIC CORPORATE and ADVERTISING CLIPS combining the needs of companies with a sensitive approach.

Xavi-Bove1-1024x720

He has been art director for live concerts creating LIVE VISUALS and combining stage design, video-creation and mapping techniques, for bands such as Fon Roman, Guillamino and dÉbruit, and for festivals such as Connexions and DeProp.

Xavi Bové is responsible of the visual area on ENVOLVENT, an events promoter and communication/booking agency specialized in electronic music and visual arts, with a weekly radio program (www.envolvent.com). And is also co-founder of FAVOLA IN MVSICA, which aims to give high-quality solutions both for live broadcasting and creative video recording and post-production, mainly focused on classical music.

For MUSIC FESTIVALS he has been the director of live broadcasting and live internet streaming for SONAR Festival and Summercase Music Festival. He has directed MUSIC VIDEOS for electronic and pop bands, (Undo, Maurice Aymard, Gui Boratto, The Moustaches,…) and was the cinematographer for a music video for the Berlin Fashion Week. He has also directed live music concerts recordings for DVDs, such as for the rock musicians Bunbury & Vegas. He also plays tunes as aMUSIC SELECTOR for special events under the name of HERR BOVE offering Vintage and Electronic Sets.

Cycle of Life”,  Prize for innovation, International Videomapping Festival in Girona (FIMG). Selected at V International Congress Synesthesia, Science & Art 2015. Interactive Videmapping from live performed classical music.

In CINEMA, Xavi Bové has directed documentaries about music such as “Music of Shapes” about new musical theories by Raúl Quílez; he has been the second unit director of the documentary film “Llach, la revolta permanent” by Lluis Danés about the life of a Catalan singer; he directed the recording of “Tranuites”, a visual theatre and circus project; and he also directed more than 10 shortfilms, including the film festivals selected “Eine Neue Nachricht” (fiction), “Requiem für eine Tanne” (video creation),  “Mala Sombra” (fiction) and “Viure al mar” (documentary). He worked as art director on “Final”.

He TEACHES seminaries and master’s classes about relations between music and image, for institutions such as La Salle University and EMAV audiovisual school in Barcelona. He also worked for three years as a workshops and films curator for the REC Film Festival (Tarragona). Xavi has lived and worked in Barcelona, London and Berlin and nowadays is based in Girona (Spain).

Currently he is working on different projects that bridge these art disciplines, combining his experience and knowledge and playing with the experimentation of languages, formats and interactivity.

In the interview he speaks about CYCLE of LIFE, his interactive videomapping Prize for innovation, Girona Festival. Selected at V International Congress Synesthesia, Science & Art 2015. Interactive Videmapping from live performed classical music.

La videoarte internazionale di scena a Viareggio grazie a Maurizio Marco Tozzi e Lino Strangis
396

La strana coppia: Maurizio Marco Tozzi è uno studioso e curatore di arte elettronica che insegue da tempo l’idea di dare a Viareggio la possibilità di diventare non solo la città del carnevale ma anche la città della videoarte, Lino Strangis è forse l’artista digitale più eclettico e rigoroso che abbiamo in Italia; insieme sono i curatori di OVER THE REAL, mostra di videoarte che inaugura a Viareggio al GAMEC il 20 novembre con un ricco bouquet di proposte di proiezioni, incontri, workshop e dibattiti

Si potrebbe partire dal titolo per capire che nella mostra trovano spazio opere che navigano nell’idea aumentata del reale legata a dispositivi video e di immersione interattiva. Diceva il compianto Antonio CaroniaLa nuova pelle del pianeta sono i satelliti artificiali, e la nuova pelle dell’uomo lo schermo del video”, insomma una nuova pelle così estensibile da mescolarsi con l’ambiente. In questa morente civiltà di massa, il paesaggio dell’immaginario si allarga a dismisura: come non cogliere come forme di una nuova naturalità i paesaggi sintetici e artificiali di Lino Strangis, fluttuanti e colorate espressioni delle nostre pulsioni interiori, luci accecanti che richiamano la teoria della risonanza emotiva di Kandinskij?

Insomma ci sono molte ragioni per andare a Viareggio dal 20 novembre, uno di questi motivi è che nella dimensione “smarphontizzata” dell’esistenza di ognuno di noi, vale la pena ricordare la distinzione tra arte elettronica e gadget mania. Con grande piacere accogliamo la proposta di questo Festival che grazie alla collaborazione con C:A:R:M:A e Veronica D’Auria come selezionatrice, porterà  molti artisti video con le loro opere sulla riviera versiliese.

Lino Strangis, Chinese visualizations, 2013, 7'30'',

Parteciperanno 32 artisti provenienti da Capo Verde, Cina, Cuba, Francia, Germania, Grecia, Haiti, India, Italia, Norvegia, Olanda, Spagna, Stati Uniti, Sud Corea, Taiwan per tre giorni di proiezioni, work shop, talk, performance e appuntamenti collaterali.

Over The Real, diretto da Maurizio Marco Tozzi e Lino Strangis, presenta le più significative linee di ricerca emerse negli ultimi anni nel panorama internazionale delle arti audiovisive.

Over The Real intende segnare lo stato dell’arte delle composizioni audiovisive di ricerca, sul piano globale ed in questo presente caratterizzato soprattutto dalla estrema accessibilità e potenza degli strumenti digitali. Una storia iniziata come nicchia delle arti contemporanee (la così detta videoarte) che si è trasformata oggi in un fenomeno estremamente evoluto, complesso e anche facilmente accessibile economicamente e quindi praticabile anche in contesti del tutto “indipendenti”, non soltanto nelle modalità di produzione, ma soprattutto da un punto di vista prettamente artistico e mentale. Molti sono gli autori che negli ultimi anni hanno contribuito all’evoluzione delle capacità estetiche e semantiche di queste discipline e questo Festival offre un ampio ventaglio di soluzioni formali e modalità linguistiche. Le opere, pur mostrando a volte enormi differenze su diversi piani, da quello delle modalità d’interpretazione delle varie tecniche a quello delle condizioni di produzione (molto diverse a seconda dei vari paesi a dimostrazione che le circostanze politico-sociali di un paese si legano in modo considerevole al tipo di produzioni che in questo si sviluppano) hanno in comune la volontà di ridefinire all’infinito i confini di ciò che è percepibile e quindi conoscibile. Mondi originali, trovati spesso accettando la sfida sul piano spettacolare di “tenere il passo” con la più avanzata industria creativa, pur senza approssimarsi mai a questa e pur mantenendo intatta la propria essenza di esperienza e ricerca artistica.

Over The Real  è legato ad un importante network  di curatori ed artisti che hanno già realizzato mostre in molte ed esclusive location  internazionali.

La commissione scientifica è infatti composta da Veronica D’Auria dell’associazione Carma di Roma curatrice di moltissime iniziative sia in Italia che all’estero fra cui in paesi come Cina ed Australia; Alessandra Arnò vice presidente di Visualcontainer dal 2008 primo distributore italiano e piattaforma per la promozione della videoarte; Adonay Bermúdez curatore spagnolo che ha inserito in questa manifestazione il suo Festival Entre Islas dedicato alle realtà artistiche insulari di tutto il mondo.

Le proiezioni delle 32 opere avverranno a rotazione (vedi programma allegato) ogni giorno dalle ore 15.30 per consentire al pubblico per tutta la durata della manifestazione di poter vedere i video anche più volte.

Attesissimo il workshop di Alessandro Amaducci, che si terrà la mattina di sabato 21 (ore 10). Artista e docente del Dams di Torino, Amaducci ha partecipato ai più importanti festival internazionali di videoarte ed è considerato anche tra i maggiori teorici italiani. L’incontro sarà l’occasione per conoscere come nasce una sua opera video sia dal punto di vista concettuale che tecnico-pratico.

Altro momento fondamentale sarà il talk conclusivo sul tema VideoArte: nuove linee di ricerca e attuali collocazioni nel panorama dell’arte italiana, in programma nel pomeriggio di domenica 22 (ore17), al quale parteciperanno (oltre alla sottoscritta), Maurizio Vanni storico dell’arte, specialista in art management, marketing emozionale e direttore generale del Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art; Valentino Catricalà, ricercatore e direttore del Media Art Festival di Roma.

 

ORGANIZZAZIONE
VAP – Viareggio
C.A.R.M.A – Roma

CATALOGO
Kappabit – Roma

COMUNICAZIONE
Bogus Lab – Viareggio

MEDIA PARTNER
Juliet Art Magazine
Egg Magazine

SPONSOR TECNICO
LIT di Marco Betti

PARTNERSHIP
Balena Fitness, Bar Eden, Clinica I Phone, Clinica Veterinaria Campo d’Aviazione, Easyshop, Espresso Toscano, Gioielleria Rossi, Hotel Villa Morgana, Il Trichetto, Maki Maki, Nel Cuore Delle Aziende, Nostromo, Pietrasantarte, Samoa, The Club

ELENCO ARTISTI E OPERE
Alessandro Amaducci (Italia) I’m Your Data Base, 3’53”, 2014 / Angelica Bergamini (Italia) Will You Fight Or Will You Dance, 6’49”, 2012 / Barbara Brugola (Italia) & Trond Arne Vangen (Norvegia) Pic nic , 8′, 2015 / Rita Casdia (Italia) I d , 4’50” , 2015 / Yu Cheng-Ta (Taiwán) Adjective, 5’11”, 2010 / Silvia De Gennaro (Italia) Travel Notebooks, Venice,  2’45”, 2015 / Alain Escalle (Francia) Da Vinci Project, 5’19”, 2015 / Francesca Fini (Italia) Ofelia non annega, 3’37”, 2015 / Michael Gaddini (Italia) Elsewhere, 3’15”, 2014 / Ivan Gasbarrini (Italia) 0 e 1,  7’33’’ 2015 / Ida Gerosa (Italia) Amore odio – la fatica di vivere, 4’50’’, 2015 / Celia González & Yunior Aguiar (Cuba) Bojeo, 7’24’’, 2006-2007 / Igor Imhoff (Italia) Planets, 9’10’’, 2012 / Salvatore Insana (Italia) Clinamen, 4’30”, 2015 / Hwayong Jung (Sud Corea/Usa) Euphoria, 4’53”, 2014 / Maria Korporal (Olanda) Third Eye Flying, 4’29’’, 2014 / Boris Labbè (Francia) Danse macabre, 16’09”, 2013 / Marcantonio Lunardi (Italia) Anthropometry 154855, 3’30”, 2015 / Eleonora Manca (Italia) Reverse Metamorphosis, 1’14”, 2015 / Cristina Ohlmer (Italia/Germania)  Pixel Motion, 13′, 2013 / Roberto Opalio (Italia) Light_Earth_Blue_Silver, 38′, 2005-2008 / Paolo Ranieri (Italia) Homage to Maya, 7’30”, 2015 / Marta Roberti  (Italia) Sarà stato, 7’12″, 2013 / Cesar Schofield (Capo Verde) Djaforgu na 1 minutu, 1’, 2013 / Steevens Simeon (Haití) Imagine if you woke tomorrow and all music had disappeared, 11’14”, 2011 / Vijayaraghavan Srinivasan (India) Wake up me, 1’20”, 2013 / Lino Strangis (Italia) Memorie di un Electro-Ronin, 6’08”, 2015 / Jose J. Torres (Spagna) Journey  (La Travesía), 2’25’’, 2014 / Laura Torres Bauzà (Spagna) Sísif (Sísifo), 3’34’’, 2014 / Giacomo Verde (Italia) Defending Border, 2’16”, 2015 / Angelina Voskopoulou (Grecia) The seed,  6’30”, 2014 / Tian Xiaolei (Cina) Relation, 11’7’’, 2013

Date/Time
Date(s) – 20/11/2015 – 22/11/2015
12

Location
Gamc Lorenzo Viani

Cleansed by Sarah Kane by KATIE MITCHELL from 16 February 2016, National Theatre (London)
395

You love me so much why can’t you remember my name?

Tinker practises the art of atrocity, but even he isn’t immune from the need for love. Existing on the border between beauty and brutality, Cleansed imagines a world in which language, human relationships and the body itself are pared away to bare bone.

One of Britain’s most influential playwrights, Sarah Kane (1971 – 99) receives her National Theatre debut in an unflinching new production by Katie Mitchell.

