THE END is a VOCALOID-based opera that debuted in 2013 at Paris’s Théâtre du Châtelet.
Music composition is by Shibuya Keiichiro,
Articolo da REPUBBLICA di Laura PUTTI
http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2013/11/12/news/hatsune_miko-70769717/
Ha sedici anni, pesa 42 chili ed è alta un metro e 58. Si chiama Hatsune Miku ed è una delle più popolari cantanti pop giapponesi. Ha un suo sito su YouTube pieno di video e anche una pagina Facebook con milioni di amici e visitatori. Fa concerti in tutto il mondo e da oggi al 15 novembre sarà protagonista di un’intera opera sul palcoscenico del Théatre du Chatelet. Hatsune Miku, però, non esiste. È un vocaloid: un androide che canta, una macchina dalla quale esce una voce sintetica con toni altissimi e sovrumani, una figurina virtuale che vive grazie a compositori della rete che le fabbricano un repertorio. Componendo The End, prima opera virtuale e forse la prima di un futuro ormai prossimo, il musicista giapponese Keiichiro Shibuya ha animato il manga di quella ragazzina dai capelli verdi. Miku è diventata un ologramma mobile il quale, grazie alla computer graphic, si muove per il palcoscenico senza mai toccare terra. Vola, danza nell’aria, appare e scompare, alle volte rende visita al suo compositore che è lì in carne e ossa impegnato dietro alle tastiere. Ma, nonostante sia una figurina colorata che per la prima volta ha una vita sua, in questo caso Miku racconta The End, la morte. Ispirato in parte dai terremoti giapponesi, soprattutto da quello del 2011 che causò il disastro nucleare di Fukushima, ma anche dalla morte di sua moglie cinque anni fa, Keiichiro Shibuya ha composto una musica elettronica che unisce il futuro al passato: nella partitura si distingue la musica classica occidentale, la musica di corte giapponese, la dance, il pop, il dub. Sette proiettori sparano le immagini sui molti schermi trasparenti calati sul palco, e decine di casse sparse per la sala amplificano la musica rendendola mobile e solida.