Chi si occupa di multimedialità e New Media Art sa quanto possano essere “fragili” e di difficile manutenzione opere videoartistiche e interattive inserite in contesti museali specie se classici o in spazi storici. Fanno fatica a “integrarsi” coi colleghi più fortunati che se ne stanno fermi in teche o appese con un chiodo al muro; spesso chi l’ha creata e dato relative istruzioni sul funzionamento, vede la propria opera monca, non funzionante, maltenuta. Queste opere sono in mano a custodi non sempre preparati che si limitano ad accendere i proiettori e a non verificare se la messa a fuoco sia corretta o se la proiezione esca dal quadro. Se non hanno avuto formazione o istruzione diverse si limitano a trattare l’opera video come una qualunque altra scultura. Al massimo c’è da spolverarla. Nel dubbio di non saper manovrare tecnologie, c’è chi non accende proprio nulla; se non è l’umidità a far andare in tilt il sistema, poi, lo è l’usura della lampada del proiettore, o una scheda video saltata che produce quelle magnifiche righe orizzontali “effetto glitch art”. Non parliamo di opere interattive dove già per l’utente capire come funziona o da dove partire è un rebus in assenza di infografiche chiare per offrire la chiave di lettura e di ingresso all’opera.
Il patrimonio museale accoglie con distrazione, difficoltà e forse anche minima tolleranza le opere di new media art, e nel caso qualcosa vada storto, non si riacquista la tecnologia di cui necessitano, si lasciano spente e basta. Un problema in meno da gestire. L’importante è che funzioni all’inaugurazione.
Ieri ho voluto fare una verifica dello stato di conservazione del Museo MUTEF di Sarzana all’interno della Fortezza Firmafede. Nulla da dire sui contenuti- Il Museo è stato allestito un anno e mezzo fa circa e versa, almeno una parte, in condizioni non straordinarie.
L’allestimento multimediale andava a compensare, nell”idea dei progettisti pubblici che hanno definito la gara nei minimi dettagli, l’assenza di arredi e di oggettistica da mettere in mostra.
Ovviamente la Fortezza è di per sé un gioiello, uno snodo di cunicoli e sotterranei straordinari che raccontano la Storia anche nell’assenza di affreschi o oggetti originali. Il paesaggio che si vede dalla Fortezza Firmafede dagli spalti è davvero magnifico e la splendida cornice naturale aumenta il valore culturale e storico-artistico del bene architettonico.
Il percorso multimediale ha un obiettivo didattico e educativo e in questo nulla è lasciato al caso e possiamo dire che funziona: ogni momento della vita medioevale, da quella quotidiana ai grandi eventi della Storia sono raccontati con grande profusione di mappe, carte e suggestioni visive e sonore alcune molto curiose e simpatiche e di sicuro impatto per un pubblico giovane o giovanissimo, altre forse ridondanti ma fa parte del gioco. Il target è quello scolastico a prima vista ma a vedere dal libro delle presenze vengono anche turisti magari saltando per un giorno la visita alle 5 terre. Ed è proprio qua che si nota un commento di un visitatore che doveva essere già un segnale per chi gestisce quello spazio: ” Alcune sale non funzionano”. E in effetti dopo un certo periodo trascorso da quella scritta noi il giorno 22 abbiamo constatato che “molte stanze non funzionano davvero” ovvero i videoproiettori non si attivavano (nonostante avessimo effettuato l’avvio con quel curioso e per certi aspetti inutile, braccialetto). Se un video del piano terra dà evidenti segni di stanchezza rilasciando orribili righe orizzontali, in altre la proiezione non era tarata perfettamente a inquadrare l’oggetto, perdendo l’efficacia del gioco tra tridimensionalità e bidimensionalità. La stanza della proiezione a 360° che doveva mostrare una battaglia, non è pervenuta…..Non parliamo della cattiva impressione che fanno evidenti grovigli di cavi, prolunghe appese proprio sopra la testa del visitatore
All’ingresso, all’unica persona presente in tutto il Museo abbiamo fatto presente i problema e gentilmente ci ha risposto che lo sapevano e che praticamente la stanza a 360° da molto tempo non funzionava mentre le altre in genere vengono a rimetterle a posto su segnalazione. Bene, quindi noi ritorneremo a verificare.
Magari segnaliamo anche che il “puzzle 3D” del castello di Lerici è a pezzi: facile immaginarsi i ragazzini tirarsi i pezzi da una parte all’altra della stanza, specie in assenza come è successo a noi, di personale di controllo. D’altra parte noi abbiamo visto un ragazzino straniero che faceva scorribande nelle sale con lo skate board,
Questo articolo vuole essere l’inizio di una ricognizione sullo stato dell’arte dei musei interattivi, del loro stato di conservazione, del loro funzionamento e anche della manutenzione degli stessi. Mentre è normale riparare un intonaco che cade, una parete macchiata d’umido non sembra normale riparare una lente o una lampada di un proiettore.
Vorremmo anche verificare l’efficacia nel tempo delle opere video o interattive inserite in collezioni o gallerie d’arte.
Chiediamo a curatori multimediali, direttori di musei, studiosi, appassionati di new media art, artisti multimedia o semplici visitatori, di segnalarci quello che non va e quali musei/opere sono in sofferenza. Prima di fare una riflessione generale occorre avere un quadro preciso della situazione almeno nazionale. Chiedo a coloro che sono interessati di farmi avere notizie e verificheremo quali sono le più frequenti cause di malfunzionamento e a quale livello di cattiva cura di un’opera digitale si possa arrivare nella più totale mancanza di rispetto dell’artista; l’obiettivo è quello di stilare un decalogo delle 10 fondamentali cose da tenere presente nell’allestimento di una mostra multimediale.
Anna Monteverdi