Contains graphic scenes of physical and sexual violence.

© Rheinisches Bildarchiv, Birgit Kahle, Untitled: rba_c011530, rba_c011531, rba_c011532, rba_c011533
© Rheinisches Bildarchiv, Birgit Kahle, Untitled: rba_c011530, rba_c011531, rba_c011532, rba_c011533

Talks and events

Katie Mitchell Wed 2 March, 6pm

Sarah Kane Explored: Staging the Unstageable
Fri 11 March, 10.30am – 3.30pm

In Context: Katie Mitchell
Thu 25 February,

 

A dialogue of Art with Science and Technology, Venice
394

NEXUS – Creation at the Nexus of Science Technology and Art

12065542_10208445950812235_7050626363184694154_n

Ca’ Giustinian, 3 e 4 novembre 2015
03 | 11 | 2015

a dialogue of Art with Science and Technology

Si svolgerà martedì 3 e mercoledì 4 novembre il simposio Nexus. Creation at the Nexus of Science Technology and Art, organizzato dalla Biennale di Venezia e la Direzione Generale CONNECT della Commissione Europea. Nella sede storica della Biennale (Ca’ Giustinian) si riuniranno in due giorni di dibattito, studiosi, critici e artisti.“Arte, scienza e tecnologia si guardano in cagnesco o qualche volta vanno a braccetto? – si chiede il Presidente della Biennale Paolo Baratta. L’artista crea liberamente e può creare anche in antagonismo ai vari progressi. Per contro, nel momento in cui dà origine ai suoi mondi può considerare come strumenti del suo lavoro, e come termine di riferimento importante, quanto offre la scienza, il progresso e la tecnologia.
Un rapporto complesso, dunque, tra diverse vitalità ed energie, che merita di essere indagato ed esplicitato senza pregiudizi né conformismi. Nessuno può farlo meglio di persone impegnate nelle istituzioni e nei centri che promuovono la tecnologia e la scienza, in un confronto con artisti, curatori e studiosi di arte contemporanea.”

“L’innovazione affronta le sfide della nostra società facendo appello alla nostra creatività –dice Ralph Dum, Commissione Europea – programma STARTS – spesso rivedendo e cambiando le pratiche sociali e le abitudini umane. Qui, la tecnologia (e il design) riguardano il ‘cosa’, con soluzioni creative ai problemi identificati. L’Arte (e la scienza) considerano il ‘perché’, ponendosi dei quesiti sull’innovazione e i suoi limiti, sulla società e sulla condizione umana. Quindi l’Arte e l’innovazione sono complementari, eppure sono state tenute separate negli accordi istituzionali stabiliti nel 20esimo secolo (in particolare nell’educazione). Questo simposio esaminerà se c’è una ragione sufficiente per farle interagire e rinforzarle a vicenda insistendo però sull’indipendenza dell’arte da ogni priorità utilitaria e sulla libertà creativa degli artisti.”

Le Istituzioni d’Arte indagano sempre di più su come l’artista rifletta, rifiuti, analizzi, sia ispirato o ispiri la Scienza e la Tecnologia. A loro volta, le industrie hi-tech e le Istituzioni Scientifiche di alto profilo creano dei programmi che permettono di stabilire un dialogo con il mondo dell’Arte, che li aiuta a riflettere meglio sulle loro priorità e sui loro processi.

La Biennale di Venezia e la Commissione Europea, impegnata in questo dialogo con i programmi STARTS – S&T & ARTS (Vedi http://ictartconnect.eu) che collegano l’Arte e l’Innovazione, hanno invitato a confrontarsi sul tema i rappresentanti di Istituzioni d’Arte, i coordinatori di team di ricerca e sviluppo nell’Industria e nel mondo Accademico e gli artisti.

– Quale sarà l’impatto di questo dialogo nella creazione artistica?
– Quale sarà l’impatto di questo dialogo nell’innovazione della società e dell’industria?
– Questo tipo di dialogo come rinnoverà la pratica artistica e le pratiche tecnologiche e scientifiche?

Queste alcune delle domande che apriranno il simposio, con le introduzioni del Presidente Paolo Baratta, di Ralph Dum, Commissione Europea – programma STARTS, e di Bice Curiger, direttrice della rivista Parkett e curatrice della Biennale Arte 2011.

Alla discussione parteciperanno, tra gli altri, Martin Roth, Direttore del Victoria and Albert Museum di Londra, Gerfried Stocker, Direttore di Ars Electronica di Linz, Gerald Bast, Direttore dell’University of Applied Arts di Vienna, Robert Trappl, Direttore dell’Austrian Research Center for Artificial Intelligence, Beatrice de Gelder, neuroscienziata dell’University of Maastricht, Michele Bugliesi, Rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia,Alejandro Aravena, architetto e curatore della prossima Biennale Architettura 2016, Aldo Cibic, architetto, designer e curatore del Padiglione Venezia alla Biennale Arte 2015, e artisti come Grazia Toderi, Agnieszka Kurant e Simon Denny.

Il simposio è organizzato dalla Biennale di Venezia, dalla Commissione Europea – Directorate General CONNECT, dal project DANCE (H2020 645553) e da ERC grant 295673 di Beatrice de Gelder.

Aesthetics of Interaction in Digital Art By Katja Kwastek, MIT PRESS
393

Aesthetics of Interaction in Digital Art By Katja Kwastek

Since the 1960s, artworks that involve the participation of the spectator have received extensive scholarly attention. Yet interactive artworks using digital media still present a challenge for academic art history. In this book, Katja Kwastek argues that the particular aesthetic experience enabled by these new media works can open up new perspectives for our understanding of art and media alike. Kwastek, herself an art historian, offers a set of theoretical and methodological tools that are suitable for understanding and analyzing not only new media art but also other contemporary art forms. Addressing both the theoretician and the practitioner, Kwastek provides an introduction to the history and the terminology of interactive art, a theory of the aesthetics of interaction, and exemplary case studies of interactive media art.WLG mosaique 2.preview
Kwastek lays the historical and theoretical groundwork and then develops an aesthetics of interaction, discussing such aspects as real space and data space, temporal structures, instrumental and phenomenal perspectives, and the relationship between materiality and interpretability. Finally, she applies her theory to specific works of interactive media art, including narratives in virtual and real space, interactive installations, and performance—with case studies of works by Olia Lialina, Susanne Berkenheger, Stefan Schemat, Teri Rueb, Lynn Hershman, Agnes Hegedüs, Tmema, David Rokeby, Sonia Cillari, and Blast Theory.

Al via la nuova Accademia di Belle Arti di Pisa. Nuove tecnologie e Comunicazione e didattica dell’Arte. Iscrizioni ancora aperte.
390

Nasce a Pisa nel prestigioso e storico Palazzo Quaratesi in Via Santa Maria davanti alla Facoltà di Lettere, la nuova Accademia di Belle Arti di Pisa Alma Artis con un focus sulle TECNOLOGIE PER L’ARTE. Un triennio così suddiviso nel Piano di studi:

Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate

Nuove Tecnologie dell’Arte – Artistic research

Progettazione artistica per l’impresa – Art direction

Dipartimento di Comunicazione e didattica dell’Arte

Comunicazione e valorizzazione del patrimonio Artistico Contemporaneo – Net Art IoT

I corsi di studio per il conseguimento del Diploma accademico di Primo Livello della Accademia di Belle Arti hanno l’obiettivo di assicurare un’adeguata padronanza dei metodi e delle tecniche nell’ambito della ricerca artistica rivolta all’uso e all’utilizzo delle nuove tecnologie mediali della comunicazione.

Il Piano di Studi è stato ideato per permettere agli studenti di approcciare sin dal primo anno tutte le materie più importanti. Il primo anno accademico è propedeutico ed è uguale per tutti e tre gli indirizzi, così lo studente avvicina le materie e può valutare con molta attenzione quale potrebbe essere il suo percorso di laurea. Alla fine del primo anno lo studente dovrà depositare il proprio piano di studi e scegliere quale Scuola di Alta Formazione seguire.

I corsi di studio per il conseguimento del Diploma accademico di Primo Livello della Accademia di Belle Arti hanno l’obiettivo di assicurare un’adeguata padronanza dei metodi e delle tecniche nell’ambito della ricerca artistica rivolta all’uso e all’utilizzo delle nuove tecnologie mediali della comunicazione.

Il Piano di Studi è stato ideato per permettere agli studenti di approcciare sin dal primo anno tutte le materie più importanti. Il primo anno accademico è propedeutico ed è uguale per tutti e tre gli indirizzi, così lo studente avvicina le materie e può valutare con molta attenzione quale potrebbe essere il suo percorso di laurea. Alla fine del primo anno lo studente dovrà depositare il proprio piano di studi e scegliere quale Scuola di Alta Formazione seguire.

I diplomati nei corsi di diploma delle Scuole devono:

  • possedere un’adeguata formazione tecnico-operativa, di metodi e contenuti relativamente all’impiego artistico delle nuove tecnologie, conoscendo le tecniche multimediali e digitali che permettono di produrre opere e informazioni;
  • possedere strumenti metodologici e critici adeguati all’acquisizione di competenze dei linguaggi espressivi, delle tecniche e delle tecnologie più avanzate relative, esercitando la sperimentazione artistica nei linguaggi tecnologici e multimediali specifici applicata ai settori delle arti visive digitali, multimediali, interattive e performative, del video e delcinema e del web;
  • essere in grado di utilizzare almeno una lingua dell’Unione Europea, oltre la lingua madre, nell’ambito precipuo di competenza e per lo scambio di informazioni generali:
  • possedere la conoscenza degli strumenti informatici e della comunicazione telematica negli ambiti specifici di competenza.12006313_1694282557474804_1674272042361649651_n

Prospettive occupazionali

I diplomati della Scuola svolgeranno attività professionali in diversi ambiti, inerenti sia alla libera professione artistica nel campo delle nuove tecnologie, sia collaborando, in rapporto ai diversi campi di applicazione, alla programmazione, progettazione e attuazione degli interventi specifici delle nuove tecnologie, dalla progettazione e realizzazione di opere audiovisive e multimediali interattive alla modellistica virtuale.

L’Accademia organizzerà, in accordo con enti pubblici e privati, gli stages e i tirocini più opportuni per concorrere al conseguimento delle specifiche professionalità e definiranno ulteriormente, per ogni corso di studio, specifici modelli formativi.

Piano di studi personalizzato

Entro la fine del primo anno lo studente deve avere scelto uno tra gli indirizzi (scuole) di specializzazione per il conseguimento del Diploma con indirizzo: Artistic research; Net Art IoT; Art direction. Nel caso lo studente non scegliesse nessun indirizzo il Diploma conseguito sarà in Nuove Tecnologie dell’Arte.

Borse di Studio

Lo studente può accedere alle borse di studio della Accademia di Belle Arti “Alma Artis Academy” se in possesso dei requisiti di meritocrazia conseguendo la media di 28/30 alla fine del secondo semestre di ogni anno.

info: www.almartis.it

10421191_1697077290528664_4988309451428791378_n

Un giorno importante per l’Alma Artis Academy è stato il 19 Settembre 2015. In occasione dell’Open Day, che ha visto la partecipazione di studenti, curiosi e persone partecipi a questo nuovo evento che ha interessato la città di Pisa, l’Accademia si è presentata al pubblico. Un giorno importante per farsi conoscere e per conoscere i futuri studenti che frequenteranno le superbe sale di Palazzo Quaratesi, per diventare gli artisti di domani. I docenti hanno parlato delle loro attività ed i ragazzi hanno potuto provare set video, set fotografico ed attrezzature di realtà virtuale.

Ma importante lo è stato anche per un altro motivo, la presenza del Comune di Pisa che, sin da subito, ha mostrato interesse per questa nuova realtà, che porta aria di novità nella formazione dove l’innovazione scientifica e culturale è di casa. L’assessore Andrea Ferrante ha presenziato alla giornata di apertura, con un intervento che ha messo in risalto il valore dell’iniziativa, non solo dal punto di vista formativo, ma anche e soprattutto per il valore scientifico-culturale che potrà avere una ricaduta sul territorio. Lo stesso ha evidenziato lo stretto collegamento che l’Accademia potrà creare tra scienza, arte ed attività imprenditoriali sul territorio, proponendo progetti innovativi che il comune sicuramente seguirà con interesse.

