Non è stato difficile rintracciare una delle primissime opere interattive di Giacomo Verde perché il suo sito, ancora attivo e funzionante grazie al gruppo di amici e familiare che sta tenendo in vita tutte le articolazioni web e digitali e inventariando l’archivio, contiene moltissime informazioni. E così abbiamo rintracciato il Reperto Antropo-logico 1997 chiamato anche Computer-house-fai da te, presentato alla mostra Segnali d’opera al Museo di Gallarate (oggi MA*GA). Proprio al MA*GA abbiamo ritrovato l’opera, conservata nei depositi e mai più allestita dal 1997. Grazie alla disponibilità della direttrice Dott.ssa Emma Zanella (all’epoca anche curatrice della mostra) e della conservatrice dott.ssa Laura Carrù, e grazie alla Sovrintendenza, il CAMeC ha fatto richiesta di prestito e adesso l’opera è al Museo della Spezia, in attesa della riapertura della seconda sezione Tecnoarte e interazione che ci sarà il 9 settembre.
Si tratta di una poltroncina simil sedia a rotelle, con asta porta computer collegato in rete in cui la persona restando immobile, può ritrovare la propria interattività sociale attraverso il web. Sei informato su tutto e l’arte ti connette con il mondo. Il senso dell’opera è ben chiarito da Antonio Caronia qua:
Un grazie speciale a Lorenzo Antei, laureando in Accademia di Belle Arti di Carrara che ci ha aiutato a rimetterla in funzione dopo ben 25 anni! E la scoperta più clamorosa è stata il fatto di aver trovato come “chiave” per l’interattività, il motore per l’apricancello automatico. Una forma di riciclo ante litteram che appartiene perfettamente all’estetica povera di Verde. Due hardware Arduino provvederanno a rimettere in campo la questione delll’interattività.
Vi aspettiamo!
Anna Monteverdi