Nel 2005 mi apprestavo a organizzare le celebrazioni in memoria di Julian Beck per i vent’anni della scomparsa. Scrissi a molti componenti del Living che conoscevo personalmente se volevano lasciarmi una memoria. E naturalmente scrissi a Judith. Che mi inviò una nota attualmente inedita.
Sto ancora elaborando un lutto drammatico. E pian piano dall’archivio ritrovo le immagini belle della mia scoperta del Living e della sua anima gigantesca: Judith Malina.
Dedicato a Julian Beck
Un testo per Anna Maria Monteverdi
di Judith Malina
Quello che Julian Beck vide e fece con la sua arte e con la sua vita continua a mostrarci la strada. I suoi dipinti sono astratti perchè vide nello splendore delle forme e nei colori della vernice la liberazione dalla necessità di imitare e l’affermazione della loro propria realtà. La sua poesia canta il suo tormento e la sua estasi personale e ci esorta a osare sperimentare gli estremi della passione. Il suo teatro è politico perchè venne come Avilokitesvara alle Porte di Nirvana dove udì le grida della sofferenza umana e sentì il desiderio di rendere utile la sua arte per diminuire quella sofferenza. Ora non ha bisogno delle nostre lodi. Vuole che prendiamo il prossimo passo verso quel mondo più libero, meno penoso, più sexy, più tenero che lui ideò. Sì! Ma che conduca all’azione.
Judith Malina, October 2005