Il rapporto con il Comune è stato di fatto sancito anche dalla pronta concessione all’Accademia del Patrocinio, che ci pone in stretta collaborazione per le attività in corso. La città ha una forte connotazione culturale, con molte interessanti manifestazioni, e l’Accademia si propone di essere soggetto attivo e collaborativo, che si possa confrontare con le istituzioni e colmare il gap tra formazione e progettazione anche in ambito culturale. Il comune si è detto interessato a questa collaborazione attiva e, nei prossimi mesi, partiranno delle iniziative comuni, anche nell’ottica della candidatura di Pisa come capitale della cultura 2016.

INVIDEO mette in mostra i Passati Futuri La XXV edizione della kermesse a Milano dal 28 ottobre al 1 novembre
389

 A Milano è tempo di INVIDEO: la mostra internazionale di video e cinema oltre compie 25 anni e si svolgerà in città dal 28 ottobre al 1 novembre. Un’edizione importante per il festival, organizzato da AIACE Milano e per la direzione artistica di Romano Fattorossi e Sandra Lischi.

 Unica e longeva vetrina italiana interamente dedicata alla video arte e al cinema di avanguardia, INVIDEO sceglie da sempre il meglio della produzione video contemporanea, con particolare attenzione agli autori Under 35 e ai pionieri dell’arte sperimentale. Il risultato di questa ricerca artistica è un fitto programma che condensa in cinque giornate proiezioni, anteprime, incontri con gli autori, master class e approfondimenti tematici.

 La SELEZIONE INTERNAZIONALE – nata dalla visione di oltre mille opere pervenute – si compone di trentasette titoli, metà dei quali proposti in anteprima per l’Italia. Cinque i video italiani.

CHOWDURY_3 REYNOLDS_5

Il titolo dell’edizione, elaborato a partire dai video ricevuti, mette in mostra i FUTURI PASSATI/ FUTURE PASTS, a suggellare l’importanza della memoria e della storia per la creazione di nuovi linguaggi. Ecco allora che la Selezione si configura come un sapiente andirivieni, divertito e impegnato allo stesso tempo, fra memorie e tecnologie innovative.

 La XXV edizione ospiterà la prima proiezione mondiale al di fuori della Germania di Berlin East Side Gallery di Karin Kaper e Dirk Szuszies, documentario sul tratto del Muro di Berlino divenuto una galleria d’arte a cielo aperto, e la prima milanese di Da Vinci project di Alain Escalle, elegante e visionaria ricostruzione dell’incanto del Rinascimento.

 In programma anche la prima personale italiana dedicata a Jacques Perconte, artista francese pioniere nell’uso pittorico del digitale che proporrà alcune opere sulla metamorfosi del paesaggio, realizzate ispirandosi alle vibrazioni luminose dell’impressionismo  e trasformate in un puro evolversi di colore grazie alla resa pittorica delle stratificazioni di pixel.

 Si rinnova la sinergia con il Piccolo Teatro che ospiterà nel Chiostro Nina Vinchi l’incontro sull’importanza del teatro come luogo di resistenza. Per l’occasione sarà proposto Nuovo teatro in Kosovo di Anna Maria Monteverdi, il video che ritrae le prove dello spettacolo del 2013 La distruzione della Torre Eiffel di Jenton Neziraji, pièce rivelatasi profetica rispetto ai tragici episodi di Charlie Hebdo dello scorso gennaio.

download (25)

 

Per i 25 anni INVIDEO ha il piacere di ospitare Felice Pesoli, suo cofondatore nel 1990 e condirettore per molti anni, proponendo un estratto in anteprima da Prima che la vita cambi noi, film che sarà presentato alla prossima edizione del Torino Film Festival che racconta le memorie milanesi della seconda metà degli anni ‘60 e ‘70 dei movimenti giovanili beat, hippie e freak con le interviste inedite a Claudio Rocchi e Giorgio Cerquetti.

 Ampio spazio dedicato all’animazione con l’incontro con Cristina Diana Seresini, autrice milanese di fama internazionale; il progetto di laboratori di cinema d’animazione per i giovani pazienti dell’Ospedale di Brescia dal titolo Cartoni animati in corsia a cura di AVISCO con Vincenzo Beschi, Silvia Palermo e Irene Tedeschi; e la proiezione de La ballata dei senzatetto diMonica Manganelli, poetico viaggio in 3D nell’Emilia Romagna devastata dal terremoto del 2012 selezionato per gli Oscar 2016.

 Come di consueto lo IED sarà sede di tre masterclass aperte anche al pubblico e tenute da Cristina Diana Seresini, Monica Manganelli e Alain Escalle.

 Forte della collaborazione con il MFN Milano Film Network, anche quest’anno INVIDEO si rivolge alle scuole, proponendo due appuntamenti (una matinée per le superiori e un laboratorio per bambini) volti ad educare le giovani generazioni al linguaggio audiovisivo. In programma anche un workshop rivolto a docenti, educatori e formatori per acquisire competenze e attivare percorsi di produzione audiovisiva in classe o altri contesti educativi.

INVIDEO sarà inoltre vetrina del film collettivo nato dal workshop di regia Raccontare gli spazi, a cura di Davide Ferrario e realizzato sempre in collaborazione con il MFN, con l’obiettivo di rappresentare i nuovi spazi dell’arte a Milano.

Per tutta la durata del festival lo Spazio Oberdan ospiterà La valigia dei ricordi, installazione interattiva legata al rapporto dei malati di Alzheimer con i loro caregivers: un vero e proprio archivio di ricordi audio e video dei familiari coinvolti nel progetto.

Unico riconoscimento del festival il premio Under 35, assegnato a un giovane autore della Selezione quale incentivo alla creatività: l’opera vincitrice entrerà a far parte dell’archivio internazionale e permanente di INVIDEO, consultabile alla Fabbrica del Vapore (Via Procaccini, 4).

Il catalogo dell’edizione 2015 – a cura di Sandra Lischi ed Elena Marcheschi (Edizioni Mimesis, Milano) – contiene le schede critiche delle opere e degli eventi in italiano e inglese e verrà venduto durante i giorni di INVIDEO allo speciale prezzo di 2,50 euro.

 

INVIDEO aderisce all’AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema) ed è socio fondatore del Milano Film Network.

Tutti gli eventi e le proiezioni sono ad INGRESSO con TESSERA

(Cineteca oppure AIACE 5euro o Milano Film Network 10€, sottoscrivibili nei giorni del festival), salvo differenti indicazioni nelle singole schede degli eventi.

 

INVIDEO è un progetto AIACE con il sostegno di Comune di Milano| Città Metropolitana di Milano, Settore Cultura. INVIDEO è un eventoExpoinCittà, con il patrocinio di Regione Lombardia

 

Si avvale del contributo e della collaborazione di EUNIC Milan| Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura| Istituto Svizzero| Goethe-Institut Mailand| Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano| Forum Austriaco di Cultura a Milano| Institut français Milano| IED Milano| Fabbrica del Vapore| FDVLAB| Fondazione Cineteca Italiana| Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa| Laboratorio Dagad| Ondavideo Pisa| Amici di INVIDEO e inoltre Eurohotel Milano| Pizzeria 40| Ristorante Lucca| Ristorante Rosy e Gabriele | Taxidrivers

Per un teatro tecnologico internazionale: Lepage e Dumb Type
388

Macchina e maschera: Robert Lepage e Dumb Type.

 La scena del regista e interprete canadese Robert Lepage[1], è costellata da una vera polifonia di linguaggi. L’effetto di ombre nel suo teatro è combinato variamente con le proiezioni video in diretta, tecniche che insieme creano un gioco e uno scambio ininterrotto tra la parte frontale e quella retrostante la scena, entrambe spazio d’azione live sia dell’attore che della macchina. La sua originale drammaturgia gioca su più livelli narrativi: in un’architettura stratificata fatta di trame visionarie si intrecciano storie di esplorazioni simboliche, di perdite e di riconciliazioni; vicende lontane nel tempo e nello spazio si incastrano come scatole cinesi offrendo sguardi speculari, percorsi obliqui di memoria, investigazioni introspettive che relazionano la Storia al quotidiano.

Robert Lepage propone un’estetica teatrale dal gusto antico: i suoi spettacoli ricordano infatti, sia le scene mobili del Rinascimento e del Barocco (progettate da Buontalenti e dallo stesso Leonardo) sia quei teatri di inizio secolo che sperimentavano le rudimentali tecniche dell’animazione luminosa (disegni su pezzi di vetro mobili, proiettati grazie alla lanterna Magica), promuovendo una primordiale forma di teatro ottico. Per Andersen Project ispirato alla biografia di Hans Christian Andersen, Lepage inventa una struttura scenica molto originale mostrando come si possa arrivare alla stessa illusione percettiva della realtà virtuale usando mezzi artigianali ed effetti ottici. Per evocare un’epoca come quella di fine Ottocento, ricca di scoperte tecniche e scientifiche, Lepage cerca di ottenere teatralmente l’effetto di stupore e meraviglia prodotto nel pubblico dai nuovi dispositivi fotografici. Imponente è uno spazio cubico prospettico praticabile, un  “panorama” che permette un’efficace integrazione di corpo e immagine (grazie a un leggero rialzamento centrale della struttura), restituendo l’illusione di profondità.

Non sfugge a Lepage il dettaglio che la data del 1867 in cui Andersen arriva a Parigi è anche un anno cruciale per le invenzioni tecniche: è l’anno della seconda rivoluzione industriale e soprattutto della Grande Esposizione Universale di Parigi allestita pieno Secondo Impero napoleonico, in cui domina la fotografia anche grazie al successo delle cosiddette macchine ottiche per visioni stereoscopiche adatte alla percezione del rilievo, in sostanza l’antica progenitrice delle immagini 3D. Informazione sufficiente forse a giustificare in questo spettacolo la presenza di una particolare macchina scenica di visione che simula proprio la profondità delle immagini. Così Lepage per rappresentare un mondo all’inizio della modernità rinuncia deliberatamente ad interagire con sistemi meccanico-protesici o ottici di rilevamento del movimento e del corpo nello spazio, o con dispositivi ottici 3 D, per affermare che in fondo, non è la sperimentazione tecnologica più spinta a fare nuovo il teatro, ma un perfetto equilibrio tra contemporaneità tecnologica e sapere tecnico antico.

Nel lavoro artistico di Lepage dove “non è il teatro che si meccanizza ma è la macchina che si teatralizza” [2], la tecnica è metafora di una condizione esistenziale di mutabilità perenne, di un processo di memoria e di conoscenza, di un nuovo sguardo inteso come illuminante esperienza interiore; la scena è concepita come materia viva e palpabile, suscettibile di innumerevoli trasformazioni, pulsante all’unisono con il corpo dell’attore del quale è suo naturale riflesso, articolazione, appendice. Le tecnologie dell’immagine diventano metaforiche lenti addizionali oppure costituiscono uno specchio interiore.

L’uso della tecnologia delle immagini come metafora della memoria è esemplificato in Les sept branches de la rivière Ota, spettacolo, commissionato nel 1995 dal governo giapponese tra le attività di commemorazione del cinquantesimo anniversario della bomba atomica su Hiroshima. La tecnologia video – che nello spettacolo racconta attraverso immagini in movimento le storie orientali e occidentali che cominciano o finiscono a Hiroshima – associata all’antica tradizione del teatro d’ombre, diventa metafora stessa del processo di memorazione. Fotografia come processo di creazione di immagini latenti e video come scrittura di luce tra flash (istantanee) e flashback (ricordi). La scena è strutturata come una tradizionale casa giapponese, bassa e lunga, opaca e trasparente, con sette schermi-pannelli trasparenti di spandex sui quali vengono proiettate immagini video e ombre: l’effetto di “incrostazione” o di composizione tra l’immagine video e il corpo dell’attore e tra la figura e lo sfondo luminescente genera un surreale dialogo tra corpi e luce e rende quasi alla lettera il senso più profondo dello spettacolo, il legame indissolubile tra Oriente e Occidente e l’impossibilità di cancellare dalla memoria collettiva l’Hiroshima della bomba atomica.

