OPENING 4 NOVEMBRE 2016 DALLE 18 ALLE 23
5-20 NOVEMBRE 2016 dal giovedì alla domenica dalle 14 alle 19
FONDAZIONE 107 – VIA SANSOVINO 234, TORINO
Apnea esplora la dimensione emozionale dei migranti che attraversano il mare.
Apnea propone un itinerario interiore che chiunque può riconoscere, una mappa di sentimenti e paure cartografata attraverso le tecnologie immersive interattive e l’esposizione di oggetti ritrovati in mare.
STORIA DEL PROGETTO
Apnea nasce dall’incontro tra la Fondazione 107 per l’Arte Contemporanea e la piattaforma di Interctive Media Art Officine Sinteticheche coinvolge il CIRMA, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Torino e Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione del Politecnico di Torino. In seguito si inserisce come partner il Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi.
Nel maggio 2016 il progetto vince il Bando Ora! della Compagnia di San Paolo che permette di dar seguito ad una fase preprogettuale formativa e di ricerca che aveva portato alla realizzazione di un evento pubblico presso la HulaHoop Gallery Torino – MAU Museo Arte Urbana il 25 marzo 2016.
L’opera si sviluppa da un’idea di Vanessa Vozzo e viene curata da Vanessa Vozzo e Stefano Sburlati che fin dal 2015 iniziano una ricerca sui migranti e il mare a partire da progetti quali What’s in my bag dell’IRC (International Rescue Committee) sulla piattaforma Medium. Da gennaio 2016 Stefano e Vanessa guidano gruppi di studenti e gestiscono una complessa ricerca sulle tecnologie immersive e interattive. Da questo momento in Apnea collaborano studenti, professionisti, ricercatori e docenti, un ampio gruppo di più di 20 persone.
Nel 2016 il progetto incontra persone straordinarie con le quali inizia un percorso sui migranti e il mare partendo proprio da Lampedusa, dove il progetto si trasferisce per qualche tempo nell’agosto 2016. Queste persone sono Valerio Cataldi, giornalista che da anni si occupa di migranti, e Tareke Brhane, mediatore culturale e rifugiato residente in Italia, entrambi del Comitato 3 Ottobre.
Il loro aiuto si è rivelato fondamentale sia durante le riprese a 360° a Lampedusa sia per l’indagine artistica riguardante gli oggetti: Valerio e Tareke sono gli ideatori del museo del dialogo e della fiducia, museo temporaneo che espone gli oggetti dei migranti scomparsi nel naufragio del 3 Ottobre 2013. E poi Simone D’ippolito, un nuotatore subacqueo testimone del ritrovamento del relitto del 3 Ottobre 2013, presente in video e che accompagna le riprese di Apnea a 360° nei mari di Lampedusa.
Nei mari di Lampedusa sarà filmata anche una scultura frutto di un altro meraviglioso incontro, quello con l’artista basata a Parigi Rosella Fida, che ha realizzato appositamente per Apnea, e per i temi che Apnea tratta, un’opera d’arte di grande tatto e sensibilità.
A loro si aggiungono Berthin Nzonza, Yagoub Kibeida e Silvia Torresin dell’Associazione Mosaico Azioni per i Rifugiati che, con i loro preziosi discorsi e suggerimenti, hanno arricchito l’opera di contenuti e di verità.
L’OPERA E LE TECNOLOGIE IMMERSIVE E INTERATTIVE
Apnea è un progetto innovativo volto alla produzione di un’opera artistica nella quale si utilizzano sistemi di interattività digitale e tecnologie immersive attraverso un complesso e articolato percorso crossdisciplinare che investe ricerca e formazione.
L’esperienza esplorativa del visitatore avviene attraverso tre momenti che si svolgono intorno ad una cabina immersiva interattiva.
Il visitatore inizia il suo viaggio a partire da un’istallazione composta da fotografie e video che isolano e decontestualizzano oggetti anch’essi esposti e appartenenti a persone che hanno attraversato il mare in cerca di un nuovo futuro. Oggetti sospesi nell’assenza di identità negate che naufragano sul fondo della storia stipandosi nella memoria dell’acqua.
L’acqua, il mare e gli oggetti diventano l’elemento centrale delle successive sezioni immersive formate da un’istallazione audiovisiva interattiva e da un video a 360° fruibile attraverso un VR viewer.