Uscito il n. 5 della rivista “IO01 Umanesimo Tecnologico” diretta dal professor Massimo Tandardini.
L’incipit è affidato ad uno dei notevoli autori della cultura visuale, il regista e cineasta Werner Herzog, il quale ci ricorda che «per una civiltà così avanzata come la nostra, l’essere priva di immagini che le si adeguino è un difetto così grande quanto l’essere senza memoria». Ed è proprio per mezzo di una sorta di correlazione tipica della reciprocità degli sguardi nella visione di un’immagine che voltando pagina ci si trova osservati da un frammento dell’installazione Onirica () del collettivo Fuse*.
Attraverso le quattro sezioni il numero sviluppa una riflessione avviando un crossover tra “nuove emozionalità e vertigini dell’oblio”. Lo sviluppo esponenziale della produzione e della circolazione delle immagini coinvolge direttamente le capacità neurologiche del cervello umano di percepire, comprendere, memorizzare. Cosa resta della “furia delle immagini?” Cosa colpisce l’immaginario, nell’arte come nella pubblicità, tanto da “restare” nella memoria a lungo termine? Artisti, designer, comunicatori visuali, confrontandosi con l’altro attraverso le cosiddette ‘nuove tecnologie’ affrontano e si confrontano con e sul tema della memoria. Un dialogo/sfida (a tratti una competizione performativa) che inizia anche e soprattutto nelle Accademie di Belle Arti.
L’editoriale pone una riflessione sulla possibile nascita di nuove categorie estetiche e sull’utilità di eventuali altre funzioni che le possano reggere, alla luce di una mutata dinamica della percezione, che pone l’autore fuori dal centro unico del sistema nella creazione del processo artistico-scientifico emozionale.
Attraverso i numerosi saggi accademici giunti in redazione grazie alla call for paper (pubblicati sulla redazione cartacea e/o su quella on line del periodico) si attraversano le ‘immagini operative e i paradossi dell’inconscio visivo’, quindi, ad esempio, l’apparente capacità di travalicare il carattere di medium, grazie alle riflessioni di Andrea Facchetti (UNIBZ). Immagine, colore e memoria è invece il titolo dello studio di Andrea Dall’Acqua (Accademia di Belle Arti di Verona) che elabora un’analisi sulla fruizione e memorizzazione nella comunicazione visiva e quindi pone la questione anche della relazione fra percezione e ricordo. Nicolò Atzori (phd, scienze umanistiche e sociali, UNISS) affronta il ‘moto’ che conduce dall’immagine simulacro alla netnografia del lavoro agile in un’indagine intitolata Per un’ermeneutica del regime digitale. Si aggiungono le prospettive tracciate dall’artista Sandy Skoglund ‘tra natura ed artificio’ narrate qui da Milena Cordioli (IUSVE e Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia) nell’ottica di un’opera d’arte totale che unisce scultura, pittura, fotografia e digitale. Ancora Robert Zamboni (conferenziere e saggista) con un approfondimento redatto in lingua inglese intitolato Three theses for a history of automated visual labour. La sezione si completa con una riflessione sulla relazione fra fotografia e IA per definire come dal documentare il reale (la fotografia) sia passata ad essere generata digitalmente.
La seconda sezione – Impresa, tecnologia, società – storicizza l’edizione 2024 de Il Rosso e il Blu Festival, connessioni umane e tecnologiche, promosso dai poli tecnologici CSMT e Kilometro Rosso patrocinato da UNIBS e UNIBG. Tecnologia e umanesimo sono alcune delle parole chiave del Gruppo AB soprattutto con l’iniziativa denominata Knowledge Transfer orientata a favorire il trasferimento delle conoscenze tra dipartimenti e differenti generazioni. Si prosegue con la costruzione della memoria digitale collettiva dei musei, ovvero un’indagine sulle immagini condivise sui social network, “custodi”, forse, di un patrimonio comune di stimoli visivi. Chiudono la seconda sezione due riflessioni rispettivamente sull’Emozione analogica, memoria, creatività e immaginario digitale e sull’impatto che l’offerta di contenuti mediatici avrà sulla memoria e sulla capacità di immaginare.
La sezione Arti, ricerche azioni si apre la rubrica di interviste del direttore, intitolata «Dica, dica […] Ma non più di quattro domande» Cit., e si rivolge a Mattia Carretti, co-founder e direttore del collettivo fuse*. Prosegue con un servizio legato alla proposta di Domus Academy (edizione del 2024, Fuorisalone di Milano) una ricerca scientifico-artistica che ha coinvolto professori, studentesse, studenti di Slovak University of Technology in Bratislava, College for Creative Studies (Detroit, USA), Nottingham Trent University (UK); Strate School of Design, Lyon, Paris and Bangalore, (France and India), Xi’an Jiaotong Liverpool University (Taicang, China). Numerose prospettive di ricerca-azione e di ricerca scientifica artistica mostrano come l’ecosistema dell’arte contemporanea, della cultura visuale e del design crea e produce forme della percezione visuale mutevoli e storicizzabili. Design Across the Borders in Time of Global Crisis, Design for Sustainability Lab (LDS). L’illusione antropocentrica Milena Cordioli e Anna Piratti per IUAV. Arte e tecnologia, yin e yang nell’interazione uomomacchina, Claudia Rabaioli, Alessandra Grossi, Aurora Saibene, Francesca Gasparini (UNIMI Bicocca). MyPanino di Silvia Naddeo. Abbaglia e svanisci di Riccarco Tesorini. In memoria di me, Luca Pannoli. Is any-body okay? Elisa Muscatelli. Visioni di visioni, Simone Acquaroli. Memory from Heart, Veronica Bergonzoni. L’effetto catabolico entropico e oblio della memoria, Gabriele Strada.
Chiude il numero l’ultima sezione Dibattito contemporaneo con una rassegna stampa delle principali notizie pubblicate nell’anno da alcuni noti media divulgativi di informazione nazionale, alla quale si aggiunge una proposta bibliografica, una recensione, un abstract della redazione on line e la nuova call for paper. Tutto introdotto da Marco Sorelli (Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia) con un pensiero sul confronto dialettico tra offline e online.