La scena attraversata dalla luce del video diventa così, una lastra “fotosensibile”, potente metafora di un percorso di memoria e di conoscenza. Negli spettacoli di Lepage come La face cachée de la lune (2001) la macchina scenica è corpo animato, sonda imperscrutabile del nostro profondo, che rivela lati misteriosi facendo luce: il teatro rende visibile ciò che non è visibile a occhio nudo, mostrando, come specchio dionisiaco, il lato oscuro (e le geografie imperfette) della nostra superficie corporea.

La scena-corpo si lascia incidere da segni di luce, da molte scritture; come nelle antiche grotte, sulla sua parete ombre e graffiti luminosi raccontano storie mitiche di trasformazioni, storie lunari e storie terrestri. Nella scena di Lepage, fatta – seguendo Leonardo – di “sembianti di lumi e ombre”, il momento della scoperta della verità è equivalente alla folgorazione prodotta dal flash della fotocamera, il ricordo lascia una traccia impressa nella lastra radiografica mentre la morte non è niente altro che neve del televisore non sintonizzato.

Equivalenze tra vita interiore e mondo tecnologico: più che protesi, le tecnologie dell’universo lepagiano sono creature addomesticate, le loro forme rassicuranti e familiari. La scena di Lepage intesa come materia di luce in continua trasformazione, di forma e di senso, si avvicina al valore di maschera greca. Da sempre il corpo e il volto sono sottoposti a teatro a un occultamento attraverso la maschera, icona indossabile, ma questa non ne nasconde l’essere: ne fa uscire lo stato metamorfico interiore. La maschera, oggetto sapienziale per i Greci, non è solo custodia di carne ma incarnazione di un divenire perenne, “luogo di un passaggio estremo verso altre, poliforme identità da cui affiorano visioni sconosciute”, come ricorda Fernando Mastropasqua.[3]

Come affermava Kerény,

 la maschera rende visibile la situazione umana tra un’esistenza individuale e un’esistenza più ampia, proteiforme, che abbraccia tutte le forme. La maschera è un vero strumento magico che in qualsiasi momento rende possibile per l’uomo di rendersi conto di quella situazione umana e di ritrovare la strada verso un mondo più ampio, più spirituale, senza abbandonare tuttavia il modo di un’esistenza fusa nella natura.[4]

 In Voyage (2005) di Dumb Type, collettivo di danzatori e  artisti visivi e sonori di Kyoto, si mette in scena il concetto di “viaggio estremo”, un viaggio virtuale attraverso dispositivi tecnologici sofisticati e un viaggio  dentro le condizioni emotive e psichiche dei nostri giorni: ansia, paura, angoscia, insicurezza; con le tecnologie il teatro dà forma al concetto di crisi, individuale e collettiva, al timore della morte e della guerra. La partecipazione da parte dello spettatore è di natura immersiva, data l’estrema potenza e amplificazione dei suoni e considerate le dimensioni delle immagini che sconvolgono i canoni tradizionali dell’ascolto (e della visione) teatrale.

 

 

Le situazioni proposte dai danzatori e rappresentate in forma di enormi quadri visivi e sonori, di riverberi, rispecchiamenti e atti senza parole, partono da viaggi concreti (in nave, dentro un caccia militare o una navicella spaziale) o immaginari (dentro la psiche, nella memoria). Ma tutti sono filtrati attraverso una mediazione tecnologica, in un crescendo angosciante in cui le paure associate ai diversi elementi (acqua, aria, fuoco, terra) si materializzano in un tecnopaesaggio sintetico metaforico. ‟La compenetrazione  dell’umano e del tecnologico è totale”, afferma Erica Magris;il faccia a faccia con il mondo contemporaneo si mostra attraverso una “maschera digitale” quale metafora tecnologica dell’esistenza umana, una maschera che non inguaina l’attore ma che ingloba l’intera scena e grazie al quale il palcoscenico diventa uno ‟spazio in movimento al servizio della metamorfosi dell’attore e dell’esperienza di rivelazione, liminale tra realtà e immaginario, vissuta dallo spettatore”.[5]

In Memorandum Dumb Type si dedicano alla teatralizzazione del processo della memoria quando questa viene mediata dalle tecnologie. La foresta della memoria è segnalata da un REM tecnologico, da immagini che si affastellano come un montaggio a-logico: è un paesaggio interiore fatto di codici informatici. Voci e desideri inespressi attraversano il personaggio come fosse scannerizzato. D. Type opera attraverso quella che viene definita una “comunicazione postsimbolica”, priva di linguaggio, oggettivando un processo mentale, mostrando attraverso la tecnologia audio-video, stati d’animo interiori, non visibili: tutto si basa sull’equivalenza tra memoria e processi tecnologici di registrazione dati. Scannerizzazione, focalizzazione, associazione di immagini, sovrapposizioni. tecnologia come immagine mentale, come  manifestazione dell’inconscio.

La scena semplificata all’estremo, è una metafora della mente umana intesa come tabula rasa su cui progressivamente vengono “incisi” frammenti di ricordi in formato elettronico: il disturbo e il rumore – grazie alla musica di Ikeda che aggiunge alla sezione visiva un apporto fondamentale per descrivere questa condizione fisica estrema e mostrare questa associazione umano/tecnologico – rappresentano l’assenza, il vuoto o la fallibilità della memoria. La mente umana che in scena percepisce il mondo attraverso una mediazione tecnologica, viene trattata come una sorta di black box tecnologico, una scatola nera il cui funzionamento viene mostrato nell’atto di essere condizionato da stimoli esterni ambientali e mentre produce risposte in forma audio-visiva, processo che troverebbe una corrispondenza nel meccanismo di funzionamento del sistema nervoso periferico e centrale. Questo spettacolo di Dumb Type sembra la risposta teatrale all’ecologia cognitiva di Pierre Lévy: le tecnologie riproducono  processi mentali, traducono moti di affettività, sono forme della memoria.

 

[1] Vedi A.Monteverdi, Il teatro di Robert Lepage, Pisa, Bfs, 2004, La tecnologia è la reinvenzione del fuoco in E.Quinz (a cura di) Digital performance, Paris, Anomos, 2002; Attore-specchio-macchina, in A.Monteverdi, O.Ponte di Pino, Il meglio di ateatro, Milano, Il principe costante, 2004; A.Monteverdi, La scena trasformista di Lepage in “Teatro e storia” n.25, 2005.

[2] Irène Perelli-Contos e Chantal Hébert si sono soffermate sull’uso metaforico delle tecnologie nel nuovo “teatro immagine” secondo Lepage. Rimandiamo senz’altro al loro importante saggio (riferito in particolare agli spettacoli Circulation e Les sept branches de la rivière Ota) L’écran de la pensée ou les écrans dans le théatre de Robert Lepage, in B. Picon-Vallin (a cura di), Les écrans sur la scène, Lausanne, L’Age d’Homme, 1998.

[3]F.Mastropasqua, Metamorfosi del teatro, Napoli, Esi, 2000. Ed inoltre F. Mastropasqua, Teatro provincia dell’uomo, Livorno, ed Arti grafiche Frediani, 2004.

[4]K. Kéreni, Miti e misteri, Torino, Einaudi, 1979.

[5]E. Magris, Della presenza invisibile della maschera,ateatro n.64/2004.

Rimini Protokoll a Milano- 17 settembre – 25 ottobre 2015
387

REMOTE MILANO by RIMINI PROTOKOLL

 Dopo il successo a Milano del 2014, dopo le nuove versioni di Tallin, Santiago, New York, San Pietroburgo, Parigi, torna a grande richiesta Remote Milano: un percorso a piedi per attraversare la città guidati dalla voce elettronica di un navigatore personale.

Una colonna sonora scritta per Milano che trasforma il viaggio urbano in un film collettivo.
Una performance urbana per 50 partecipanti che sono al contempo attori e spettatori, osservatori e osservati, individui e orda.

Gli altri ascoltano ciò che ascolto io?
Come potremo prendere decisioni comuni?
L’intelligenza artificiale dirige, ma stimola anche una percezione alterata che spinge a guardare la realtà e se stessi con sguardo del tutto nuovo.

 

Luogo di partenza: Ossario del Cimitero Monumentale – (entrata dall’ingresso principale)

Orari: giovedì e venerdì ore 15.00

          sabato e domenica ore 11.30 e ore 15.00

NB: Lo spettacolo è itinerante, dura circa 80 minuti e sarà percorso a piedi

I posti limitati. 

Biglietti:

intero €18.00 + prevendita

ridotto €13.00 + prevendita (studenti, under 18, over 60)
I biglietti si ritirano il giorno della performance direttamente al punto di partenza.

 

La versione in inglese di Remote Milano è disponibile tutte le domeniche alle 11.30.
Info per gruppi in inglese: biglietti@zonak.it +390297378443

 

 

INFORMAZIONI FONDAMENTALI PER PARTECIPARE A REMOTE MILANO

Siete pregati di presentarvi al punto di partenza 20 minuti prima dell’inizio per ritiro biglietti e preparazione.Trattandosi di un percorso a tappe obbligate l’orario di partenza è improrogabile. Lo spettacolo è itinerante, dura circa 80 min e sarà percorso a piedi. Si raccomanda di munirsi di scarpe comode e impermeabile in caso di pioggia. Nel luogo dell’incontro vi sarà chiesto un documento come cauzione per l’uso del navigatore.

Idea, testo e regia: Stefan Kaegi, co-regia: Jörg Karrenbauer; sound design: Nikolas Neecke; drammaturgia: Juliane Männel, Aljoscha Begrich; sound editing e assistenza alla regia: Ilona Marti; direzione di produzione: Caroline Gentz. “Remote X” è una produzione di Rimini Apparat; in coproduzione con HAU Hebbel am Ufer di Berlino, Maria Matos Teatro Municipal e Goethe-Institut Portogallo, Festival Theaterformen Hannover/Braunschweig, Festival di Avignone, Theater Spektakel di Zurigo, Kaserne Basel. Con il sostegno di: Hauptstadtkulturfonds Berlin, la fondazione svizzera Pro Helvetia. In coproduzione con House on Fire e con il sostegno del Programma Cultura dell’Unione Europea. Voci di Acapela Group. Per Milano, assistente alla regia: Federica Di Rosa; direttore di produzione e traduzione italiana: Valentina Kastlunger (ZONA K); traduzione inglese: Eva Oltivanyi

Con il contributo di Comune di Milano, Regione Lombardia; con il patrocinio e sostegno del Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania a Milano; Con il patrocinio di Goethe-Institut Milano; un’iniziativa ExpoInCittà

SHIRO TAKATANI ST/LL
386

SHIRO TAKATANI ST/LL

Still: between moments

More fleeting than narrative, more infinite than future or past
Time defies all dimension-bound notions of micromeasure

The dance of electrons within all things remains insensately other
Real shadows cast on imagined time
Imagined shadows cast on real space…

Can art or science ever truly express this hourglass world
These grains of sand that crumble at the slightest change?

En partenariat avec Ars Musica.

Direction : Shiro Takatani | Avec : Yuko Hirai, Mayu Tsuruta, Misako Yabuuchi, Olivier Balzarini | Musique : Ryuichi Sakamoto, Marihiko Hara, Takuya Minami | Lumières : Yukiko Yoshimoto | Création numérique : Ken Furudate | Text : Alfred Birnbaum | Direction technique : Thomas Leblanc | Assistant numérique : Ryo Shiraki | Assistant lumières : Kazuya Yoshida | Administration : Yoko Takatani / Dumb Type Office Ltd.

Remerciement pour la chanson : 60 cradles – rehotne sinta (voix : Yoko Kawakami) © The Foundation for Research and Promotion of Ainu Culture

Production : Dumb Type Office | Production, tournée : Epidemic (Richard Castelli, assisté de Chara Skiadelli, Florence Berthaud, Claire Dugot) | Coproduction : Le Volcan, Scène nationale du Havre / Biwako Hall – Center for the Performing Arts Shiga, Japan.

Festival Internazionale di Documentari su Arte e Architettura 19 > 23 ottobre |Casa dell’Architettura | Roma
385

CONVERSAZIONI VIDEO | Edizione 2015Festival Internazionale di Documentari su Arte e Architettura

19 > 23 ottobre |  Casa dell’Architettura | Roma

tutte le sere dalle ore 18.00 | INGRESSO GRATUITO

Torna per il terzo anno consecutivo Conversazioni Video – Festival Internazionale di Documentari su Arte e Architettura nella splendida cornice dell’Acquario Romano, sede della Casa dell’Architettura di Roma, dal 19 al 23 ottobre, tutte le sere dalle ore 18.00 ad ingresso gratuito.

Il Festival è organizzato dall’associazione culturale senza fini di lucro Art Doc Festival e promosso dal Comitato Tecnico Scientifico della Casa dell’Architettura.

Il Festival si svolge nell’ambito delle “Risonanze” della Festa Internazionale del Film di Roma, con i patrocini del MiBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, della Regione Lazio, di Rai Cultura e dell’Inarch/Lazio e con il sostegno di Ceramiche Appia Nuova.

Inoltre, anche quest’anno, Conversazioni Video è stato incluso da Roma Capitale all’interno dell’elenco dei Festival di particolare interesse per la vita culturale della Città di Roma.

Infine, come già accaduto per la scorsa edizione, l’Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia, riconoscendo la forte componente formativa dei contenuti del Festival ha dato la possibilità di attribuire Crediti Formativi Professionali ai professionisti che assistiteranno alle proiezioni. Per ogni serata sono stati richiesti n. 3 CFP. E’ obbligatoria l’iscrizione online.

Sono quindici i documentari che saranno proiettati nel corso del Festival, scelti tra le più importanti e recenti produzioni documentaristiche cinematografiche e televisive, realizzate nel mondo dal 2012 ad oggi e divisi nelle categorie di “arte” e“architettura”. Produzioni internazionali e nazionali ma anche indipendenti, tutte di assoluta qualità filmica e contenutistica, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico al mondo del documentario in una fusione di linguaggi tra cinema, arte e architettura.

Il programma di quest’anno prevede documentari su architetti e designer come Eileen Gray, Franco Palpacelli, Tobia Scarpa e Pellegrino Tibaldi e sui complessi architettonici del Padiglione Italia per l’Expo 2015 e de l’Ex Arsenale de La Maddalena. E su artisti come Massimo Catalani, Giorgio De Chirico, Jan Fabre, Alberto Garutti, Claes Oldenburg eGiuliano Vangi, solo per citarne alcuni. Inoltre, sarà reso omaggio a Le Corbusier, nel cinquantesimo anniversario della sua morte e ad Alberto Burri nell’anno del suo centenario. Fuori concorso, saranno anche presentati quattro progetti speciali, che mostreranno modalità “altre” di fruizione degli spazi architettonici, riusi creativi di materiali di scarto, nuovi linguaggi applicati all’uso del video.

Tra i documentari in concorso sette, saranno proiettati in anteprima italiana, mentre tutti altri debutteranno per la prima volta sugli schermi romani. Tutti i documentari saranno presentati dagli stessi autori o da esperti del tema trattato dal video.

Ogni film sarà così un’occasione d’incontro e scambio tra il pubblico e gli ospiti che saranno invitati a presentare e introdurre le proiezioni.

La giuria dell’edizione 2015 è composta da Nino Bizzarri, regista, Isabella Di Chio, giornalista Rai, Alfonso Giancotti, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico della Casa dell’Architettura, Antonella Greco, Presidente di Art Doc Festival,Andrea Jemolo, fotografo, Angela Tecce, Direttore del Polo Museale Regionale della Calabria. La giuria assegnerà un premio al miglior documentario di ciascuna categoria. I documentari vincitori saranno proclamati durante l’ultima serata della manifestazione alla quale saranno invitati a partecipare i registi e i produttori delle opere vincitrici.

CdA_Art Doc Festival_rassegna_15x15 

Per consultare il programma del Festival cliccare qui

INFO:

Art Doc Festival

www.artdocfestival.com

Nuovo Teatro in Kosovo: il mio documentario verrà presentato il 30 ottobre al Piccolo di Milano
384

Lo storico Teatro Strehler (ovvero il mitico “Piccolo”) fondato  a Milano in Via Rovello da Giorgio Strehler e Paolo Grassi nel 1947, è uno dei Teatri più conosciuti d’Europa; con il passaggio del testimone a Sergio Escobar e a Luca Ronconi, il Piccolo ha accentuato la dimensione internazionale e interdisciplinare, candidandosi quale ideale polo culturale cittadino ed europeo.

Qua, nel chiostro Nina Vinchi, il 30 ottobre nella cornice della Mostra Internazionale di video e cinema oltre “INVIDEO”, verrà proiettato alle 17.30 il documentario NUOVO TEATRO IN KOSOVO di Anna Maria Monteverdi (riprese Alessandro Di Naro e Giancarla Carboni).

veneziana

Si tratta di un importante evento fuori concorso in cui il video di Anna Monteverdi con protagonista il drammaturgo di Prishtina  Jeton Neziraj,recentemente acquistato da RAI5 e previsto nel palinsesto per marzo 2016, verrà presentato da Felice Cappa, giornalista, autore e regista teatrale e televisivo e programmatore Rai, e Monica Genesin ricercatrice di Lingua e Letteratura albanese.

128685

Anna Monteverdi è inserita nella programmazione della 25a edizione della Mostra video (28 Ottobre – 1 Novembre 2015) che si propone come vetrina del meglio della produzione e sperimentazione audiovisiva internazionale. 

Quest’anno sono previsti grandi nomi del panorama videoartistico internazionale come Karin Kaper e Dirk Szuszies che porteranno in anteprima mondiale il documentario sulla parte del muro di Berlino divenuta la più grande galleria a cielo aperto del mondo; Alain Escalle, autore di Da Vinci project -elegante, elaborata e visionaria ricostruzione dei tanti mondi di Leonardo e Jacques Perconte il video artista francese e pioniere dell’arte sul web, attento alle metamorfosi del paesaggio.

Karin Andersen, NOUS AUTRES, Traffic Gallery, Bergamo
383

Nuova personale della disegnatrice, pittrice e videoartista KARIN ANDERSEN alla Traffic Gallery di Bergamo, con la curatela di Claudia Attimonelli e Vincenzo Valentino Susca.  Una serie di lavori inediti, nati dalla collaborazione di Karin con Les Cahiers Européens de l’Imaginaire e dal contributo visivo alla pièce Angelus Novissimus scritta da Vincenzo Susca e Alain Béhar. E un nuovo ciclo di immagini realizzate in collaborazione con una miriade di microorganismi.

12049372_10207803142822798_6875495124242186192_n

C’è un quadro di Karin Andersen che si chiama Angelus Novissimus. Vi è raffigurato un angelo caduto in piedi, quasi atterrato, su un cumulo di scarti: attrezzi desueti, vecchi media, immaginari oggettivi della storia.
Rovine del passato.
I suoi occhi fissano il vuoto davanti a lui – la fine del futuro – ma ancor più perentorio del suo sguardo è l’incantesimo che lo trattiene, con tutta la sua aura, sulle vette del presente integrale, nella vita quotidiana.
Dandy, trickster e flâneur, Novissimus pensa coi sensi, a fior di pelle, e i suoi sensi e la sua pelle sono biotecnologia teriomorfica. Archeofuturista, per lui ieri, oggi e domani confluiscono nello stesso istante eterno, nel sorriso di una lacrima.
Non c’è più niente da filmare.
L’angelo d’oggi deve avere questo aspetto: è il film senza cinepresa, l’attore di un teatro privo di pareti, lo spettatore di se stesso, dove il sé è già noi e noi già Altro. Sta per compiere un passo indietro, ma un passo di danza.
A ciò e non a volare servono le sue ali: a danzare sulle rovine”.

12003985_10154218855979256_1207727242592618500_n

 

Butterflies, interactive performance
380

Un pianoforte a coda, una partitura originale, e centinaia di farfalle-origami in volo sopra il pianoforte. Quando lo strumento viene suonato, le farfalle si muovono. Lo stile canonico dei brani è volto alla ricerca di uno spazio e di un tempo per la percezione musicale dei leggeri movimenti degli origami: una sorta di incantamento delle farfalle, dell’ascoltatore e dell’esecutore stesso. Il movimento delle farfalle non corrisponde solo alla nota eseguita, ma anche all’intenzione, all’intensità e alla dinamica dell’esecuzione: le coreografie cambiano in base all’interpretazione del brano e dialogano con le luci e con una ambientazione video – anch’essa sensibile all’esecuzione musicale – che completa l’allestimento.

12109901_10208010376406790_6579024319811808916_o12080305_10208009476584295_7986726576653606945_o

Butterflies è un’installazione concerto di Yae in cui a ogni nota corrisponde il movimento di una o più farfalle. Le farfalle saranno formate da origami di carta creati appositamente per l’evento e che, una volta terminata la performance, potranno essere regalate al pubblico. L’allestimento è completato da una scenografia video disegnata dalla musica, cioè sensibile all’esecuzione pianistica e interattiva. Pianoforte Lorena Portalupi.

L’allestimento è realizzato da Ulisse Garnerone, Orf Quarenghi e Cristina Storti Gajani, con uno speciale pianoforte di Bosoni Pianoforti.

L’univers de grandes bibliothèques du monde en réalité virtuelle
379

Exploration virtuelle de 10 des plus fascinantes bibliothèques du monde, l’expositionLa bibliothèque, la nuit a été conçue en partenariat avec l’artiste multidisciplinaire Robert Lepage et sa compagnie de création Ex Machina, d’après une idée originale de BAnQ.

Inspirée de l’ouvrage du même nom de l’écrivain Alberto Manguel, qui collabore lui-même au projet, cette exposition aborde les dimensions philosophiques, architecturales ou sociales qui sous-tendent l’existence de toute bibliothèque.

ban_bibliotheque_nuit

À son entrée dans l’exposition, le visiteur se trouve au milieu d’une reconstitution de la bibliothèque d’Alberto Manguel. Il passe ensuite dans une forêt, cœur de l’expérience scénographique, qui offre un contraste avec l’ordre et la rigueur propres aux lieux de savoir. « Si, écrit Alberto Manguel, le matin, la bibliothèque suggère un reflet de l’ordre sévère et raisonnable délibéré du monde, la bibliothèque, la nuit, semble se réjouir de son désordre fondamental et joyeux. »

Au moyen de lunettes exploitant une technologie d’immersion vidéo 360°, le visiteur est alors transporté de la Bibliothèque nationale et universitaire de Sarajevo, rejaillie de ses cendres, à la Megabiblioteca moderniste José Vasconcelos de Mexico et de la légendaire cité d’Alexandrie jusqu’au fond des mers à bord du Nautilus du capitaine Nemo. En tout, 10 lieux mythiques, réels ou imaginaires, divulgueront leurs secrets au cours de ce voyage auquel BAnQ vous convie.

Photo de Robert LepageRobert Lepage

Photo : Jocelyn Michel / Consulat (leconsultat.ca)

Photo d'Alberto ManguelAlberto Manguel

Photo : Manit A. Balmiki

Su Teatro e critica Andrea Pocosgnich racconta il kitsch in 3D a teatro
378

C’era molta attesa per questo spettacolo UNGRA alla Garbatella, venduto al pubblico come la prima opera teatrale italiana in 3D (ma io non ne sarei così sicura). E Andrea Pocosgnich della redazione di Teatro e Critica ha varcato la soglia dell’incommensurabile ed è entrato con gli occhialetti 3D a visitare la Terra nell’anno 4014. Siccome c’è piaciuta molto questa recensione che fa riflettere anche sull’uso e sull’abuso delle tecnologie a teatro, ne proponiamo un piccolo pezzo per invogliarvi ad andare a leggere l’integrale su Teatro e critica

ungra-1

“Mentre inforcavo gli occhiali per la visione 3D mai avrei pensato di poter essere lo spettatore di una pièce teatrale così di cattivo gusto. Ma il gusto è relativo, è soggettivo, direte voi. Bene, ma questa volta è stato oltrepassato un segno, un limite che rende la questione davvero surreale, illuminando di una luce involontariamente comica ciò che io e altri venti abbiamo visto ieri sera al Teatro Ambra alla Garbatella. Certo, leggendo anche solo una parte del foglio di sala potreste obiettare che me la sono cercata: «L’opera è ambientata nel lontano 4014, in un mondo caratterizzato da parametri diversi rispetto a quelli della nostra realtà attuale, all’interno del quale è concessa qualsiasi invenzione. Il pianeta è popolato da sole donne, dopo la grande epidemia che nel 3715 colpì e sterminò il genere maschile. Una vera spedizione punitiva, creata dalle donne stesse, verso chi tanto le aveva maltrattate nei secoli precedenti».”

Continua…

CLUSTER.X , new performance by Kurt HENTSCHLÄGER
377

New performance by Kurt  HENTSCHLÄGER for the Ensemble intercontemporain in collaboration with Edmund Campion

9 October 2015 at 20:30

Philharmonie 2 – Concert hall
As part of Turbulences numériques and Némo, Biennale internationale des arts numériques
PARIS (France)

CLUSTER.X is a hybrid media performance designed to be performed by a group of virtual bodies and the Ensemble intercontemporain.
In a weightless choreography, human figures appear mostly as an undifferentiated particle blur and sound as a pulsing, amorphous mass, together forming a cloud of ambiguous matter made of body parts, light and drone.
CLUSTER.X describes a meta-organism with a decidedly anti-individualistic character, yet still unmistakably human.

Commissioned by Ensemble intercontemporain and Arcadi Île-de-France
Co-production Arcadi Île-de-France, Ensemble intercontemporain, Philharmonie de Paris.

Forthcoming dates:

• 6 November 2015: CLUSTER.X, Cal Performances – University of California, Berkeley (U.S.A.)
• 10 November 2015: CLUSTER.X, Carolina Performing Arts, Chapel Hill (U.S.A.)
• 1 – 31 March 2016 : ORT, 360° visual creation on Le Volcan building, Le Havre (France)

Also available on tour:

> Performances: CLUSTER, FEED
> Installations: CORE, HIVE, KARMA, MATTER, MEASURE, RANGE, SCAPE, ZEE

FEEDvenice05

Artiste autrichien vivant à Chicago, Kurt Hentschläger crée des spectacles et des installations audiovisuels.

Après avoir étudié aux Beaux-arts, il présente pour la première fois son travail en 1983 : il construit des machines-objets surréelles, puis il se tourne vers le film, la vidéo, l’animation assistée par ordinateur et le son.

La nature immersive de ses réalisations part d’une réflexion sur le sublime et la condition humaine. Ses travaux actuels en solo explorent plus profondément la nature de la perception humaine et l’impact accéléré des nouvelles technologies sur la conscience individuelle et la conscience collective.

Entre 1992 et 2003, il est l’un des deux membres de GRANULAR-SYNTHESIS. Ses réalisations, qui utilisent des images projetées à grande échelle et des environnements sonores favorisant les extrêmes basses fréquences défient le spectateur tant sur le plan physique qu’émotionnel, le submergeant par la stimulation de ses sens.

Quelques lieux et événements : la Biennale d’art de Venise, la Biennale de théâtre de Venise, le Musée d’Art national de Chine, Beijing, le Stedelijk Museum Amsterdam, le PS1 New York, Creative Time, Inc., New York, le MAC – Musée d’Art Contemporain de Montréal, le MAK – Musée des Arts appliqués de Vienne, le Musée national d’art contemporain de Séoul, le Festival Ars Electronica de Linz, l’ICC Centre d’Intercommunication de Tokyo, la Fondation Beyeler à Bâle, l’Arte Alameda, Mexico, l’Ironbridge Gorge Museum, dans le cadre de Londres 2012 – Olympiade culturelle, ou encore l’EMPAC / Rensselaer Polytechnic, Troy, New York.

En 2010, il reçoit le prix Qwartz Arts Nouveaux Médias.

 

EPIDEMIC


http://www.epidemic.net

http://www.youtube.com/EpidemicVideo
http://www.facebook.com/epidemic.production

15 – 15bis Allée Massenet 93270 Sevran France
Tel : 33 (0)1 4383 4953
Fax : 33 (0)1 4385 6057

 

Torna DIGITALIFE 10 ottobre-6 dicembre
376

11 installazioni e 3 live performance sotto il segno di ‪#‎Luminaria‬.
Dal 10 ottobre al 6 dicembre torna Digitalife, la ricerca tecnologica tra arte digitale e creatività che, quest’anno, mette la luce al primo posto. Con MASBEDO, BILL VORN -LOUIS-PHILIPPE DEMERS MYRIAM BLEAU MYRIAM BLEAU MARTIN MESSIER SAMUEL ST-AUBIN JOANIE LEMERCIER JEAN DUBOIS MAXIME DAMECOUR ALEXANDRA DEMENTIEVA NICOLAS BERNIER

Armando Punzo, Angelica Liddell e Shirin Neshat ospiti di MISTERI E FUOCHI Pellegrinaggi d’arte sulle Vie Francigene di Puglia
375

Misteri e Fuochi è una rassegna che il Teatro Pubblico Pugliese organizzerà dal 24 al 27 settembre che raccoglierà installazioni artistiche e performance di grandi maestri di teatro, danza e visual art internazionale in 4 location che appartengono alla via Francigena pugliese: Lucera, Bari, Taranto e Brindisi.  Lo spunto tematico è il pellegrinaggio, il cammino spirituale e catartico che attraversa i territori e si interseca con visioni sulla passione e sulla sofferenza contemporanea: chi sono i pellegrini e come vengono vissuti dalla nostra società.

 La Puglia è terra di fuochi, misteri, processioni e Santi. Il tacco d’Italia ospita una delle tre vie del pellegrinaggio che porta alla Terra Santa ed è da sempre considerata Porta d’Oriente. Qui in Puglia la via del ritrovo è anche via della passione, lo ricorda la miriade di processioni e riti santi legati alla via Crucis; un luogo dove tradizioni spirituali antichissime possono incontrare riflessioni sulla condizione dell’uomo contemporaneo, un luogo di passaggio in cui lasciare il segno.

Qui quattro artisti internazionali sono chiamati a creare opere inedite, site specific, ispirate alle tradizioni e alle suggestioni dei luoghi. Misteri e fuochi è un progetto FSC (P.O. FESR Puglia 2007-13 – Fondo per lo sviluppo e coesione 2007-2013 – Accordo di programma quadro rafforzato “Beni ed Attività Culturali” – La filiera del Teatro e della Danza) che la Regione Puglia ha affidato al Teatro Pubblico Pugliese – attraverso il quale si mira alla contaminazione tra tradizioni popolari e riti religiosi mediante nuove creazioni di teatro e danza che “raccontino” i territori e dialoghino con la contemporaneità, rafforzando il senso di identità culturale e di continuità delle comunità locali.

 

La catalana Angèlica Liddell, gli iraniani Shoja Azari-Mohsen Namjoo-Shirin Neshat, l’uruguaiana Tamara Cubas, Armando Punzo incontrano quattro città simbolo del territorio pugliese per creare opere in relazione al tema della passione e del dolore; il dolore che colpisce, il dolore che educa, il dolore che tradisce. Una riflessione artistica, contemporanea, sulla sofferenza intesa come percorso verso la consapevolezza della condizione umana. Gli artisti hanno lavorato alle produzioni in Puglia nel mese di luglio, al casting, scegliendo i luoghi dove operare e ispirarsi, alle prove e all’allestimento, ai costumi e trucchi, fino alla regia vera e propria. Una permanenza che è stata seguita, fotografata e filmati, in modo da conservare agli archivi tutto il backstage di un progetto che avvicina e unisce varie forme d’arte. 

 24 settembre ore 21.00 – TARANTO/EX CAMPO SPORTIVO ATLETI AZZURRI – RIONE TAMBURI

punzoAprirà quella che potremmo definire opera unica in quattro quadri: Armando Punzo, attore, regista e drammaturgo fondatore di un nuovo modo di fare teatro. Nel 1988 inizia a lavorare con i detenuti del Carcere di Volterra: nasce così la Compagnia della Fortezza, alla fine degli anni ottanta unico progetto di teatro in carcere.  Il 24 settembre sarà a Taranto/quartiere Tamburi con “Paradiso – Voi non sapete la sofferenza dei Santi” in programma alle ore 21.00, un’installazione-performance sulle tematiche del dolore, dei sacrifici e del martirio. Nel grande vuoto a cielo aperto di una piazza, con la consueta magnificenza di linguaggio che mescola arti visive, musica e parola, il regista ricostruisce allora con i cittadini di Taranto il ciclo di una vita, sotto forma di festa, di paradiso artificiale e sgargiante in cui una umanità vestita a festa abita una collina di croci, una orchestra filarmonica si aggira sulle macerie invisibili della nostra cultura, e tra banchetti di scuola, sotto spoglie di una necessaria educazione, si ri-perpetra nei bambini la memoria di un errore e l’inganno di una promessa tradita. Per culminare in una processione che allontana lentamente tutti verso il loro destino di uomini, mentre portano sulle proprie spalle, santificandoli, i feticci della loro esistenza.

 www.misteriefuochi.it

infoline: +39 328 6917948 h 11,00 – 13,00; 16,00 – 18,00

promozione@teatropubblicopugliese.it

Visual Motion Perception in Projected Space, an essay by Renziang Li
374

1. THE ROLE OF VISUAL MOTION PERCEPTION.

An essay by Renxiang LI in www.interactivearchitecture.org

Visual motion perception plays an important role and meaning in experiencing a space through a process describing how identification can be made by a visual system in order to transfer 2-D information to 3-D interpretation.

Through the case studies of ‘Moving Lights’ by Johansson, ‘Boundary Functions’ by  Snibbe and ‘Marling’ by Haque, and through 1:1 scale physical model experiments, visual motion perception is explained as a medium which provides possibilities to experience this interactive virtual space created with the use of laser sources.

(Continua)

 

EmergingSeries Journal. On line il primo numero
373

EMERGING SERIES  è una piattaforma online sul fenomeno delle webserie e dei webdoc.

Il progetto nasce in ambito accademico e riunisce giornalisti, studiosi, operatori nel mondo del cinema e dei media. EmergingSeries  è parte dell’OSSERVATORIO SUI MEDIA DIGITALI.

L’OSSERVATORIO  indaga lo scenario mediale contemporaneo in relazione al Web e al Mobile, concentrando l’attenzione soprattutto su Web Cinema, Web TV, Web Serie, Web Documentari, App e Social Network. Focalizza le proprie analisi sulle relazioni tra tecnologie (device e software), mercato, modelli di fruizione, pratiche e forme di narrazione, costruzione dell’informazione, piattaforme, profilazione utente, forme di condivisione, partecipazione, circolazione e interattività: Storytelling Crossmediale e Transmediale, Gamification, Convergenza

journal_1

L’idea è quella di analizzare, studiare e approfondire il variegato e interessante mondo delle webserie e dei webdoc attraverso post, news, articoli, approfondimenti, resoconti dai festival, e inoltre attraverso la costruzione di un grande archivio e la rivista scientifica “EmergingSeries Journal” che nasce nell’ateneo di Palermo presso la cattedra di “Cinema e media” tenuta dal prof. Simone Arcagni.

La rivista si focalizza sulle nuove forme di audiovisivo web nativo con particolare attenzione alla serialità, intesa in maniera ampia come specifico del linguaggio e delle strategie di racconto per il web. La serialità viene investigata come la possibilità di creare ambienti narrativi vasti in cui testi si affiancano, si costruiscono a episodi o secondo la struttura del database. Una particolare attenzione viene riposta sulle web serie e sui web doc, ma è nostra intenzione aprire nei confronti dei racconti sui mobile device e delle diverse forme di storytelling online (tutorial, fiction interattiva, data visualization storytelling, locative media storytelling, augmented reality storytelling, gaming e gamification seriale etc). «ES Journal» si caratterizza per un approccio multidisciplinare attento alle istanze della semiotica, della sociologia, delle forme narrative, dei film e media studies e degli Internet studies.

“Vittima degli Eventi: analisi di un fenomeno crossmediale” è il primo numero curato da Mirko Lino dedicato alla fan fiction Vittima degli Eventi di Claudio Di Biagio e Luca Vecchi, un fan movie distribuito nel web che si ispira a Dylan Dog, famoso personaggio dei fumetti della casa editrice Sergio Bonelli.

 Vittima degli Eventi è fenomeno crossmediale, all’interno del quale è possibile rintracciare le contaminazioni tra le pratiche della cultura partecipativa della Rete e dei social network e i modelli produttivi alternativi, come il crowdfunding e il crowdsourcing, che mettono al loro centro la figura di uno spettatore-utente sempre più coinvolto nei processi di scrittura dello storytelling e di realizzazione (prosumer).

In questo primo numero partecipano diversi studiosi di cinema, media digitali e linguaggi del web, come Simone Arcagni, Mirko Lino, Lucia Tralli, Domenico Morreale, Antonio Santangelo e Giusy Mandalà, che con i loro contributi forniscono una panoramica critica interdisciplinare che va dall’analisi semiotica alle strategie narrative dello storytelling, dall’analisi delle strategie transmediali alle dinamiche del fandom, per analizzare i linguaggi, lo storytelling, le pratiche e le fruizioni dell’audiovisivo online.

 Il numero è scaricabile gratuitamente come formato .epub 3.0 e in formato .pdf dal sito:

http://www.emergingseries.net/index.php/es-journal

EmergingSeries Journal 1 pdf

Per la lettura del Journal versione epub 3.0 consigliamo i seguenti epubreader:
per Windows: ePubReader (Firefox), Readium (Chrome)
per Mac: AdobeDigitalEdition

 CON IL PATROCINIO DEL DIP.CULTURE E SOCIETÀ DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO

Simone Arcagni è Professore associato presso l’Università di Palermo. Studioso di nuovi media e nuove tecnologie collabora con “Nòva – Il Sole 24 Ore”, “Oxygen”, “Technonews”, “Segnocinema” e altre riviste di divulgazione scientifica. Dirige “Screencity Lab”. È consulente e collaboratore di festival, conference e riviste. Nòva Screencity Lab TechnoNews Digicult

 

 

domenica 20 settembre al Teatro Strehler di Milano anteprima del film “La ragazza Carla” dal poema di Elio Pagliarani regia di Alberto Saibene
372

Milano è ben più di un’avventura dello spirito: è il nostro tempo ambiente, la condizione attuale, di volta in volta accettata o combattuta, testimoniata pagando sempre di persona.  Elio Pagliarani
domenica 20 settembre al Teatro Strehler, Largo Greppi 1,  alle  ore 11,30 anteprima del film La ragazza Carla con Carla Chiarelli e Elio dal poema di Elio Pagliarani. Regia di Alberto Saibene; un progetto di Luca Bigazzi, Carla Chiarelli, Carlotta Cristiani, Gianfilippo Pedote, Simone Pera, Alberto Saibene

unnamed (1)Esiste un’anima della città? Un suo carattere, una personalità, un tratto distintivo che si riconosce nel tempo e che finisce per connotare anche i comportamenti dei suoi abitanti?
Questo film è stato concepito per la Milano dell’Expo da un gruppo di ‘milanesi del cinema’ che attraverso le parole del poema di Pagliarani hanno voluto restituire alla città una profondità nel tempo, al di là delle semplificazioni mediatiche.
images

Carla è la figlia minore della vedova Dondi, donna della più piccola borghesia che fa pantofole per sostenere il magro bilancio famigliare.
La ragazza viene iscritta ad una scuola di formazione professionale per dattilografe. A scuola fa quello che deve fare, senza una vera passione o una convinta determinazione. In testa ha altri pensieri, altri sogni e un gran paura di buttarsi nella mischia.

Finita la scuola Carla trova lavoro presso la Transocean Limited Import Export Company, piccola ditta in piazza del Duomo. La dirige il misterioso signor Praték,  che non sembra avere grandi riguardi per i suoi dipendenti e che addirittura fa delle esplicite avances alla povera Carla. La quale scappa inorridita dalla mamma per dirle che non vuole più sapere di quel lavoro.
Ma la madre le fa dice chiaramente che trovare un lavoro non è facile di questi tempi, e la figlia non può permettersi di perderlo. La storia si chiude con Carla pronta ad affrontare una nuova giornata di lavoro, sospesa tra rifiuto della società e apertura verso la vita.

carla11

Il film nasce dal poema di Elio Pagliarani  ‘La ragazza Carla’, uno dei capolavori misconosciuti della letteratura italiana del XX secolo, ambientato nella Milano del dopoguerra e ancora incredibilmente attuale.
L’impalcatura del  film  è costruita sulla recitazione dei passaggi  più significativi del poema da parte dell’attrice Carla Chiarelli. Il progetto prende spunto dal suo lavoro sul testo, dopo che per anni ne ha tenuto viva la memoria proponendolo al pubblico.
Con lei Elio, sorta di redattore–psicologo di un immaginario giornale che legge la ‘piccola posta del cuore’ delle ragazze di oggi e risponde alle loro domande, spesso in modo fulminante e surreale.
I temi delle lettere  sono gli stessi del poema di Pagliarani ed esprimono il disagio delle ragazze di oggi che si affacciano per la prima volta alla realtà che la città mette davanti ai loro occhi.

EXPERIMENTA, c’est reparti ! SALON ARTS SCIENCES TECHNOLOGIE
371

Les 8, 9, 10 octobre 2015 à LA MAISON MINATEC GRENOBLE et à L’HEXAGONE SCÈNE NATIONALE ARTS SCIENCES – MEYLAN

Piloté par l’Atelier Arts Sciences (Atelier commun de recherche au CEA et à l’Hexagone Scène Nationale Arts Sciences) ce salon propose d’expérimenter, découvrir, questionner les innovations de demain présentées au travers de dispositifs artistiques, d’espace de démonstrations de technologies en devenir de rencontres et de conférences.

Entre salon et exposition EXPERIMENTA met en lumière ce que l’association fructueuse entre arts, sciences et technologies peut produire en matière de création artistique, de nouvelles technologies, d’usages et d’innovation. Les artistes, scientifiques, technologues et industriels seront présents tout au long du salon pour vous raconter leur démarche et processus de création commun. Un laboratoire d’usages, le Living lab permettra au public de contribuer aux recherches en cours…

Programme complet sur www.experimenta.fr

DEBUTTO AL FESTIVAL VERDI DI PARMA PER “VERDI RE LEAR” DI LENZ FONDAZIONE. Special guest: Scanner
370

L’opera ‘assente’ di Giuseppe Verdi rinnova e amplia la collaborazione con il compositore di musica elettronica Robin Rimbaud aka Scanner e con il Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Prima assoluta l’11 ottobre, con il pubblico dinamico invitato a transitare fra gli spazi post-industriali di Lenz Teatro.

 «È un’ulteriore, audace e potente indagine drammaturgica tra passato e presente, tra memoria e contemporaneità, quella compiuta da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, progetto attorno e dentro a un’opera che non esiste, della quale si hanno tracce sparse, indizi frammentati. L’incompiuta è il Re Lear di Giuseppe Verdi, opera mai musicata e di cui esiste solo il libretto di Antonio Somma contenente le correzioni dello stesso compositore. Opera sempre desiderata, tesa a scavare nell’animo della figura del re/padre/folle, ma mai portata a compimento». Il noto critico teatrale Giuseppe Distefano, dopo la prima presentazione di Verdi Re Lear – L’Opera che non c’è_Premessa alla 19a edizione del Festival Internazionale Natura Dèi Teatri nel dicembre scorso, annota: «La visione pittorica-installativa è la silhouette di un gruppo immobile disposto attorno a un trono posto sul fondo della scatola scenica e reso evanescente dai tre velari trasparenti dove, a più livelli di proiezioni, scorrono le immagini di un uomo, Lear, di cui udiamo la voce. Sui dettagli del suo corpo, raggomitolato o accasciato, indugia l’occhio della telecamera quasi a farne una mappatura, indagandone i moti e le ferite dell’anima […] Trovano altri momenti di autentica emozione le plastiche deposizioni dal trono a terra, il lento incedere e posizionarsi, il trascinare una corda al guinzaglio e le “arie” sparse – nel finale dal Simon Boccanegra, “Come in quest’ora bruna…” – che costellano l’universo verdiano sulla tragedia della paternità, resa da Lenz epifania scenica del desiderio».

 Dopo la Premessa, Lenz Fondazione si prepara a debuttare con Verdi Re Lear nell’ambito del prestigioso Festival Verdi di Parma domenica 11 ottobre 2015 alle ore 21 (repliche il 12, 13 e 14 ottobre alla stessa ora). Lo spettacolo compiuto si propone come «un simulacro d’opera d’arte performativa e musicale che trae dal Lear di William Shakespeare e dal Lear di Giuseppe Verdi gli elementi fondamentali alla sua manifestazione», combinando due presenze dal vivo all’apparenza decisamente dissimili: il compositore di musica elettronica inglese Robin Rimbaud aka Scanner e i cantanti del Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Si tratta di un audace accostamento nato e proseguito per la volontà di sperimentare nuove forme di intreccio creativo tra melodramma, nuova composizione, scenografia reale e virtuale, stile di recitazione e di canto, musica unplugged ed elettronica.

 Verdi Re Lear abiterà le due grandi sale di Lenz Teatro, con il pubblico dinamico invitato a transitare fra i due spazi. Maria Federica Maestri, che dello spettacolo cura drammaturgia dello spazio, installazioni e costumi, suggerisce i motivi di questa scelta inconsueta: «La concatenazione temporale di due piani spaziali separati conserva ed esalta la duplicità dell’immagine semi-virtuale di quest’opera che collega reale e non reale, tracce e desideri: la materialità dei corpi, dialogando con l’immaterialità dell’immagine, genera un’immagine-sogno. Costruita per strappi, sottrazioni e salti, l’immagine semi-virtuale produce un continuo sganciamento dall’immagine coerente del mondo; analogamente gli spettatori in fruizione delocalizzata, in transito soggettivo, nel passaggio da spazio a spazio, perdono l’unità e la linearità drammatica della visione tradizionale, e in totale assonanza con la forma artistica del lavoro – dare forma scenica ad un desiderio – ricompongono una propria personale opera-ricordo».

 Conclude Francesco Pititto, responsabile di ricerca, drammaturgia, imagoturgia e regia  di questo progetto siderale: «Dare forma a un desiderio, dopo averne scandagliato gli impulsi primari e le manifestazioni più nascoste, è percorso affascinante di ogni ricerca linguistica; vestire un fantasma e vederlo muoversi solo attraverso il movimento delle stoffe è già averlo consegnato al mondo reale che, shakespearianamente, è fatto di sogni e di niente».

 Dunque è in questo territorio fatto di frammenti sparsi, detriti, elementi magnetici e ritorni che si disegna la costellazione che sta intorno alla versione di Lenz. Per questa ragione ne deriva un Re Lear fantasmatico, in cui sia la composizione scenografico-installativa firmata da Maria Federica Maestri, che l’imagoturgia di Francesco Pititto, lo enunciano dichiaratamente, dando luogo a una continua sfocatura – un’impossibilità a vedere chiaramente – che produce sospensione, come in una evocazione o una evaporazione: in ogni caso, un’epifania inattesa.

(da un frammento della scheda critica di Enrico Pitozzi Spectra. Anatomia per un teatro di voci)

La consulenza musicale per la selezione dei brani di repertorio di Verdi Re Lear è del M° Carla Delfrate, la consulente al canto è la Prof. Donatella Saccardi. Performer: Valentina Barbarini (Cordelia/Delia), Barbara Voghera (Fool/Mica), Giuseppe Barigazzi (Lear in immagine). Cantanti: Haruka Takahashi (Regan/Regana, soprano), Ekaterina Chekmareva (Goneril/Gonerilla, mezzosoprano), Gaetano Vinciguerra (doppio Lear, baritono), Lorenzo Bonomi (doppio Lear/Edgar/Edgardo, baritono), Andrea Pellegrini (doppio Lear, basso), Adriano Gramigni (Gloucester, basso). Voce over di Rocco Caccavari. In scena Rocco Caccavari, Paolo Maccini, Franck Berzieri, Carlo Destro e Paolo Pediri. Assistente alla regia: Valeria Borelli. La direzione tecnica è di Alice Scartapacchio, la produzione è di Lenz Fondazione. Verdi Re Lear è realizzato in collaborazione con il Conservatorio di Musica “A. Boito” di Parma.

 

EVENTI COLLATERALI

Oltre alla anteprima di Verdi Re Lear di sabato 10 ottobre, inserita nel prestigioso calendario dell’undicesima Giornata del Contemporaneo organizzata a livello nazionale da AMACI, sono in programma due occasioni di avvicinamento a questa stratificata creazione.

Il 2 ottobre alle ore 17.30, al Ridotto del Teatro Regio di Parma, Maria Federica Maestri, Francesco Pititto, Carla Delfrate e Donatella Saccardi incontreranno il pubblico.

Il 13 ottobre dalle ore 16 alle ore 19 sarà organizzato a Lenz Teatro il convegno Teatri del suono, coordinato da Enrico Pitozzi (Docente presso l’Università di Bologna), con la partecipazione di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto (Lenz Fondazione), Robin Rimbaud aka Scanner (Compositore), Massimo Marino (Docente presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma), Helga Finter (Docente presso l’Università di Giessen – Germania) e Marco Capra (Docente presso l’Università di Parma e vicepresidente dell’Istituto Studi Verdiani). Curatrice: Valeria Borelli.

 I progetti artistici di Lenz Fondazione sono realizzati con il sostegno di MiBACT – Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, Provincia di Parma, Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche AUSL Parma, Fondazione Monte, Banca Monte, Camera di Commercio di Parma, in collaborazione con Isrec – Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Parma e Conservatorio di Musica A. Boito e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Parma.

 Lenz Teatro si trova in via Pasubio 3/e a Parma. Per informazioni: tel. 0521 270141, info@lenzfondazione.it, www.lenzfondazione.it.

Per prenotazioni: Biglietteria del Teatro Regio di Parma, via Garibaldi 16/a, tel. 0521 203999, biglietteria@teatroregioparma.it, www.teatroregioparma.it.

 

Digital Masks. Video, videomapping, projections on face
369

Dopo aver cercato di “mappare” oggetti immobili, architetture e scenografie, gli artisti digitali si sono messi alla prova con il volto, cioè con la parte del corpo umano che contiene il maggior numero di muscoli: dalla motion capture al real time mapping. Di seguito alcuni esempi di video digitali interattivi con protagonista il volto umano; video installazioni con inserimenti digitali e sistema interattivo; videoclip con effetti sorprendenti; real time mapping e altre curiose sperimentazioni.

FACE SCAN

La scansione del volto nell’esempio che segue, viene eseguita con l’uso del sensore Kinect, che consente di acquisire nella programmazione dell’ambiente digitale i dati topografici e cromatici dei modelli. L’applicazione della scansione è stata scritta in Processing, collegato al Kinect tramite le librerie SimpleOpenNI libraries. Il software permette di disegnare tracce sui volti digitali dei modelli da cui si forma la maschera. Via Do the Mutation

Video interattivo

Reface [Portrait Sequencer] (2007: Golan Levin and Zachary Lieberman): una installazione video interattiva che mescola e compone insieme volti dei visitatori (occhi bocca naso). Reface usa il sistema di “face tracking” per permettere l’allineamento e la segmentazione dei volti dei visitatori. Muovendo bocca e occhi davanti alla telecamera i visitatori vengono registrati e si crea un data base di combinazioni infinite che vengono proposte davanti a chi guarda.

Attraverso l’interazione con l’immagine Reface gioca sul concetto di identità; il risultato è un ritratto “cinetico” composto da tutti gli sguardi dei visitatori. Come se il sistema ne rilasciasse memoria.

Appena sbarcata all’edizione 2015 di ARS electronica ecco BLINDAGE . La maschera digitale copre e nasconde il volto. Sono maschere naturali, organiche,fatte di fiori e piante. Questo video è ricco di metafore e richiami etnografici.

Kinect, proiettori a LED sono stati usati in precedenza ma l’attore camaleonte immerso nell’ambiente digitale è piuttosto nuovo. In questo progetto commissionato da Samsung in Portogallo il duo di artisti Oskar & Gaspar propone un sorprendente videomapping da un’idea dell’agenzia Excentric. Proponiamo video e making of.

3_detail_em

https://www.youtube.com/watch?v=9wBxf-NIbbI

 

https://www.youtube.com/watch?v=9nK9fKFee0w

Klip Collective è un gruppo specializzato ella produzione di ambienti digitali anche per scopi commerciali (videogames per esempio). Qua i link klip.tv    youtube.com/TheKlipCollective

L’artista giapponese e programmatore Daito Manabe creatore di spettacoli multimedia di grande impatto visivo, spesso presentati a Ars Electronica, a Sonar e in vari Festival di arte elettronica, ha prodotto nel 2008 “electric stimulus to face-test” nelquale usò inizialmente la sua faccia come strumento. Elettrodi applicati in varie zone del viso stimolano i muscoli che si contraggono e collegati con un sistema computerizzato, producono suoni.

Manabe dice: ” Sono stato ispirato dalla frase di MR TERUOKA mio collaboratore: Possiamo fare un sorriso falso mandando segnali elettrici dal computer al volto ma NESSUNO può fare un sorriso reale senza vere emozioni”. E la performance che usa questo sistema fu influenzata dal libro del ricercatore francese G.B. Duchenne “Mecanisme de la physionomie humain”, dall’opera di Stelar “Ping body”. Da questi pensieri ho cominciato a sperimentare i sensori myoelettrici e generatori a bassa frequenza”

Real time projection mapping

Questa spettacolare realizzazione digitale è il risultato della collaborazione tra l’artista digitale giapponese Nobumichi Asai, il make up artist Hiroto Kuwahara e l’ingegnere digitale Paul Lacroix. Si chiama OMOTE e ha ricevuto il premio ad Ars electronica 2015. Omote è la parola giapponese per faccia o maschera. Dice l’autore:  Il volto è considerato lo specchio che riflette l’anima, una soglia tra l’esteriore e l’interiore; nello spettacolo giapponese classico di musica, il NOgaku i performer usano le maschere per esprimere una moltitudine di emozioni drammatiche. Siamo consapevoli della somiglianza con le maschere Omote del Nogaku e esploriamo ulteriori possibilità di integrazione tra la tecnologia e l’arte classica giapponese. L’ Omote project usa la tecnica di projection mapping per mettere un make up ed effetti digitali sul volt della modella e il tutto in tempo reale.

Tecnicamente complicatissimo proiettare in tempo reale tracciando con massima precisione il volto con sensori, processando i dati, creando rendering e usando i proiettori. E’ stato ridotto al minimo il ritardo per ciascuno di questi processi. Nessuno lo aveva fatto prima.  SOno stati usati sensori OptiTrack per una risposta veloce al sistema e successivamente sviluppati programmi originali.  Possiamo solo immaginare quale straordinario effetto potrebbe generare nelle performance dal vivo.

 

Un altro esperimento di  Nobumichi Asai  è REAL-TIME FACE TRACKING & 3D PROJECTION MAPPING

smap face hacking by nobumichi asai

smap face hacking by nobumichi asai

https://www.youtube.com/watch?v=yvNutGbEk6g

 

Videomapping contest 19 sept, Lille
368

VIDEO MAPPING CONTEST 19 sept. / 21 h Journées européennes du patrimoine Façade du Théâtre du Nord, Grand’Place

 The second edition of this video mapping contest is organized as part of the European Heritage Days and on the following theme: “History of the future”.

Last June, Rencontres Audiovisuelles sent over to French and international students and professionals in audiovisual, animation film, digital arts, graphic design etc., a call for a video mapping contest, organised within the European Heritage days. Each work has been designed for the front façade of the Théâtre du Nord according to the theme “History of the future”.

Sylvain Legros, Nicolas Charuel, Vincent Subrechicot, Nathanael Huguet, Corentin Birée We Are Kraft France - 4 min 15
Sylvain Legros, Nicolas Charuel, Vincent Subrechicot, Nathanael Huguet, Corentin Birée
We Are Kraft
France – 4 min 15

Two prizes will be awarded at the end of the evening by a jury of professionals. With the support of the Creative Europe programme of the European Union, TNCE project, the City of Lille and Citeos.

11892322_886565741431162_3560829059330656571_o

 

 

 JURY

Justine Beaujouan – Directrice du Mapping Festival (Genève)

Rob Delfgaauw – Fondateur de NuFormer

Julien Dubois – Adjoint au Patrimoine, Ville de Lille

Gilles Flouret – Chargé des grands projets, Fête des Lumières (Lyon)

Alain Grisval – Responsable développement, Citeos

Michel Ocelot – Réalisateur de films d’animation

Abbe Robinson – Chargée de projets pour la Ville de Leeds, coordinatrice du Light Night Festival (Leeds)

Videomapping on the façade of the Qaitbey Citadel -Egypt (Iam Project)
367

A pilot videomapping was developed by the I AM team at the AlexMed Institute of the Bibliotheca Alexandrina, projected on the Library’s conference center in Alexandria in May 2014. It was the first time ever the technique was used for cultural rather than commercial purposes in Egypt. Its success has led the Library of Alexandria to expand this pilot to a further location and another historic and cultural topic.

EG_poster_cleopatra_3d_video_mapping

On 17th September 2015 a videomapping show will highlight the history and the significance of Cleopatra. The most famous woman of Egyptian Antiquity will be “brought back to life” during a 3D video mapping show to be held in Alexandria, Egypt.
The show is organized in collaboration with the Egyptian Ministry of Antiquities and will be projected on the façade of the Qaitbey Citadel throughout the evening of September 17th, starting 7:00 pm, to be repeated every 25 minutes.

Alex_qaitbay-citadel

Qaitbey Citadel – Alexandria, Egypt

Contact for information:

Yasser.aref@bibalex.org

Mohamed.hafez@bibalex.org

Sabato 3 ottobre a Bologna Galleria de’Foscherari inaugurazione della mostra di Michele Sambin “Looking for listening”
366

Sabato 3 ottobre alle ore 18.00 si inaugura alla Galleria de’Foscherari (Bologna) la mostra di Michele Sambin Looking for listening con una performance dell artista.

La mostra è in continuità con la programmazione espositiva della scorsa stagione quando era stata organizzata la mostra Il cinema d’artista Italiano dall’Avanguardia alla Videoarte, promossa ed organizzata dalla Galleria de’ Foscherari e dalla Cineteca di Bologna, con la partecipazione degli enti collaboratori: ASAC – Archivio Storico della Biennale di Venezia; Il Cavallino, storica galleria d’arte di Venezia; Il Centro Videoarte di Ferrara e La Casa Totiana di Roma e la mostra di Maurizio Camerani.

L’ esposizione sarà articolata in quattro parti sull’intero percorso espositivo della galleria per illustrare al pubblico l’uso delle diverse forme espressive: il video, il suono -molto importante nella ricerca estetico linguistica dell’artista- il disegno, la fotografia, la pellicola e infine la fisicità del suo corpo che interagisce con gli altri linguaggi.
Un elemento altrettanto importante che configura questo progetto è dato dalla sottolineatura reiterata del tempo. Un tempo avvolgente che scorrendo si consuma e si modifica. Michele Sambin è molto coinvolto dal fluire inesorabile del tempo che gli rivela con nitidezza come la sua immagine sia legata inscindibilmente alla sua arte.
Ogni nuovo lavoro è generato dall’imprinting che le opere precedenti hanno lasciato nella memoria e nella sensibilità di un artista fra i più lucidi, coerenti e sofisticati della sua generazione.
Mostra a cura di Lisa Parolo realizzata con la collaborazione di Lola Bonora e Carlo Ansaloni .

Galleria de’Foscherari Via Castiglione 2b – 40124 Bologna – Tel +39 051 221308

Augmented pictures: Arart APP
365

ARART is an application that breathes life into objects.

When overlaying ARART onto a well-known masterpiece, a new story will unfold, as if time trapped inside the painting has been stirred alive.
By overlaying the camera of a mobile device onto objects, the ARART-system will detect images and objects that are registered and will display an animated image on top of said object.
Enjoy a whole new experience by overlaying ARART onto various objects from all around the world.

ARART website: arart.info
App Store: itunes.apple.com/jp/app/arart/id594400399?l=en&mt=8
ARART museum: arart.info/museum/

Planning:

Kei Shiratori, Takeshi Mukai

Software Development and Graphic Design:
Takeshi Mukai

Software Development Support:
Junpei Wada, Masayuki Akamatsu

Motion Graphics:
Younghyo Bak

Motion Graphics Support:
Yutaka Kitamura, Inhye Kim, Kaori Yamakawa

Sound Design:
Kei Shiratori